Roma. In un libro sono custodite tante storie.
E nei 19 volumi che, oggi, i Carabinieri della Tutela Patrimonio Culturale al comando del Generale di Brigata Roberto Riccardi e la responsabile della Direzione Generale Archivi del Ministero per i Beni, le Attività culturali e il Turismo (MIBACT), Anna Maria Buzzi hanno restituito alla Comunità ebraica di Roma, sono custodite le radici e la identità degli ebrei romani.

Un momento della cerimonia
Si tratta, infatti, di 19 libri di varia natura che con ogni probabilità sono tutti riconducibili alla Biblioteca del Collegio Rabbinico di Roma e comunque appartenenti, per argomento e materia, alla Comunità stessa.
Rappresentano solo una piccola parte di quelle migliaia di libri che il 13 ottobre 1943 furono razziati dai nazisti, solo tre giorni prima che avvenisse da Roma la massiccia deportazione di 1.023 ebrei verso i campi di sterminio.
I testi sono stati stampati in vari momenti storici: dal 1723 al 1942.
Alcuni sono stati scritti da religiosi di fede ebraica, altri invece da cattolici critici nei confronti dell’ebraismo.
Fra gli interventi della cerimonia, anche la presidente della Fondazione Museo Ebraico di Roma, Alessandra Di Castro.
Il protocollo, firmato in conferenza stampa dal Generale Roberto Riccardi e dalla presidente Ruth Dureghello, regola la collaborazione tra il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri e la Comunità Ebraica capitolina per la salvaguardia del suo patrimonio artistico- culturale,
E’ valido tre anni ed è rinnovabile. Prevede, tra l’altro, un’incisiva e sinergica azione di ricerca.
La Comunità Ebraica di Roma è impegnata quotidianamente nella promozione della cultura ebraica, compresa la conservazione, la valorizzazione, lo studio e la ricerca, la gestione e l’incremento del suo patrimonio e di ogni bene culturale che costituisca espressione della storia, delle tradizioni e dell’identità religiosa della Comunità stessa.

I libri recuperati
Le aree di intervento descritte dal protocollo riguardano la promozione di iniziative in tema di prevenzione e di contrasto del traffico illecito di oggetti di cultura ebraica e la condivisione di informazioni relative ad oggetti di origine o uso ebraico provenienti da furti o sottrazioni illecite.
“Il recupero dei 19 libri – ha spiegato la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello – ha un significato che travalica il valore intrinseco di questi oggetti di studio, perché rappresentano e testimoniano storie personali e vite perdute. Riportandoli al luogo a cui appartengono, la Comunità e il Museo ebraico di Roma, possono finalmente tracciare un’altra parte della nostra storia e assicurarci che la memoria non venga perduta”.

Il 16 ottobre 1943il rastrellamento del Getto di Roma
La Dureghello ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri per questo inizio di collaborazione che con la firma del protocollo darà ora vita a un proficuo lavoro di recupero di beni e di storie che appartengono all’ampio patrimonio culturale del nostro Paese.
I libri erano stati ritrovati e catalogati presso l’Archivio di Rodolfo Siviero, l’agente segreto italiano impegnato a difendere il patrimonio culturale nazionale nel corso della II Guerra mondiale.
Dopo l’8 settembre la Biblioteca della Comunità Ebraica era stata spogliata di 7.005 volumi, che racchiudevano un’importante documentazione sulla storia e l’identità di quel popolo.
È stato anche annunciato il Gruppo di lavoro costituito in seno al Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali del MIBACT, dedicato allo stesso lavoro.
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