Di Ferdinando Ceglia
BRUXELLES. In un contesto di crescente tensione geopolitica e con l’incertezza che aleggia sul futuro della sicurezza europea, l’Unione Europea ha deciso di prendere sul serio l’idea di prepararsi a un possibile conflitto.

Non solo riarmo, ma una vera e propria strategia di resilienza che prevede la preparazione civile e la gestione delle emergenze.
Il documento visionato dal quotidiano spagnolo El Pais delinea 30 azioni chiave che i Paesi membri dovrebbero implementare per garantire che i cittadini europei possano resistere per almeno 72 ore senza aiuti esterni. Tra i beni essenziali suggeriti ci sono cibo, medicine, batterie e altri materiali necessari per affrontare l’eventualità di una crisi.
La bozza della “Strategia di preparazione dell’Unione” sottolinea un cambio di mentalità che deve avvenire all’interno delle istituzioni e delle società europee.
“Dobbiamo prepararci a incidenti e crisi intersettoriali su larga scala, inclusa la possibilità di aggressione armata”, si legge nel documento.
L’idea è chiara: l’Europa deve essere proattiva, non reattiva.
Questo approccio non è affatto nuovo; già nel report sulla Difesa europea presentato lo scorso ottobre, si avvertiva che l’Europa era impreparata ad affrontare scenari di crisi.
L’ex primo ministro finlandese Sauli Niinisto, autore di quel report, ha ora un ruolo chiave nell’elaborazione di queste nuove linee guida.

La strategia non si limita alla preparazione contro la guerra.
La bozza evidenzia anche il rischio di cambiamenti climatici, cyber attacchi e sabotaggi alle infrastrutture strategiche.
Questi scenari richiedono una preparazione adeguata e una ristrutturazione delle nostre capacità di gestione dei rischi.
“Se non si affronta migliorando la capacità strutturale delle nostre società di gestire i rischi, i costi umani, economici e sociali non faranno che aumentare”, avverte il documento.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha messo in chiaro che il Covid, la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico sono segnali di un periodo di alta incertezza. “Dobbiamo risvegliarci a una nuova realtà instabile”, ha dichiarato, enfatizzando l’urgenza di adottare misure concrete.
Mentre l’Europa si prepara ad un futuro incerto, la preparazione e la resilienza diventano le parole chiave.
La strategia di autosufficienza di 72 ore non è solo una misura di emergenza, ma un passo verso una maggiore indipendenza e sicurezza.
La domanda è: l’Europa sarà pronta ad affrontare le sfide che si profilano all’orizzonte?
Solo il tempo lo dirà, ma è chiaro che il cambiamento è già in atto.
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