Carabinieri: il Comando Tutela Salute verifica 285 aziende di prelievo ed analisi diagnostica Covid-19. Contestate 94 violazioni penali ed amministrative

Roma. Nell’ambito delle attività di controllo svolte nel periodo di emergenza sanitaria, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il ministro della Salute, Roberto Speranza ha svolto specifiche verifiche sulla regolarità delle attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del virus SARS-CoV-2.

Le indagini dei Carabinieri dei NAS

In questa ultima settimana sono stati ispezionati 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ed altre strutture similari operanti nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche finalizzati all’accertamento della eventuale positività al Covid-19.

Le ispezioni, condotte in tutta Italia, hanno rilevato irregolarità presso 67 centri oggetto di controllo, contestando 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni pecuniarie.

Di queste il 60% delle violazioni rilevate dai NAS è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi  con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico.

Nel dettaglio, tra le irregolarità più frequenti, è stato rilevato il mancato possesso autorizzativo circa lo svolgimento di attività di prelievi ematici e biologici (tamponi), svolti abusivamente e in ambienti non idonei (15% delle violazioni contestate).

Per quanto riguarda l’omessa o ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti, il dato è risultato pari al 14% rispetto alle sanzioni rilevate.

Tali inosservanze sono ritenute di particolare gravità per la perdita di informazioni utili alla corretta e tempestiva tracciatura di casi e conseguente diffusione incontrollata di situazioni di contagio.

Sono state anche accertate la mancata predisposizione ed attuazione di piani e protocolli preventivi all’interno delle cliniche, come la carenza di procedure gestionali, di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali (11%), e di requisiti tecnici e professionali nell’esecuzione degli accertamenti diagnostici, riscontrando in 6 episodi, a vario titolo, l’assenza di tecnici di laboratorio abilitati e l’uso di reagenti e diagnostici scaduti, comunque impiegati nell’effettuazione delle analisi.

Nel corso delle verifiche, i Carabinieri dei NAS hanno individuato l’attivazione abusiva di punti prelievo, ematici e biologici, in aree improvvisate, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. In un caso, è stata avviata una campagna di screening della popolazione, affidata da alcuni Comuni ad un laboratorio, senza alcuna comunicazione preventiva all’Autorità sanitaria.

Un ulteriore fenomeno rilevato è la vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche anticorpali destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi.

Proprio in tale contesto sono stati sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi.

Queste le situazioni più significative accertate:

Catania

Nel corso di un’ispezione presso una profumeria sono stati scoperti e sequestrati 16 kit diagnostici per ricerca anticorpi SARS-COV-2, di verosimile provenienza estera, destinati all’uso esclusivo di professionisti sanitari.

È stato accertato che i test rapidi, occultati all’interno di contenitori anonimi in prossimità della cassa, erano detenuti a temperatura ambiente, anziché a quella raccomandata di tra 2 e 8 °C, con grave pregiudizio sull’efficacia diagnostica e conseguente inattendibilità dell’esito analitico.

Pescara

È stato segnalato all’Autorità Sanitaria la legale responsabile di un laboratorio di analisi per aver abusivamente attivato un punto prelievi per tamponi molecolari e rapidi in una tensostruttura allestita in area esterna, non prevista nella planimetria autorizzata.

I militari hanno appurato, inoltre, l’inosservanza ai protocolli “anti-Covid” sulla comunicazione giornaliera alla ASL del numero dei tamponi eseguiti e di quelli risultati positivi, nonché l’adozione delle previste procedure di smaltimento dei tamponi.

Latina

Il legale responsabile ed il direttore tecnico di un laboratorio di analisi sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria poiché ritenuti responsabili di aver falsamente attestato alla Regione Lazio l’esecuzione di test per la ricerca del Covid-19 al prezzo convenzionato, richiedendo invece agli utenti una somma superiore.

