Washington. Il Presidente americano, Donald Trump affida ad un tweet la sua spiegazione come sia andato il suo incontro con il ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Lavrov e l’ambasciatore di Mosca in Usa, Serghiei Kisliak dopo l’articolo pubblicato, oggi sul Washington Post (https://www.washingtonpost.com/world/national-security/trump-revealed-highly-classified-information-to-russian-foreign-minister-and-ambassador/2017/05/15/530c172a-3960-11e7-9e48-c4f199710b69_story.html?hpid=hp_hp-banner-main_trumpintel-0504pm%3Ahomepage%2Fstory&utm_term=.ee46e4d2bded.)

L’incontro di Trump con il ministro degli Esteri russo Lavrov e l’ambasciatore di Mosca in Usa, Kisliak
“Come presidente volevo condividere con la Russia (durante un incontro alla Casa Bianca programmato pubblicamente) – ha scritto Trump nel tweet – cosa che ho il diritto assoluto di fare, fatti relativi al terrorismo e alla sicurezza del volo aereo. Ragioni umanitarie, inoltre voglio che la Russia rafforzi notevolmente la sua lotta contro l’Isis e il terrorismo”.
Anche da Mosca la questione viene definita “una fesseria” ed il Cremlino non vuole avere a che fare con questa polemica.
Il Washington Post ha citato nel suo articolo attuali ed ex dirigenti Usa sostenendo che Trump ha rivelato una informazione altamente classificata a due esponenti della diplomazia russa, durante il loro incontro alla Casa Bianca la scorsa settimana, mettendo in pericolo una fonte di intelligence sull’ISIS.
L’informazione, aggiunge il giornale, riguarderebbe la minaccia legata all’uso dei laptop in aereo. Era stato un partner americano a parlare, grazie ad un accordo per la condivisione dell’intelligence considerato tanto delicato che i dettagli non erano stati resi noti agli alleati ed erano stati tenuti altamente riservati anche all’interno del Governo Usa.
Il partner non aveva dato il permesso per condividere il materiale con la Russia. Dopo la rivelazione, dirigenti della Casa Bianca avrebbero preso misure per contenere il danno, chiamando la CIA e la NSA. “Questa è una parola in codice”, ha commentato un dirigente Usa usando la terminologia usata dalle Agenzie di intelligence americane per indicare il livello più alto di segretezza. E ha aggiunto che Trump “ha rivelato più informazioni all’ambasciatore russo di quante abbiamo condiviso con i nostri alleati”
Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano H.R. McMaster ha liquidato quanto riferito dal Washington Post come “una storia falsa”. “Non è successo”, ha detto McMaster, ricordando che era presente all’incontro.
Anche il segretario di Stato americano, Rex Tillerson ha negato che siano stati discussi fonti o metodi di intelligence ma ha ammesso che Trump ha parlato della ”natura di specifiche minacce”. Gli ha fatto eco la viceconsigliera per la Sicurezza nazionale, Dina Powell: ”Questa storia è falsa, il presidente ha discusso solo le comuni minacce che entrambi i Paesi fronteggiano”.
Nella sintesi della Casa Bianca del colloquio con Lavrov e l’ambasciatore russo in Usa, Serghiei Kisliak non c’è alcun riferimento ad una discussione della minaccia terroristica.
Insomma siamo di fronte a fake news o alla diffusione di informazioni pericolose per la sicurezza internazionale?