Gendarmeria Nazionale Argentina: la storia del Colonnello Humberto Primero José Bernardi abile penalista e riconosciuto giurista

Di Gerardo Severino*

Roma. In un recente articolo pubblicato su questo giornale  (https://www.reportdifesa.it/argentina-la-gendarmeria-nazionale-sentinella-della-patria-forti-i-legami-con-la-guardia-di-finanza/) abbiamo tracciato le vicende storiche della Gendarmeria Nazionale Argentina (GNA), la speciale forza di polizia molto simile alla nostra Guardia di Finanza, così come all’Arma dei Carabinieri, sia per compiti che per organizzazione ordinativa.

Agenti della Gendarmeria Nacional Argentina in attività

La GNA fu istituita, come si ricorderà, nel 1938 e già da allora era stata ordinata militarmente, come era normale che fosse per un Corpo destinato ad esercitare un compito che anche in Argentina era ritenuto importantissimo e vitale, quale era, per l’appunto, la vigilanza politico-militare delle frontiere e, di conseguenza, la lotta al contrabbando e agli altri reati transfrontalieri.

Un Gendarme argentino nel 1938

Ebbene, l’approntamento della GNA, detta comunemente “Fuerza”, così come l’addestramento professionale dei quadri del personale ufficiali e sottufficiali abbisognò, sin dall’inizio, dell’apporto qualificato di giuristi di chiara fama, così come di docenti universitari cui affidare i corsi da effettuarsi presso la “Escuela de Gendarmería Nacional” istituita nella stessa Buenos Aires già nel corso del 1938.

La Scuola della Gendarmeria argentina

Fu proprio in quell’anno che la cattedra di Legislazione Generale, così come quella di Diritto Penale venne assegnata ad un celebre professore universitario di origini italiane,

Humberto Primero José Bernardi fu uno dei più famosi avvocati e giuristi argentini, peraltro specializzato anche in Legislazione militare, come approfondiremo a breve, al quale fu attribuito il grado di Subinspector (Vice Ispettore).

Humberto P.J. Bernardi. Storia di una grande italo-argentino (Buenos Aires, 1901 – 1966).

Come spesso è capitato e capita tutt’ora, quando necessita ricostruire le vicende personali degli italo-argentini che si sono distinti a favore della grande Nazione Sudamericana, anche nel caso di Humberto Bernardi non abbiamo elementi certi riguardo alle origini della sua famiglia, la quale purtroppo non è fra quelle citate da Dionisio Petriella e Sara Sosa Miatello nel loro famoso e utilissimo “Diccionario Biográfico Italo-Argentino” (Buenos Aires, Associazione Dante Alighieri, 1987).

Humberto P.J. Bernardi in un’uniforme del 1939

Leone Bernardi, detto “León”, nato in Italia il 25 novembre del 1878 e sua moglie Angela Dell’Acqua, nata a Goya (provincia di Corrientes, Argentina) il 16 agosto 1882, genitori di Humberto, portavano dei cognomi tipicamente lombardi (correnti in Milano, Busto Arsizio, Varese, ecc.) e, quasi certamente i loro genitori o loro stessi erano approdati lungo le rive del Rio de la Plata sul finire dell’Ottocento, quando l’emigrazione dall’Italia aveva ormai raggiunto numeri percentuali elevatissimi.

Non conosciamo purtroppo nemmeno la professione che Leone Bernardi esercitò in quel di Buenos Aires, ma sicuramente non dovette essere modesta o marginale, se consideriamo che lo stesso Humberto, primogenito dei due italiani, avrebbe compiuto uno straordinario percorso educativo che lo avrebbe portato sino alla celebre Università bonearense, certamente non accessibile a tutti.

Il nostro protagonista vide la luce nella Gran Capitale dell’Argentina il 21 febbraio del 1901, a circa sette mesi dall’assassinio del Re d’Italia, Umberto di Savoia, avvenuto a Brescia il 29 di luglio dell’anno prima.

Il regicidio, come si sa, sconvolse l’Italia intera, così come gli italiani residenti all’estero. Sia nelle varie Colonie create nelle lontane Americhe che in altre parti del mondo si moltiplicarono le iniziative per onorare il celebre defunto, così come sia in Italia che all’estero molti furono i neonati battezzati col nome di Umberto, come capitò al figlio di Leone Bernardi, che da buon lombardo aggiunse al primo nome anche quello di Primo (Primero) e, infine, quello del padre, Giuseppe (José).

