Di Gerardo Severino*
BUENOS AIRES (nostro servizio particolare). Dopo il saggio dedicato alla Banda Musicale e alle Fanfare in servizio presso la gloriosa Gendarmeria Nazionale Argentina (GNA), desidero proporre ai lettori di Report Difesa qualche breve nota riguardo al Museo Storico nazionale che il Corpo di Polizia sud americano possiede presso lo stesso Comando Generale, in Avenida Presidente Ramón S Castillo nº 788, Edificio “Centinela”, nel Quartiere del Retiro, a Buenos Aires.
Firmo questo articolo a pochi giorni dalla cessazione del mio incarico di Direttore del Museo Storico nazionale della Guardia di Finanza, carica che lascerò il 31 dicembre prossimo e che ho ricoperto per moltissimi anni, tenendo presente che ho prestato servizio al Museo sin dal 1° luglio del lontano 1994.
Ho voluto scrivere queste brevi note in quanto ritengo che il Museo Storico della GNA sia quello – a livello mondiale – che più di altri s’avvicina al Museo Storico delle Fiamme Gialle.
Ciò, come si ricorderà, è dovuto essenzialmente alla incredibile similitudine che lega i due Corpi di Polizia, principalmente dal punto di vista istituzionale, tenendo a mente che la GNA, proprio in funzione della sua tradizionale e primaria missione di Polizia frontaliera a tutela degli interessi doganali del Paese, è amorevolmente definita “Sentinella della Patria”, un titolo nobile che da solo ci fa comprendere come lo stesso Museo Storico sia stato improntato e allestito in omaggio a tale tradizione.
Come tutti i Corpi militari, così come del resto accade anche per quelli di Polizia ad ordinamento civile, quello della GNA trova fondamento in una primaria raccolta di cimeli riunita presso il vecchio “Circolo Ufficiali”, che allora aveva sede in via Paraguay 975.
Si trattava prevalentemente di oggetti provenienti da donazioni offerte dallo stesso personale della Fuerza, ovvero provenienti dalle più disparate località del Paese ove la GNA operava con i suoi molteplici reparti sin dal 1938, anno della sua fondazione.
Ebbene fu il 26 luglio del 1979, a poco più di quarant’anni dalla stessa istituzione del Corpo militare, che l’allora Direttore Generale/Comandante Generale della Fuerza inaugurò ufficialmente un primo locale (misurava 8×4 metri) dedicato a Museo Storico, peraltro ricavato nell’ambito dello stesso “Circolo Nazionale della Gendarmeria”.
Già allora aperto liberamente al pubblico, il Museo riscosse da subito un grande successo e questo spinse i vertici del Corpo a ipotizzare un primo ampliamento dell’Ente culturale.
Ciò avvenne a partire dal 4 dicembre del 1984, allorquando iniziarono i lavori di adeguamento e ristrutturazione dell’attuale infrastruttura di Avenida Presidente Ramón S Castillo nº 788, ove il Museo avrebbe usufruito di una superficie di 1.000 metri quadrati.
Poco più di sei mesi dopo, esattamente il 26 luglio 1985 fu così inaugurata la prima Sala, dedicata alla memoria del primo Direttore Generale della GNA, il Brigadiere Generale Don Manuel María Calderón.
Negli anni seguenti il Museo Storico è stato ampliato ulteriormente ed oggi si articola in cinque Sezioni, altrimenti definite “Sale”, ognuna delle quali intitolate a militari della Fuerza che hanno lasciato il proprio segno nella nobile Istituzione.
Nell’ordine: Sala II Comandante Ispettore D Marcelo Barbieri; Sala III Comandante Generale D Arturo Lopetegui; Sala IV Assistente Sergente Gumersindo Acosta e Sala V Gendarme Miguel Ángel Tripepi (militare del quale ci siamo pure occupati su questo giornale, https://www.reportdifesa.it/argentina-il-calabrese-miguel-angel-tripepi-e-il-primo-caduto-della-gendarmeria/).
Essendo un Museo d’Arma – ripeto aperto al pubblico e completamente gratuito – è ovvio che esso documenti analiticamente l’epopea istituzionale della Gendarmeria Nazionale Argentina, peraltro andando a ritroso nel tempo, quando ovviamente la Fuerza non era stata ancora istituita.
Si parte, quindi, dall’epoca coloniale per arrivare sino ai nostri giorni.
Ricordiamo tutti quali sono i compiti istituzionali della GNA, ivi comprese le missioni militari all’estero, ma anche e purtroppo la sua partecipazione alla guerra delle Malvinas e alla repressione del terrorismo, eventi che registrarono, come si ricorderà, la perdita di non pochi Gendarmi.
Nel Museo sono esposti cimeli di altissimo pregio e valore storico, fra i quali è doveroso segnalare le bandiere e le insegne del periodo coloniale spagnolo, prima fra tutte quella del Corpo dei Blandengues de la Frontera, antesignano della stessa Fuerza.
Con uno sguardo rivolto ai colleghi di altri Paesi del mondo, il Museo della GNA è uno dei pochi che ha voluto omaggiare i Corpi di Polizia stranieri, esponendo una straordinaria carrellata di uniformi, ivi comprese quelle delle Forze di Polizia italiane.
Ricordi personali, cimeli appartenuti ai caduti, ma anche una ricca esposizione di uniformi storiche dal 1938 ad oggi, di auto e mezzi aerei, armi, attrezzature per le comunicazioni, ma anche espedienti utilizzati dai contrabbandieri e dai trafficanti di droga per occultare i propri traffici fanno del Museo Storico della Gendarmeria, presso il quale operano Gendarmi molto preparati e, soprattutto, molto ospitali, uno vero e proprio “Scrigno dei Ricordi”.
E’ una carrellata di testimonianze vive e concrete di un luminoso passato, peraltro arricchito da una straordinaria raccolta di materiale fotografico e documentale (il Museo custodisce anche l’Archivio Storico del Corpo), che molto spesso ho potuto io stesso utilizzare grazie alla disponibilità offertami dal Generale Andrés Severino, attuale Comandante Generale della Fuerza, che saluto caramente nel momento in cui mi accingo a lasciare – credetemi con non poca commozione – la Direzione del Museo Storico della Guardia di Finanza.
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare
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