Di Pierpaolo Piras*
Washington. E’ dimostrato che la variante Delta del Coronavirus si diffonde più velocemente del virus originale.
Questo dato di fatto fa sì che la percentuale della popolazione che deve essere vaccinata per raggiungere la protezione da “immunità di gregge”, potrebbe essere superiore all’80% o più, secondo quanto dicono gli studiosi.
Inoltre, per le stesse ragioni, secondo le conclusioni della “Infectious Diseases Society of America”, è fortemente indicato l’utilizzo di una maschera (filtro facciale) FFP2 (se di certificazione europea) o N95 (se di certificazione americana) in tutti gli spazi interni pubblici, indipendentemente dallo stato vaccinale.
Secondo la medesima società scientifica, praticare la terza dose di richiamo (booster shot) per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale, non è la massima priorità per la salute pubblica in questo momento.
Nel senso che le terze vaccinazioni potrebbero/dovrebbero essere riservate alle sole popolazioni più vulnerabili mentre tutti gli sforzi dovrebbero concentrarsi nel praticare le prime dosi vaccinali alle persone tuttora non vaccinate, in tutto il mondo.
“Il problema qui è che la variante Delta è più trasmissibile del virus originale. Ciò sposta verso l’alto la soglia generale di immunità di gregge della popolazione – fanno sapere dall’Istituto di Medicina dell’Università dell’Alabama – Per il Covid della variante Delta, le stime sulla soglia minima vanno ben oltre l’80% e potrebbero avvicinarsi al 90%”..
Le stime del passato, riferite al Coronavirus originale, richiedevano che circa il 67% della popolazione dovesse essere vaccinato per il raggiungimento di questa forma di immunità sociale.
Giusto per avere un riferimento comparativo, il comune morbillo, malattia esantematica infantile, ubiquitaria, presenta una delle soglie di immunità di gregge più elevate, pari al 95%.
L’immunità di gregge è il termine epidemiologico col quale si identifica il numero sufficiente di persone che vengono immunizzate per il solo fatto che l’intera popolazione ha ottenuto la propria protezione immunitaria con la vaccinazione.
Già ora, questo fenomeno epidemiologico protettivo sta dando segno di sé: le persone non vaccinate stanno effettivamente beneficiando di una maggiore protezione nelle comunità a più alto tasso di vaccinazioni.
Massimizza la protezione dalle maschere
A differenza dell’inizio della pandemia di COVID-19 funestata da una diffusa carenza di dispositivi di protezione individuale, i filtri facciali e le mascherine sono ora prontamente e diffusamente disponibili.
Ciò include anche le maschere più aggiornate ed efficaci come le FFP2.
Sei protetto contro la variante Delta?
Seguendo le raccomandazioni del CDC del 27 luglio la maggior parte degli americani indossa maschere al chiuso, quando si trova in luoghi pubblici.
Le raccomandazioni scientifiche continuano. “Penso che dobbiamo aggiornare le nostre maschere”, ha detto Emanuel, professore all’Università della Pennsylvania, a Filadelfia.
“Non è una maschera qualsiasi- ha aggiunto — quelle buone fanno una grande differenza e sono molto importanti”.
La protezione offerta dalle maschere FFP2 riguarda il blocco delle particelle da 0,3 micron di diametro.
“E – ha aggiunto Emanuel – penso che dobbiamo assicurarci affinché le persone abbiano maschere in grado di filtrarlo. Anche se le maschere chirurgiche sono molto buone,. Non lo sono quanto e come le FFP2”.
Le FFP2 filtrano il 94% di queste particelle, comprese quelle virali.
Il Prof. Emanuel ha riconosciuto che le persone sono stanche del COVID-19 e rispettano le misure di salute pubblica, ma ha esortato alla perseveranza nella prevenzione e rispetto delle restrizioni.
“Abbiamo sacrificato molto. Non dovremmo buttarla via in pochi mesi perché siamo stanchi – ha detto -. Siamo tutti stanchi, ma dobbiamo fare un po’ di più per vaccinarci, indossare maschere al chiuso e proteggere noi stessi, le nostre famiglie e le nostre comunità”.
Gestione di una disconnessione
In risposta alla domanda sulla possibilità che una grande folla, in un qualsiasi festival musicale, possa diventare un evento “superspreader”, Emanuel ha detto: “Per chi ha intenzione di andare a un raduno del genere, è saggio indossare una maschera FFP2, così come è raccomandato non passare troppo tempo in un assembramento”.
E ha continuato, “questo è il tipo di situazione nella quale abbiamo una sorta di discrepanza tra il desiderio delle persone di tornare alla normalità e il fatto che siamo nel bel mezzo di una recrudescenza epidemica. Un altro problema attuale è che il raduno musicale riunisce numerose persone provenienti da molte località diverse. Pertanto, al loro rientro a casa, potrebbero diffondere il virus ad altre comunità”.
La terza dose di richiamo: solo per alcuni, per ora
Anche se non ufficialmente raccomandato, alcuni cittadini americani, vaccinati con due dosi, stanno cercando di praticare una terza vaccinazione di propria iniziativa.
A tale proposito, da un punto di vista clinico, si sta già affermando l’intenzione di dover passare alla terza somministrazione , ma solo alle persone con compromissione dell’apparato immunitario.
A tale proposito, è chiaro che i ricercatori attendono la conclusione dei numerosi studi attualmente in corso.
Ciò che tutte le società scientifiche raccomandano a coloro che non sono stati ancora trattati, di vaccinarsi completamente e al più presto.
Un ostacolo ancora da superare è combattere la diffusa propaganda di disinformazione, la quale non cessa di diffondere dati falsificati e privi di qualsivoglia fondamento scientifico sugli effetti a loro avviso nocivi del vaccino anti-Covid.
Il dilemma dell’infezione asintomatica
Tracciare le infezioni sintomatiche rimane più facile che studiare le persone completamente vaccinate che vengono infettate dal coronavirus ma in assenza di sintomi patologici.
Attualmente non si ha ancora una gestione ottimale sulla frequenza dei casi asintomatici. Se manca l’individuazione delle infezioni asintomatiche, si potrebbe perdere anche la eventuale individuazione e poi l’evoluzione delle eventuali e nuove varianti virali
I casi di assetto clinico asintomatico costituiscono il gruppo più preoccupante e per questo stanno ricevendo il massimo delle attenzioni da parte dei centri di ricerca.
Infatti, la persona infettata si sente bene. Tutt’al più ha un po’ di starnuti o qualche colpo di tosse, ma niente di preoccupante ed insolito. Eppure, è ancora in grado di trasmettere patologicamente la variante Delta.
Il quadro generale
La diffusa recrudescenza di casi, ricoveri e decessi avuta con il calo delle restrizioni era più che prevista, specie in considerazione della variante Delta, e pone una sfida seria a tutte le società. Essa va affrontata facendo vaccinare il più elevato numero di persone in questo momento.
Sottolineando che il virus Delta e le successive varianti hanno avuto origine all’estero, far vaccinare l’intero mondo deve essere una priorità assoluta.
Seguendo i dettami che solo la scienza, e non le istanze politiche, può dare.
*Specialista in Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico-Facciale
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