Humberto Bernardi, dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo approdò a quelle secondarie e, infine, nel 1920 s’iscrisse all’Università degli Studi di Buenos Aires, ove avrebbe frequentato la Facoltà di Diritto e Scienze Sociali.

Ne fu allievo, frequentando con profitto, sino al 1926, anno nel quale conseguì la laurea di “Doctor en Jurisprudencia”, discutendo la tesi dal titolo “Aspectos fundamentales de la Legislación Militar Argentina”, tesi che in un certo senso avrebbe condizionato per sempre la sua futura carriera professionale.

Nel 1923, abilitato all’insegnamento ancor prima della laurea, lo troviamo già Professore di Educazione Civica e Psicologica presso il celebre “Instituto Tristán Achával Rodriguez”, ove il nostro protagonista si fece le ossa anche come educatore.

Giovane animato da vari interessi, sia nel campo professionale che personale, Humberto Bernardi, che conosceva molto bene anche le lingue inglese, francese e italiano, fu pure un affermato sportivo, ma soprattutto un’abile giornalista.

Sub Gerente e poi Gerente della “Federación Comercial de Football”, dal 1921 al 1924, si dedicò al giornalismo e alla scrittura sin dal 1918, appena diciassettenne, allorquando divenne redattore e 2° capo della Sezione Sportiva del notissimo quotidiano “La Nación”, carica che avrebbe esercitato sino al 1931, anno in cui fu promosso Segretario di Redazione, che tenne sino al 1938.

Nel 1920 pubblicò il libro dal titolo “El Lobo” (“Il Lupo”), forse il suo unico esperimento come romanziere.

Non di meno egli risultò attratto dal mondo delle auto e, quindi, delle corse automobilistiche, tanto da iscriversi al celebre “Automóvil Club Argentino”. Sempre da giornalista, il Bernardi avrebbe collaborato anche con altre celebri testate, quali “El Hogar”, “Mundo Argentino” e “El Censor”, tanto per citare le riviste e giornali più famosi. Che dire, poi, della sua particolare vocazione verso la filantropia?

Durante la sua vita lo troviamo, infatti, membro della “Liga argentina contra la Tuberculosis”, della “Cooperativa de la Escuela Blas Parera”, della “Hogar Policial de la Sección 21”, del famoso “Ejército de Salvación” e del “Club Policial”, un’Associazione filantropica che riuniva i membri e gli amici della Polizia Federale argentina.

Sul piano professionale, vari furono gli incarichi – molti dei quali di altissimo prestigio – che Humberto Bernardi avrebbe ricoperto nel corso della sua vita.

Al di là di quanto ricorderemo nel prossimo capitolo dedicato al servizio prestato nella Gendarmeria Nazionale, evidenziamo che l’italo-argentino fu, innanzi tutto, uno fra i più celebri Avvocati del foro di Buenos Aires, tanto da potersi permettere in città due studi, siti rispettivamente in via Carlos Pellegrini, 585 e in via Victoria, 2535.

Importanti furono, poi, gli incarichi professionali da lui ricoperti nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Nel 1934, appena trentenne, dunque, il Bernardi è già a capo del Registro Civile della “Capital Federal” (Buenos Aires), mentre nel 1936 ne divenne Segretario Generale.

Tempo dopo assunse, invece, la carica di Controllore della Direzione Generale degli Affari Legali della Municipalità di Buenos Aires.

Fu, però, la docenza l’attività che lo appagò immensamente rispetto a tutti gli altri incarichi professionali e alle passioni personali.

Giovanissimo lo troviamo, infatti, anche Professore di Legislazione militare e, in seguito, anche di Diritto Penale presso la Facoltà di Diritto e Scienze Sociali dove egli stesso si era laureato.

Il controllo della Gendarmeria al confine nel 1947

Nel 1953 lo troviamo, infine, Direttore del prestigioso Istituto di Diritto Processuale, sempre in Buenos Aires, ma anche Presidente dell’Associazione degli Avvocati della Capital Federal.

Il Professor Bernardi, da grande giurista quale era, si dedicò con passione anche agli studi dottrinali, pubblicando una straordinaria messe di libri, saggi e articoli, molti dei quali ospitati dalle principali testate professionali argentine, oltre che nei vari quotidiani di Buenos Aires e sulle stesse riviste della Polizia e della Gendarmeria Nazionale.

