EL GENEINA (DARFUR-SUDAN). A distanza di oltre tre mesi di guerra civile in Sudan la situazione continua ad essere sempre più critica per la popolazione.
Queste sono le ultime notizie che, ieri sera, ci sono pervenute dal Paese.
Ad El Geneina la situazione sta collassando sempre di più, sotto l’attacco delle Forze di Supporto rapido (RSF) e dei Janjaweed.
Questi ultimi costituiscono una milizia costituita da componenti di etnie arabe e arabofone che vivono in Darfur (area Ovest del Sudan).
Si sono sempre macchiati di crimini gravissimi contro i civili. Tanto che gli Stati Uniti li accusano contro le etnie africane del’area.
Il Chad è ancora il Paese di arrivo delel persone in fuga. Il Governo di N’Djamena si sta facendo sempre più carico della situazione ma gli aiuti sono insufficienti per garantire il soddisfacimento dei bisogni primari.
Non ci sono, tra l’altro, farmaci,. E non c’è cibo e si dorme in luoghi di fortuna. A soffrire molto sono i bambini perché, in questo periodo, di piogge gli insetti sono molto fastidiosi.
Per scappare da El Geneina, ci raccontano, bisogna pagare una sorta di pizzo ai janjaweed o alle Forze di Supporto raopido per passare i posti di blocco, quindi solo chi ha soldi può fuggire.
Le stesse fonti dicono che alcuni anziani ipovedenti sono stati portati, sempre dai miliziani delle RSF e dei janjaweed in un luogo con la promessa di avere rifugio e stare in sicurezza.
Ma, poco dopo averli rinchiusi, è stato dato fuoco all’edificio con gli anziani all’interno.
Si tratta di azioni disumane non nuove tra i Janjaweed.
Secondo stime, le perdite tra i civili avrebbero superato le 15 mila unità. Il numero dei feriti si aggirerebbe tra gli 8 mila e i 10 mila.
Il conflitto, spiegano ancora le fonti a Report Difesa, si è allargato ad altre città limitrofe, sempre all’interno della regione del Darfur: Murnei, Zalinghè e Kutum.
Il Darfur è stato diviso dal’ex Presidente sudanese Omar Hasan Ahmad al-Bashīr in 5 regioni.
El Geneina è in West Darfur ed è abitata in prevalenza dall’etnia Massalit. Anche Murnei fa parte del West Darfur e di quello che era il sultanato Massalit, unitosi al Sudan nel 1919.
Zalinghè e Zutum sono nella regione del Darfur centrale e sono abitate in prevalenza dall’etnia Fur.
Quest’area è ricca di materie prime e ci sono diversi piccoli villaggi. Qui, sempre nostre fonti, i Janjaweed – RSF starebbero compiendo atrocità nel silenzio generale, sia occidentale sia dello stesso Governo sudanese (ovvero degli uonini dell’Esercito regolare comandato dal Tenente Generale Abdel-Fattah Al-Burhan).
Appare quindi sempre più urgente che l’Occidente e i Paesi africani intervengano per garantire la pace e la sopravvivenza delle persone che abitano la regione del Darfur perché l’Esercito ignora completamente il suo dovere di proteggere i civili.
Nei giorni scorsi, Al Burhan, in occasione della festività musulmana del Aid Al-adha, ha tenuto un discorso per chiamare i giovani sudanesi all’arruolamento.
Intanto, sono in agenda una serie di iniziative da parte della comunità sudanese.
A Roma, sabato prossimo (dalle 14,00 alle 16,00 in Piazza Santi Apostoli) si terrà un presidio.
La diaspora sudanese chiede una missione di peacekeeping per assicurare la sopravvivenza della popolazione civile in Darfur e permettere il rientro dei rifugiati dal Chad, attivazione di aiuti umanitari in Chad per soccorrere i rifugiati sudanesi e fine del conflitto interno e transizione verso un governo civile, senza forze militari al potere.
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