Inoltre, sono stati denunciati il legale responsabile ed il direttore sanitario di un laboratorio di analisi ubicato in Aprilia (Latina) poichè ritenuti responsabili di aver attestato falsamente all’Autorità Sanitaria il possesso di requisiti strutturali ed organizzativi per l’effettuazione dei test antigeni sebbene non posseduti.

Catanzaro

Denunciato il legale responsabile di un laboratorio di analisi accreditato poiché ritenuto responsabile di aver utilizzato, nelle attività diagnostiche, reagenti chimici scaduti di validità.

Nel corso del controllo sono state, inoltre, accertate carenze igienico sanitarie e strutturali e la mancata adozione delle misure protettive e preventive nei luoghi di lavoro in materia di contenimento.

Sono state anche sequestrate 877 fiale di reagenti e diagnostici in vitro scaduti di validità il cui valore ammonta a 4.500 euro.

Catania

Sono stati deferiti all’Aurorità Giudiziaria il legale responsabile e il direttore tecnico di un centro privato accreditato di analisi cliniche, poiché ritenuti responsabili di aver utilizzato, per gli esami di laboratorio a carico del Servizio sanitario regionale, reagenti scaduti di validità, peraltro custoditi in celle frigorifere prive del dispositivo di controllo della temperatura.

Sequestrati 12 contenitori di reagenti e diagnostici in vitro il cui valore complessivo ammonta a 1.000 euro.

I Carabinieri, nel corso di una ampia strategia di controlli sul territorio, hanno anche scoperto 5 laboratori di analisi convenzionati con il Servizio Sanitario della Regione Sicilia che non ottemperavano alle procedure obbligatorie di inserimento degli esiti analitici ai test Covid-19 nella piattaforma regionale.

Lecce

Nel corso di un’attività info-operativa, è stato individuato un laboratorio di analisi che erogava  test molecolari per la diagnosi del Covid-19 sebbene non fosse stato autorizzato. Il valore commerciale del laboratorio, per cui è stata disposta la chiusura ammonta a 800 mila euro.

Reggio Calabria

I Carabinieri del NAS reggino hanno Individuato un centro di analisi cliniche accreditato per aver eseguito testi rapidi per l’accertamento della positività al Covid-19 in assenza di autorizzazione e dei relativi requisiti funzionali nonchè utilizzato reagenti chimici scaduti di validità.

Sono stati sequestrati 17 reagenti irregolari il cui valore complessivo ammonta a 1.000 euro.

Il legale responsabile e un tecnico di laboratorio, peraltro non iscritto al relativo albo, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.

Campobasso

E’ stato idndividuato, in provincia di Isernia, un centro diagnostico in cui si effettuavano prelievi e test rapidi per il rilevamento della positività al Covid-19 all’interno di locali privi di autorizzazione e dei minimi requisiti strutturali ed organizzativi.

Bologna

Sono stati sttoposti a sequestro amministrativo 123 kit test antigenici rapidi (ricerca IGG-IGM), prodotti in Cina, indebitamente posti in vendita presso un’erboristeria della provincia bolognese.

E’ stata poi contestata al titolare la violazione amministrativa per l’importo complessivo di 10 mila euro, per aver pubblicizzato on-line un dispositivo medico diagnostico in vitro in assenza di autorizzazione ministeriale.

Cremona

E’ stato segnalato all’Autorità Sanitaria il gestore di un ambulatorio medico per aver eseguito tamponi rapidi antigenici per ricerca Covid-19 sulla cittadinanza in esecuzione ad un piano di screening collettivo concordato con alcune amministrazioni comunali del Basso Pavese, senza aver dato preventiva comunicazione all’Autorità Sanitaria.

Pescara

A seguito di riscontri svolti in collaborazione con l’ASL nell’area marsicana, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria un medico chirurgo, direttore sanitario di un poliambulatorio della provincia de L’Aquila, per aver omesso di comunicare alla stessa ASL  i casi di positività al Covid-19 rilevati nel corso dei test sierologici e antigenici rapidi effettuati sui clienti del laboratorio, impedendo l’attivazione delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia.

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