Stati Uniti: l’US Air Force analizza il futuro aereo da combattimento di sesta generazione, noto come Next Generation Air Dominance (NGAD)

Di Giuseppe Gagliano

WASHINGTON L’US Air Force (USAF) sta affrontando una fase cruciale nella definizione del suo futuro aereo da combattimento di sesta generazione, noto come Next Generation Air Dominance (NGAD).

il logo dell’USAF

 

Secondo recenti report di The Drive (TWZ), l’USAF sta valutando diverse alternative per questo ambizioso progetto che mira a integrare tecnologie avanzate e strategie militari innovative per mantenere la supremazia aerea degli Stati Uniti nel contesto globale.

Una delle opzioni sul tavolo è quella di sviluppare un jet con capacità di attacco a lungo raggio che implicherebbe l’integrazione di sistemi avanzati di propulsione, come motori con tecnologia di ciclo variabile, capaci di ottimizzare il rapporto spinta/consumi per missioni di lunga durata.

La stealth technology sarà ulteriormente raffinata, con l’uso di materiali innovativi come i nanotubi di carbonio per ridurre la traccia radar.

 

Un’immagine del progetto del futuro aereo da combattimento USA di sesta generazione, noto come Next Generation Air Dominance (NGAD)

 

L’arma di precisione sarà un altro punto focale, con l’adozione di missili aria-aria come l’AIM-260 JATM, progettati per competere con le capacità cinesi e russe.

Un’altra strada considerata è quella di un design più economico, dove il jet NGAD funge principalmente da “quarterback” per i droni Collaborative Combat Aircraft (CCA).

Questo approccio prevede un velivolo che coordini e diriga una flotta di droni autonomi o semi-autonomi, sfruttando l’intelligenza artificiale e la comunicazione digitale avanzata per eseguire missioni complesse in modo coordinato.

La tecnologia di comunicazione tra il jet e i droni sarà cruciale, con l’implementazione di reti mesh e sistemi di crittografia avanzati per garantire la sicurezza delle operazioni. Il piano originale, che richiederebbe un investimento aggiuntivo di 20 miliardi di dollari, rimane un’opzione, prevedendo un jet tattico con equipaggio altamente avanzato, dotato di suite di guerra elettronica di ultima generazione, sensori multi-spettrali, e capacità di gestione del campo di battaglia integrata con altre piattaforme militari. La tecnologia stealth sarà spinta ai suoi limiti, con un’enfasi sulla riduzione della visibilità termica e acustica oltre che radar.

L’NGAD rappresenta un pilastro fondamentale per mantenere la superiorità aerea USA, cruciale in un’epoca di crescente competizione geopolitica.

La capacità di attacco a lungo raggio e la coordinazione con i droni CCA potrebbero cambiare il paradigma della guerra aerea, offrendo una deterrenza più efficace contro avversari come la Cina e la Russia.

La flessibilità offerta dalle diverse configurazioni dell’NGAD permetterà una maggiore integrazione con le piattaforme esistenti come l’F-35 e il B-21 Raider, creando un ecosistema aereo coeso che massimizza l’efficienza operativa e la letalità. Questo approccio modulare e open system architecture consente aggiornamenti rapidi e adattamenti alle minacce emergenti.

Gli F35C della Marina Usa

Optare per un design meno costoso focalizzato sul ruolo di “quarterback” potrebbe non solo ridurre i costi di sviluppo e acquisizione ma anche migliorare la sostenibilità del programma nel lungo termine, permettendo all’USAF di mantenere una flotta più numerosa di velivoli e droni, incrementando la capacità operativa senza compromettere la qualità tecnologica.

La decisione finale sul percorso da seguire per l’NGAD è stata lasciata all’Amministrazione Trump entrante, basata su una revisione approfondita del programma, riflettendo l’importanza strategica del progetto non solo dal punto di vista tecnologico ma anche politico, considerando le implicazioni a lungo termine per la sicurezza nazionale e la posizione degli Stati Uniti nel panorama globale della difesa aerea.

L’adozione di un jet che agisce come “quarterback” per i droni CCA introduce un livello di flessibilità operativa senza precedenti, consentendo all’USAF di adattare rapidamente le sue tattiche in base alle esigenze del campo di battaglia, utilizzando i droni per compiti pericolosi o di routine, mantenendo l’equipaggio umano in un ruolo di comando e controllo, riducendo così i rischi per i piloti.

Con l’NGAD, la guerra aerea potrebbe evolvere da scontri diretti tra velivoli pilotati a una combinazione di piattaforme umane e non umane, dove l’intelligenza artificiale gioca un ruolo centrale, cambiando la dinamica del combattimento aereo e la preparazione e l’addestramento dei piloti, che dovranno diventare abili nel comando di flotte composite di droni e aerei.

La decisione di procedere con il programma NGAD, indipendentemente dalla configurazione scelta, avrà ripercussioni globali, rafforzando l’ombrello di sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi alleati, influenzando gli equilibri di potere e le strategie di deterrenza in regioni critiche come l’Asia-Pacifico, l’Europa orientale e il Medio Oriente.

Con l’avanzamento tecnologico di Paesi come la Cina e la Russia, che sviluppano i propri caccia di nuova generazione come il J-20 cinese e il Su-57 russo, l’NGAD è essenziale per mantenere un vantaggio tecnologico e tattico.

La capacità di operare in un ambiente contestato, con sistemi di difesa aerea avanzati e contromisure elettroniche, sarà vitale.

L’investimento significativo richiesto per l’NGAD solleva questioni sulla sostenibilità economica del programma, ma l’USAF lo vede come un investimento a lungo termine nella sicurezza nazionale, con potenziali ricadute positive sull’economia attraverso l’innovazione tecnologica, la creazione di posti di lavoro e l’esportazione di tecnologia militare.

Il programma NGAD potrebbe stimolare una maggiore collaborazione tra i principali contractor della difesa come Lockheed Martin, Boeing, e Northrop Grumman, non solo per la costruzione del jet ma anche per lo sviluppo di sistemi d’arma integrati, sensori e droni CCA, portando a sinergie tecnologiche e a un’innovazione accelerata nel settore.

In conclusione, il futuro del programma NGAD rappresenta un crocevia critico per l’US Air Force, con decisioni che influenzeranno non solo la tecnologia aeronautica militare ma anche la strategia globale degli Stati Uniti.

Che si opti per un jet con capacità di attacco a lungo raggio, un ruolo di “quarterback” per droni, o un approccio ibrido, l’NGAD promette di ridefinire la guerra aerea, assicurando che l’USAF rimanga all’avanguardia in un mondo dove la superiorità tecnologica e strategica è sempre più contestata. La decisione finale, attesa dalla revisione del programma, sarà cruciale per determinare come gli Stati Uniti navigheranno le sfide future nel dominio aereo.

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