Migranti. Parla la console della Tunisia a Napoli, Beya Ben Abdelbaki Fraoua: “Intendiamo rafforzare il rapporto con l’Italia per la sicurezza dell’Europa”

Napoli. Dal 2016, la Tunisia è guidata da un Governo di unità nazionale presieduto da Youssef Chahed. Il quale gode del sostegno di un’ampia maggioranza parlamentare che assicura l’appoggio alle ambiziose riforme messe in campo. Il Governo ha adottato ad un’importante legge sugli investimenti e si attendono ulteriori avanzamenti in materia di lavoro e di funzione pubblica. Nel 2017 è stata, inoltre, lanciata una campagna di lotta alla corruzione.

La politica di prevenzione e di lotta al terrorismo ha ottenuto risultati visibili, come testimonia la graduale ripresa dei flussi turistici dall’Europa.

Tunisia è sempre una meta turistica molto richiesta

Nei confronti di potenziali investitori, il Paese si presenta ancorato al percorso riformista, stimolato dall’attivismo di una società civile dinamica e sostenuto nei suoi sforzi di crescita da un’ampia schiera di partner e di istituzioni finanziarie internazionali.

La Tunisia punta al continuo sviluppo ed al rafforzamento delle relazioni con l’UE , suo primo partner commerciale, indirizzando verso il mercato europeo circa il 75% delle esportazioni e da cui ottiene all’incirca il 55% delle importazioni totali.

L’Italia rappresenta da oltre vent’anni il secondo partner commerciale ed economico del Paese nord africano, subito dopo la Francia.

La Tunisia ha sempre presentato caratteristiche ideali per gli investitori italiani, grazie alla vicinanza geografica, ad una normativa particolarmente favorevole in materia di incentivi ed al basso costo dei fattori di produzione.

Essa rappresenta un ponte per l’Italia sul Mediterraneo, una piattaforma produttiva naturale per le nostre aziende impegnate a diversificare le proprie attività ed a penetrare nuovi mercati, soprattutto in Nord Africa, Paesi del Golfo ed Africa francofona.

Secondo i dati dell’INS, l’interscambio della Tunisia con l’Italia, nel corso dei primi 9 mesi del2017, è stato lievemente negativo per la Tunisia in quanto le sue importazioni dal nostro Paese sono state leggermente superiori delle esportazioni. Il saldo commerciale rimane quindi a favore dell’Italia.

Tenendo conto dei dati relativi ai primi 9 mesi dello scorso anno, l’Italia ha addirittura scavalcato la Francia dato che il valore delle importazioni tunisine da noi è stato più elevato di quelle dalla Francia.

Pertanto l’Italia, nel periodo considerato, si colloca al 1° posto, seguita dalla Francia, nella graduatoria dei principali Paesi partner del Paese nord africano, con una quota pari a 15,4% del volume globale delle importazioni della Tunisia, mentre quella della Francia è del 15,06%.

Subito dopo la Francia e l’Italia, i principali partner della Tunisia, sono, per quanto riguarda le importazioni, la Repubblica Popolare della Cina con il 9,1% degli scambi totali della Tunisia e la Germania (3° a livello europeo) con circa l’8%. Dopo questo quartetto, troviamo la Turchia, con un valore di importazioni nei primi 9 mesi del 2017 pari circa 635,6 milioni di euro (4,4% del totale importato dalla Tunisia), seguita da vicino dalla Spagna e poi dall’Algeria.

In Tunisia, la presenza delle aziende italiane è forte e ben radicata. Nonostante le difficoltà di questi ultimi anni, esse hanno mantenuto le loro posizioni, spesso incrementandole. Secondo le statistiche delle competenti Agenzie nazionali (API e FIPA) sono attive nel Paese oltre 850 imprese (la maggior parte delle quali sono società totalmente esportatrici, off-shore).

Le aziende italiane installate in Tunisia – miste, a partecipazione italiana o a capitale esclusivamente italiano – impiegano oltre 60 mila persone e rappresentano quasi un quarto del totale delle imprese a partecipazione straniera.

L’Italia è presente nel settore manifatturiero, costruzioni (Todini ) e grandi opere (Ansaldo Energia), coke e petrolio (Eni Tunisie BV) componentistica automotive, bancario, trasporti (Germanetti), meccanico, elettrico, agro-alimentare, farmaceutico.

Significativa anche la rilevanza del settore energetico, in quanto in Tunisia passa il gasdotto TTPC che collega Italia e Algeria.

Aziende italiane, infatti, si sono aggiudicate importanti commesse per grandi lavori infrastrutturali per autostrade, rete ferroviaria veloce, centrali elettriche ed altro. Il settore merceologico con maggiore presenza di imprese italiane resta quello del tessile-abbigliamento, con la presenza sia di piccole e medie imprese che di noti gruppi industriali.

Attualmente il settore turistico risulta in netta ripresa (+ 36% rispetto al 2016 ). Sono operativi voli Alitalia con due frequenze giornaliere su Roma e Milano e voli Tunisair da Napoli, ben collegata anche per via marittima .

Report Difesa ha intervistato la console della Repubblica della Tunisia a Napoli, Beya Ben Abdelbaki Fraoua, a margine di un convegno a Napoli dal titolo “Tunisia, una piattaforma tra Europa ed Africa”, dedicato proprio al tema degli investimenti nel Paese.

La console della Repubblica della Tunisia a Napoli, Beya Ben Abdelbaki Frauoa

Console, perché si parla di una piattaforma tra l’Italia ed il suo Paese?

La Tunisia è il primo punto terrestre del’Africa. Storicamente il nome della Tunisia è Ifriqiya. Quando gli europei, gli italiani vengono in Tunisia è come se percorressero un ponte verso questo Continente. Moltissimi Paesi africani hanno rappresentanti economici in Tunisia. Le due terre sono molto vicine, da tutti i punti di vista.

Parliamo di immigrazione. Come si sta comportando il suo Paese riguardo a questa problematica? E’ risolta la polemica tra l’Italia e la Tunisia a proposito di migranti ex detenuti che sarebbero scappati da qui?

Non si sono problemi tra la Tunisia e l’Italia per quanto riguarda la questione dell’immigrazione. L’Italia e l’Unione Europea stanno cercando soluzioni per risolvere le richieste degli africani che vogliono venire in Italia.

Vorrei precisare che quelli che partono dalla Tunisia non sono tutti tunisini. Ci sono libici o provengono da altre parti dell’Africa. I tunisini che vengono non sono criminali. Sono persone che non hanno lavoro. Sono migranti economici. Non è vero che la Tunisia abbia aperto le sue carceri per far fuggire i criminali. Con la rivoluzione (cosiddetta dei gelsomini del 2010-2011 ndr) è stata fatta un’amnistia solo per i detenuti politici. Non liberiamo i criminali!

Il mio Paese cerca di contrastare questa ondata di clandestini. La Tunisia ha firmato accordi con l’Italia, da tempo. Ed ora cerchiamo di rinforzare questo rapporto con l’Italia per la sicurezza dell’Europa. Ma l’Unione europea deve aiutare l’Italia contro queste ondate di clandestini.

Com’è oggi il livello di sicurezza in Tunisia, dopo gli attacchi jihadisti del passato?

Il Governo tunisino ha aumentato i controlli alle frontiere con la Libia. Si può dire che oggi ci sia più sicurezza. Dal 2015 non si segnalano particolari eventi legati appunto alla sicurezza. E’ normale che dopo una rivoluzione occorrano decine di anni perché un Paese si stabilizzi,

PER APPROFONDIRE:

Scheda SACE Tunisia

 

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