Lima. Al Venezuela sono rimasti pochi Paesi amici. Solo quelli che fanno parte dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della nostra America (ALBA; http://alba-tcp.org) . Si tratta di un trattato commerciale firmato nel 2004 a L’Avana sotto l’occhio vigile di Cuba. Sono tutti Stati che lottano “contro la povertà sociale” basandosi su idee di sinistra.
Dopo la Colombia è intervenuto il Perù. Oggetto dello scontro politico-diplomatico le elezioni presidenziali del 22 aprile in Venezuela che, così come ha fatto la Colombia, sarebbero state convocate solo per favorire al rielezione del Presidente Nicolas Maduro.
Ieri si è riunito il Gruppo di Lima che raggruppa 14 maggiori potenze dell’America latina. Il ministro degli Esteri peruviano, Cayetana Aljovín, ha detto che il Venezuela né il suo Presidente saranno i benvenuti al Vertice delle Americhe in agenda dal 13 al 14 aprile.
La Aljovín, a questo proposito cita un testo approvato in una riunione in Canada nel 2001: “Qualsiasi alterazione – si legge – o rottura istituzionale dell’ordine democratico mi qualsiasi Stato dell’emisfero costituisce un ostacolo insuperabile per la partecipazione del Governo di questo Stato al Vertice delle Americhe”.
E, per il Gruppo di Lima, visto che già verso il Venezuela, nello scorso luglio, era stato dato una sorta di altolà nella condotta politica e nel rapporto con le opposizioni, ora non resta che “all’ammonizione” far seguire “un”espulsione”.
Intanto, è stata aperta un’indagine presso la Corte Penale internazionale de L’Aja e il Gruppo di Lima si fa forte di questo, come si fa forte dell’informazioni della Commissione interamericana dei Diritti umani sulla qualità della democrazia in Venezuela.
La responsabile della diplomazia peruviana aggiunge che gli altri Paesi non ce l’hanno certamente con il popolo venezuelano che “ha bisogno di medicine, di cure mediche, di cibo. Per questo siamo pronti ad appoggiare e collaborare per un canale umanitario”.
Ricordiamo che da settimane, se non da mesi, ai confini colombiani (2 mila chilometri di frontiera terrestre) premono ogni giorno migliaia di venezuelani che intendono scappare dal loro Paese.
Insomma, l’obiettivo delle potenze sud americane è la caduta di Maduro e la fine del chavismo.
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