Ankara. Saranno 26 i futuri componenti del Governo turco, che avrà ben cinque vice premier. Ankara dà così il via ad un rimpasto a sorpresa del suo Esecutivo.
Al termine di un’incontro non programmato di circa 2 ore con il presidente Recep Tayyip Erdogan, il premier Binali Yildirim ha annunciato 11 modifiche nel suo Gabinetto con 5 ingressi e 6 membri che cambieranno Ministero. Tra le sostituzioni più significative, quelle alla Giustizia e alla Difesa. Aumenterà da uno a due il numero delle donne nel Consiglio dei ministri.
Yildrim è stato eletto membro del Parlamento nelle liste dell’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo) è stato nominato ministro dei Trasporti dal primo ministro Abdullah Gül. Nel 2003 fu confermato nello stesso ruolo da Recep Tayyip Erdoğan, succeduto a Gül ed ha mantenuto l’incarico in maniera pressoché ininterrotta sino al 2013. Nello stesso anno è stato implicato in uno scandalo legato alla corruzione che ha coinvolto diversi esponenti del Governo ed in occasione di un rimpasto lasciò il Ministero.
Nel 2014 si è candidato come sindaco di Smirne, ma viene sconfitto da Aziz Kocaoğlu, sindaco uscente del Partito Popolare Repubblicano (CHP). A giugno dello stesso anno è il Presidente Erdoğan che lo nomina consigliere superiore del Presidente.
Nel giugno 2015, al termine del suo terzo mandato parlamentare, non viene ricandidato in ossequio alla regola dei tre mandati. Ricandidato il novembre successivo, viene nominato nuovamente ministro dei Trasporti dal primo ministro Ahmet Davutoğlu.
Il 5 maggio 2016 Davutoğlu rassegna le dimissioni per un forte contrasto con Erdoğan. Il 19 maggio, il Comitato esecutivo centrale dell’AKP nomina Yildirim leader del partito. L’elezione viene formalizzata il 22 maggio dal secondo congresso straordinario. Due giorni dopo è nominato primo ministro del 65° Governo del Paese.
Sostenitore devoto di Erdoğan, Yıldırım è stato considerato un primo ministro di basso profilo.
Si attendeva, infatti, che il Governo guidasse la transizione da un sistema parlamentare ad uno presidenziale, in grado di accentrare il potere nelle mani di Erdoğan.
Il 15 luglio scorso fu lui ad annunciare che nel Paese era in corso un colpo di stato militare.