Rimini. Operazione, oggi, della Guardia di Finanza contro la contraffazione internazionale di marchi e autoriciclaggio. Sono stati impegnati centinaia di militari appartenenti a 90 Reparti delle Fiamme Gialle, sotto il coordinamento del Comando Provinciale di Rimini.
In particolare, nella provincia riminese, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, stanno eseguendo, su disposizione della locale Procura della Repubblica, un provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari (GIP). presso il Tribunale riminese, con il quale è stato disposta l’applicazione di misure cautelari personali a carico di 4 mprenditori originari e residenti nella stessa provincia
Due sono agli arresti domiciliari e per altri 2 sono state disposte misure interdittive dell’esercizio della professione, nonché il sequestro preventivo di 3 aziende, delle quote societarie di 5 società, 12 immobili, un’ imbarcazione e svariati rapporti finanziari del valore di 18 milioni di euro.
Il sequestro è stato disposto sia sul prodotto e profitto dei reati di contraffazione e auto-riciclaggio, ma soprattutto sull’ammontare complessivo del patrimonio mobiliare e immobiliare riconducibile agli indagati, di gran lunga sproporzionato rispetto ai modesti redditi dichiarati.
Nel corso dell’inchiesta, nei confronti del principale indagato, i Finanzieri avevano rinvenuto e sequestrato, opportunamente stipati in 5 cassette di sicurezza detenute in vari istituti bancari, oltre 1,6 milioni di euro in banconote di vario taglio.
Il provvedimento dei magistrati giunge al termine di complesse indagini avviate nell’ottobre 2017 dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini che hanno consentito di ricostruire un sofisticato meccanismo di frode grazie al quale gli indagati hanno prodotto e commercializzato centinaia di migliaia di capi d’abbigliamento contraffatti, utilizzando l’escamotage della fraudolenta registrazione a San Marino di marchi già esistenti e internazionalmente tutelati.
Le indagini, in poco più di un anno, hanno consentito di denunciare alla magistratura 35 persone e di individuare i canali di produzione, stoccaggio e vendita del materiale contraffatto, con imponenti sequestri sia in Italia che a San Marino e ricostruire i flussi finanziari delle illecite vendite di prodotti contraffatti, consentendo, da un lato, di quantificare l’ammontare dei profitti illeciti realizzati dagli indagati (stimato in circa 2 milioni di euro in pochi mesi di attività) e, dall’altro, in relazione al reimpiego in azienda dei citati profitti, di contestare il reato di auto-riciclaggio.
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