E ciò anche dopo il suo congedo dalla “Fuerza”, nel 1951. Il Professor Bernardi, ex Colonnello della Gendarmeria argentina, si spense prematuramente a Buenos Aires il 18 aprile del 1966.

Egli era unito in matrimonio dal 26 giugno 1933 con la signora Dolores Aloise, anche lei di origini italiane, nata a Buenos Aires il 4 agosto 1908, dalla quale aveva avuto due figli, Jorge Humberto, nato a B.A. il 14 ottobre 1934 e Susanna Mabel, nata nello stesso luogo l’11 dicembre del 1940. Per moltissimi anni il Bernardi aveva vissuto in un bell’appartamento sito nella centralissima Mansilla, 3966, ovviamente nella sua amata Buenos Aires.

 Humberto Bernardi e la Gendarmeria Nacional Argentina (1938 – 1951).

Nel corso del 1938 – ricordavamo in premessa – a pochi mesi dall’istituzione della Gendarmeria Nazionale Argentina, il Prof. Humberto Primero José Bernardi era già famoso e apprezzato in tutto il Paese come abile Penalista e riconosciuto Giurista, specializzato sia in legislazione che in diritto penale militare, materie che, come abbiamo già ricordato in precedenza, insegnava anche presso l’Università di Buenos Aires.

La Direzione Generale della “Fuerza”, allora impersonata dal Colonnello dell’Esercito Manuel M. Calderón, non poteva operare scelta migliore nell’attribuire al Prof. Bernardi il prestigioso incarico di “Asesor Letrado del Servicio Jurídico” (Consulente legale del servizio giuridico) della Gendarmeria Nazionale, con il grado militare di Vice Ispettore, incarico che l’italo-argentino accettò con grande soddisfazione, entrando così in servizio il 28 dicembre dello stesso ’38.

Naturalmente per far ciò dovette dimettersi dall’altrettanta importante carica di Controllore presso la Direzione Generale degli Affari Legali del Municipio porteño.

Era ovvio a quel punto che, nello stesso momento in cui la GNA diede avvio ai primi corsi per l’addestramento del quadro ufficiali e sottufficiali, il Vice Ispettore Bernardi, che in gioventù aveva comunque vestito l’uniforme militare, avendo svolto il Servizio Militare di leva tra le fila dell’Esercito argentino (Arma di Fanteria), avrebbe assunto anche la titolarità della cattedra relativa alle materie penali e giuridiche in generale.

Nel 1939 lo troviamo, quindi, Professore di Legislazione Generale presso la “Escuela de la Gendarmeria Nacional”, in Campo de Mayo (la base militare situata a 30 km a nord-ovest di Buenos Aires), la stessa che il 2 maggio del 1944 verrà rinominata “Escuela de Gendarmería Nacional General Don Martín Miguel de Güemes”, destinata però alla formazione esclusiva dei futuri ufficiali della “Fuerza”.

In tale contesto storico, il Bernardi avrebbe ricoperto pure l’incarico di docente di Diritto Penale, la stessa materia che gli fu chiesto di insegnare, unitamente alla Criminologia, anche presso la “División Institutos de la Policía Federal” (“Divisione Istituti di formazione della Polizia Federale Argentina”).

Oltre alla normale docenza presso gli Istituti di formazione dei due Corpi di Polizia argentini, demandi che si sommavano (a partire dal 28 marzo 1945) a quelli di Capo del Servizio Legale della stessa GNA, l’ufficiale Bernardi avrebbe dedicato ad entrambe le Istituzioni molti dei suoi studi giuridici, sia nell’ambito della legislazione penale militare che in quello della legislazione relativa agli ordinamenti militari e ai regolamenti di servizio.

Memorabile fu la sua proposta onde far confluire la Gendarmeria tra le fila dell’Esercito argentino, così come era previsto in Italia per l’Arma dei Carabinieri, essendo entrambe le Istituzioni dipendenti allora dallo stesso Dicastero della Guerra.

E si trattava, molto spesso, di studi che venivano pubblicati dalle stesse riviste dei due Corpi, come nel caso della “Revista de la Gendarmeria Nacional”, sulla quale, tanto per citare un esempio concreto, il Bernardi pubblicò nel 1953 il saggio dal titolo “El Codigo Perón de Giustizia Policial”, un contributo preziosissimo che ancora oggi ci aiuta a conoscere il livello raggiunto in quel frangente storico dalla legislazione speciale concernente gli apparati di Polizia argentini ai tempi della Presidenza di Juan Domingo Peron.

