BRUXELLES. Un anno fa la presidente della Commissione Europea, Ursula von Der Leyen aveva chiesto all’ex presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ex Governatore della Banca d’Italia ed ex Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi di scrivere un rapporto economico per l’Unione.
Ed oggi, Draghi in conferenza stampa.a Bruxelles ha presentato il suo lavoro.
In particolare, ha detto che il fabbisogno finanziario necessario all’Unione Europea, per raggiungere i suoi obiettivi prefissati, è enorme e per questo sono necessari tra i 750 e gli 800 miliardi di euro come investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione (pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023).
Draghi ha riportato alla memoria il famoso Piano Marshall https://www.treccani.it/enciclopedia/piano-marshall_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)/) quando nel periodo 1948-1951 questi investimenti equivalevano all’1-2% del Pil dell’Unione.
Tra le raccomandazioni il rapporto parla di un aumento dei finanziamenti europei per la Ricerca e Sviluppo (R&S) nel campo della difesa e di una concentrazione degli stessi su “iniziative comuni”.
Come? Sviluppando nuovi programmi a duplice uso e una proposta di progetti europei di difesa di interesse comune per organizzare la necessaria cooperazione industriale.
“Nessuno Stato membro può finanziare – sostiene Mario Draghi -, sviluppare, produrre e sostenere efficacemente tutte le capacità e le infrastrutture necessarie per mantenere la leadership” nelle tecnologie più avanzate di oggi.
Per l’ex capo del Governo italiano l’Europa deve agire in fretta o sarà una lenta agonia.
O l’Europa diventa più produttiva o dovremmo scegliere, ha detto senza giri di parole Draghi.
“Non saremo in grado di diventare contemporaneamente leader nelle nuove tecnologie, faro della responsabilità climatica e attore indipendente sulla scena mondiale – ha aggiunto -. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. È una sfida esistenziale”.
Tra le proposte dell’ex presidente BCE c’è anche emettere Eurobond. “L’Unione europea ha bisogno di un titolo di debito pubblico comune – ha sostenuto -. Serve un asset sicuro comune? La risposta è sì. Sapete tutti come la penso: è uno strumento funzionale per raggiungere i nostri obiettivi”. Su questo “serve una valutazione comune su quali siano i pericoli e le ricadute. E questo è un ambito in cui i Paesi membri devono mettersi d`accordo”.
Tra le altre cose urgenti che devono essere fatte, secondo Draghi, in un mondo “in procinto di una rivoluzione dell’intelligenza artificiale, l’Europa non può permettersi di rimanere bloccata nelle tecnologie e industrie di mezzo del secolo scorso. Dobbiamo sbloccare il nostro potenziale innovativo”.
Per l’ex capo del Governo italiano “questo sarà fondamentale non solo per essere leader nelle nuove tecnologie, ma anche per integrare l’IA nelle nostre industrie esistenti in modo che possano rimanere all’avanguardia”.
E, se da un lato l’Europa deve puntare a “eguagliare gli Stati Uniti in termini di innovazione, dall’altro deve puntare a superarli nell’offrire opportunità di istruzione e di apprendimento agli adulti e buoni posti di lavoro a tutti per tutta la vita”,
PER APPROFONDIRE
IL DOCUMENTO UFFICIALE IN INGLESE
The future of European competitiveness _ A competitiveness strategy for Europe
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