Di Aldo Noceti
Genova. L’idea era quella di introdurre nel territorio dell’Unione europea 55.000 schede sim prepagate, senza però corrispondere i previsti dazi doganali che – nella circostanza – ammontavano ad oltre 49.000 euro.
Per questo i responsabili del trasporto delle citate schede telefoniche (valore commerciale 165.000 euro) avevano pensato bene di occultarle su un furgone proveniente dalla Tunisia, ma quando il mezzo è sbarcato al porto di Genova ad attenderlo per le normali ispezioni c’erano i finanzieri del locale Comando Provinciale nonché i funzionari dall’Amministrazione delle Dogane e dei Monopoli (ADM) i quali, probabilmente insospettiti da qualcosa presente nel carico, hanno approfondito il controllo scoprendo e sequestrando le numerosissime schede in questione.
Le stesse SIM (dall’acronimo inglese Subscriber Identity Module) sono riconducibili ad una compagnia telefonica con sede in Qatar, ma i responsabili della loro commercializzazione e distribuzione all’interno di punti-vendita siti in Francia sono risultati essere due cittadini tunisini i quali, non avendo presentato alcuna documentazione doganale o commerciale al momento dei controlli, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per concorso in contrabbando ed evasione dell’IVA all’importazione.
Ancora una volta l’efficacia delle c.d. “analisi di rischio” compiute sulle merci provenienti da Paesi extraeuropei, unita alla costante ed attenta azione di vigilanza condotta in maniera sinergica tra finanzieri e doganieri, ha permesso di scoprire uno dei tanti illeciti che danneggiano gli interessi economici del ns. Paese come quelli dell’Unione europea, ogni giorno minacciati dall’introduzione di merci di contrabbando d’ogni genere.
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