Di Pierpaolo Piras
Roma. Vaccino Astra Zeneca. Gli studiosi continuano ad indagare scientificamente su quale sia la patogenesi dei gravi effetti collaterali verificatisi sul processo della coagulazione del sangue in alcuni vaccinati.
Sulla base di questo disturbo e del gran clamore mediatico che ne è seguito, alcuni Paesi hanno adottato importanti restrizioni all’utilizzo di questo essenziale prodotto terapeutico del Covid-19.
I provvedimenti sono stati diversi: in alcuni Paesi europei è stata esclusa la sua somministrazione in persone di età inferiore a 55 o 60 anni. In Canada in soggetti ancora più giovani.
Il fatto
In seguito alla inoculazione del vaccino prodotto da Astra Zeneca, alcuni pazienti hanno manifestato effetti collaterali legati alla coagulazione patologica del sangue (tromboembolia ematica).
Ultimamente, gli studiosi della Università di Greifwald, del nord della Germania, hanno studiato in profondità le risultanze di laboratorio presenti in nove pazienti che hanno sviluppato questa malattia tromboembolica con piastrinopenia (diminuzione della concentrazione piastrinica nel sangue) da 4 a 16 giorni successivi a quello della somministrazione del vaccino Astra Zeneca.
Già dai primi risultati è parso chiaro che in alcuni degli esaminati siano stati posti in evidenza anticorpi attivanti le piastrine diretti contro il fattore piastrinico 4 (PF4), simile a quanto si riscontra in una diversa sindrome, la “trombocitopenia indotta dall’eparina” (HIT) .
Le piastrine sono corpuscoli ematici, simili a cellule, prodotte dal midollo osseo, che sono implicati, insieme ad altri numerosi fattori, nella formazione del processo coagulativo del sangue.
Pertanto, nosologicamente, è emersa una nuova condizione patologica: “Trombocitopenia immunitaria protrombotica indotta da vaccino (VIPIT)”.
Su questa base, l’Agenzia Europea sul Farmaco (EMA) ha comunicato che nei pazienti testati per tali problematiche della emocoagulazione “non è stato identificato alcun fattore di rischio specifico, come età, sesso o una precedente storia medica di disturbi della coagulazione. In sintesi, non è stato scientificamente provato un nesso causale tra il vaccino Astra Zeneca e le complicanze microtrombotiche all’oggetto di tanto clamore mediatico.
Tuttavia, gli studi proseguono.
In un’altra fondamentale dichiarazione, la stessa agenzia europea osserva: “L’EMA è del parere che i benefici del vaccino AstraZeneca nella prevenzione del COVID-19, con il suo rischio associato di ospedalizzazione e morte, superino i rischi di effetti collaterali”.
E poi che “: “Le persone vaccinate dovrebbero essere consapevoli della remota possibilità che si verifichino questi eventi molto rari di coaguli ematici.
Se i vaccinati presentassero sintomi suggestivi per problemi della coagulazione, come descritto nelle informazioni sul prodotto, dovrebbero consultare immediatamente un medico e informare gli operatori sanitari della loro recente vaccinazione”.
Rimane l’invito di tutte le associazioni scientifiche affinché non si dia alcuna credibilità scientifica a quelle fonti mediatiche che creano dal nulla un facile allarmismo solo per attirare più lettori o telespettatori.
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