Promosso Ispettore l’11 settembre 1943, il 28 febbraio del 1946 ottenne i gradi di Comandante Mayor (Colonnello), entrando così a far parte della categoria degli ufficiali superiori.

Nei primi anni ’50, promosso nel frattempo “Comandante Mayor Inspector” (era il 31 dicembre 1949), la sua fama avrebbe superato i confini nazionali, anche grazie alla partecipazione a due importantissimi Congressi internazionali che si tennero nel corso del 1950.

Ci riferiamo a 12° “Congresso Internazionale Penale e Penitenziario”, che fu organizzato dal 14 al 19 agosto all’Aja (Olanda), nonché al 2° “Congresso Internazionale di Criminologia” che si tenne, invece, a Parigi dal 7 al 14 di settembre. In quelle circostanze il Colonnello Bernardi, che nel decreto autorizzativo firmato dal Governo viene citato con la qualifica di “Asesor Letrado General – Comandante Mayor Inspector”, fece parte della delegazione della stessa Gendarmeria Nazionale, seguendo in Europa il Direttore Generale – Comandante Generale della “Fuerza”, Generale di Brigata Don José Domingo Molina Gómez.

Così come stabilito dallo stesso provvedimento governativo, la missione in Europa si sarebbe prolungata di una ventina di giorni, dando la possibilità sia alla Delegazione della GNA che della Polizia Federale di potersi recare anche in Italia e Spagna, onde poter studiare, presso gli omologhi Corpi di Polizia, sia il sistema organizzativo che quello giuridico-penale operante in quei Paesi.

In Italia, sia il Generale Molina (che fu Presidente dell’Argentina ad interim dal 21 settembre al 23 settembre 1955) che il Colonnello/Professor Bernardi ebbero, molto probabilmente, la possibilità di visitare i Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, così come il Dipartimento della Pubblica Sicurezza presso il Ministero dell’Interno, i cui referenti avevano già conosciuto nel corso dei Congressi prima citati.

Il Colonnello Bernardi, in realtà, aveva già preso parte in passato ad importanti Conferenze Interamericane in materia Giudiziaria e di Polizia, come avvenne a Mendoza, nel marzo del 1942, a Tucuman, nel luglio seguente e in altre località del Sudamerica.

Non meno importante fu, poi, il ruolo che l’ufficiale rivestì nell’ambito dell’organizzazione interna della stessa Gendarmeria, per la quale fu più volte membro di Commissioni interne, sia riguardo agli arruolamenti e agli avanzamenti di grado del personale, sia riguardo a progetti di riforme organiche della “Fuerza”, ovvero per l’applicazione delle norme regolamentari vigenti, ma anche per le modifiche legislative da proporre al Parlamento Nazionale, sia riguardo all’acquisto di beni e servizi centralizzati.

Una fase dell’addestramento di Gendarmi alla Scuola di Campo de Mayo

Il Bernardi durante la sua carriera nella “Fuerza” fu, infine, incaricato di eseguire missioni di studio presso varie località periferiche del Paese, dovendo la GNA provvedere alla riorganizzazione dei propri reparti, ovvero per curare programmi di addestramento periferico per sottufficiali e gendarmi, generalmente offrendo la propria preparazione nell’ambito della Diritto Penale e della Polizia Giudiziaria in generale.

Humberto Primero José Bernardi rimase in servizio, almeno come ufficiale superiore (non sappiamo se mantenne o meno la docenza “temporanea” presso la “Escuela” anche negli anni seguenti, da civile) presso la “Fuerza” sino al 12 dicembre del 1951, data nella quale si dimise volontariamente, volendo molto probabilmente dedicarsi nuovamente sia all’attività forense che alla docenza universitaria, come avevamo ricordato nel precedente capitolo.

Erano, quelli, gli anni nei quali l’italo-argentino aveva apertamente appoggiato la politica Peronista, soprattutto dal punto di vista giuridico, come emerge dalla lettura del celebre “Temas de Historia Penal” (Buenos Aires, Perrot, 1953), che il professionista firmò assieme all’amico Rodolfo Pessagno, anch’egli noto Professore universitario. Ma questa è un’altra storia…

*Tenente Colonnello. Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma

Si ringrazia il Comandante Alejandro Javier Caceres, della Gendarmeria Nazionale Argentina, per la consulenza storica e per il materiale fotografico fornito.

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