Guardia di Finanza: a Roma operazione contro le frodi alimentari. Sequestrati oltre 2 milioni di litri d’olio dichiarati “extra vergine”. Denunciate 10 persone

Di Massimo Giardinieri

Roma. Ha un nome eloquente l’operazione che la Guardia di Finanza ha condotto in tutto il territorio nazionale, attraverso 183 controlli che i militari delle Fiamme Gialle e gli ispettori del Dipartimento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali hanno portato a termine presso operatori del settore della produzione olearia nonché presso i porti italiani in cui giungono dall’estero le relative materie prime.

Attività congiunta GDF – ICQRF contro le frodi alimentari

La citata attività, che com’è facilmente intuibile mira alla tutela di una delle più rinomate eccellenze della produzione agroalimentare italiana nonché all’indotto economico ad essa collegato, ha visto in prima linea i finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi i quali hanno dapprima avviato un accurato esame all’interno delle banche-dati in uso al Corpo, nonché raccolto tutte le altre informazioni disponibili grazie alle quali è stato cosi possibile “mirare” gli interventi sulla base di concreti “indicatori di rischio”, avviando così le attività ispettive congiuntamente con i tecnici  dell’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) direttamente negli opifici di trasformazione oltre che nei siti d’ingresso delle materie prime utilizzate per la suddetta produzione.

Proprio nell’ambito di tali controlli, è così emerso come oltre il 27% dei campioni prelevati abbia dato esito irregolare il che, tradotto su base complessiva, rappresenta due milioni e 300mila litri di olio destinato ad uso alimentare ma non conformi alla normativa comunitaria e nazionale.

Dei 102 campioni prelevati e successivamente sottoposti ad analisi presso i laboratori dell’ICQRF, 25 sono infatti risultati irregolari per qualità inferiore al dichiarato; in altre parole si è trattato di olio qualificato come “extravergine di oliva”, mentre dagli esami in parola è stato rilevato come si trattasse invece di semplice e meno pregiato olio “vergine”.

La circostanza messa in luce dai citati controlli, pur non rappresentando un pericolo per la salute dei consumatori atteso che non si tratta d’una classica adulterazione del prodotto, rappresenta tuttavia una frode in commercio, ed è proprio questo il reato per il quale 10 persone state denunciate alle Procure della Repubblica competenti per territorio, anche se le loro effettive responsabilità penali saranno accertate soltanto all’esito di una intervenuta sentenza irrevocabile di condanna.

Sempre nel corso delle medesime ispezioni, sono state altresì contestate 33 violazioni amministrative relative all’irregolare tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria nonché al mantenimento del requisito di tracciabilità, il che ha determinato sanzioni per un importo complessivo di oltre 10 milioni di euro destinati al gettito erariale, alle quali si aggiunge la comminazione di cinque diffide ad adempiere alle disposizioni dell’Autorità oltre che l’esecuzione di cinque sequestri amministrativi per un valore totale che supera i 170 mila euro.

L’operazione qui descritta si inserisce nel contesto delle attività che il Corpo svolge con l’ICQRF sulla base di uno specifico Protocollo di collaborazione sottoscritto a luglio 2020, rivolto proprio al contrasto delle frodi nonché di tutte le forme di contraffazione che danneggiano il settore agroalimentare italiano, gli interessi dei consumatori, quelli dei mercati del settore oltre che gli interessi economici e finanziari dello Stato.

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