«Ci troviamo in una fase dove il rischio di un conflitto internazionale combattuto nella dimensione cibernetica è più elevato del rischio di un conflitto militare tradizionale, ma d’altra parte non possiamo escludere che dal primo si scivoli, senza controllo, nel secondo». Ne è sicuro il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che questa mattina, insieme al Ceo di Leonardo Alessandro Profumo, ha aperto i lavori dell’edizione romana di Cybertech Europe 2017, uno dei più grandi eventi a livello mondiale dedicato alle soluzioni cibernetiche. «Esiste un problema molto serio, che tocca in particolare le responsabilità della Difesa. Già oggi, la distinzione fra pace e guerra, o l’identificazione dell’aggressore e dell’aggredito, sono diventate molto più difficili rispetto al passato». A questo proposito il Ministro Pinotti ha parlato di «conflitti ambigui», affiancando questo concetto a quelli già noti di “conflitti asimmetrici” e “guerra ibrida”. La minaccia cibernetica rappresenta, per il ministro della Difesa, «una forte vulnerabilità per tutti gli Stati» e per il «sistema di sicurezza internazionale nel suo complesso», difronte alla quale «le capacità difensive rischiano di arrivare troppo tardi per essere davvero utili». Questo perché, come ha sottolineato la Pinotti, «le potenzialità offensive degli attacchi cibernetici sono elevatissime» e, parallelamente, «non è affatto facile individuare le responsabilità di eventuali aggressioni e, quindi, attivare la Comunità internazionale per sanzionare i responsabili».
Se le minacce corrono di pari passo con lo sviluppo della tecnologia, il Ministro propone «soluzioni nuove che, in analogia a quanto fatto nei decenni passati per ridurre il rischio di conflitti fra grandi Potenze, permettano di costruire prima un ragionevole grado di trasparenza sui rispettivi “arsenali cibernetici” e, poi, ragionevoli misure di confidenza reciproca». Se «non possiamo disinventare le tecnologie cibernetiche offensive, come non possiamo disinventare le armi nucleari – ha concluso il Ministro – dobbiamo però costruire un sistema nel quale il ricorso a tali forme di offesa sia ostacolato, o reso inutile, o magari controproducente».
Secondo stime di mercato, l’80% delle imprese europee risultano colpite da attacchi cyber con un aumento esponenziale del giro d’affari prodotto dai crimini cibernetici. «Si calcola che nei prossimi cinque anni l’impatto del cybercrime raggiunga gli 8mila miliardi di dollari e che nel 2020 saranno stati rubati 5 miliardi di record» ha affermato l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, intervenendo questa mattina a Cyber Tech Europe 2017. Dati che, secondo Profumo «dimostrano come il crimine informatico si sia “industrializzato” con organizzazioni ben strutturate e orientate al profitto». Nel futuro immaginato dall’A.d. di Leonardo «realtà fisica e virtuale convergono e la sicurezza cibernetica sarà connessa a quella fisica». «Con una previsione di 80miliardi di dispositivi connessi nel 2025 – ha concluso Profumo – si stima che il mercato globale della cyber security cresca da 120 miliardi di euro nel 2017 a circa 180 miliardi di euro nel 2021. Il solo mercato europeo rappresenta circa il 25% del mercato globale e se ne stima una crescita a 44,6 miliardi nel 2021».
© RIPRODUZIONE RISERVATA