Ucraina: un dossier del Cestudec analizza le dinamiche geopolitiche del conflitto

ROMA. Nel documento realizzato da Giuseppe Gagliano, presidente del Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis (Cestudec) vengono analizzate  e dinamiche geopolitiche del conflitto ucraino, esaminando il ruolo degli Stati Uniti, della NATO e della Russia.

Si evidenziano il coinvolgimento occidentale nel sostegno militare all’Ucraina, l’influenza dei gruppi di estrema destra, l’annessione della Crimea da parte della Russia e il conflitto nel Donbass.

Forze ucraine in Donbas

La guerra è descritta come un conflitto di logoramento, alimentato dalla polarizzazione geopolitica e dall’incapacità di trovare un compromesso diplomatico.

Inoltre, si approfondisce il ruolo della RAND Corporation e della CIA nel sostenere l’Ucraina attraverso strategie militari e di intelligence, contribuendo all’escalation del conflitto.

Il documento conclude sottolineando i rischi di un confronto globale e l’impatto economico e umanitario della guerra.

Sepatisti del Donbass

Gagliano, nel sui lavoro, spiega che per Mosca,” la Rivoluzione di Maidan e il successivo rovesciamento di Viktor Yanukovich non furono un semplice movimento popolare, ma il risultato di un’operazione orchestrata dall’Occidente per portare l’Ucraina sotto la sua influenza. Questo coinvolgimento si
manifestò attraverso supporto economico, retorica politica e persino la presenza fisica di diplomatici statunitensi ed europei durante le proteste”.

Il Cremlino interpretò tali azioni “come una violazione della sovranità ucraina e una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale”.

La teoria del “contenimento” della Russia, aggiunge Gagliano  “perseguita dagli Stati Uniti sin dalla fine della Guerra Fredda, si manifestò nell’espansione della NATO verso est, con l’adesione di Paesi vicini come Polonia, Repubblica Ceca e Stati baltici. Tuttavia, l’Ucraina rappresentava per
Mosca una linea rossa non solo per ragioni storiche e culturali, ma anche per motivi strategici: perdere l’Ucraina significava cedere il controllo su una zona cuscinetto fondamentale tra Russia e Occidente”.

Nel 2008, prosegue Gagliano “il direttore della CIA William Burns aveva già avvertito che ogni tentativo di integrare l’Ucraina nella NATO avrebbe potuto portare a una guerra civile e a un intervento russo. Questo timore si concretizzò nel 2014, quando l’Occidente sostenne il Governo post-Maidan, ignorando le sensibilità geopolitiche della Russia”.

Per poter leggere l’intero dossier basta cliccare su https://www.vision-gt.eu/wp-content/uploads/2025/01/AD_02_2025-1.pdf.

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