Guardia di Finanza: Milano, occultavano ricavi al Fisco per poi investirli in paradisi fiscali. Eseguito un sequestro di beni per 9 mln. e denunciati due professionisti

Di Dario Gravina

Milano. Si erano avvalsi di un network internazionale di professionisti e di alcuni veicoli societari esteri per sovrafatturare costi e sottofatturare vendite, per poi trasferirne i conseguenti ricavi in paradisi fiscali “off-shore” attraverso società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, ma l’artificio in questione è stato scoperto dai finanzieri del Comando Provinciale di Milano – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), che oggi hanno risposto con sequestro preventivo da 9.000.000 di euro disposto d’urgenza dalla Procura della Repubblica meneghina.

È questa l’ultima frontiera dell’evasione fiscale attraversata da un’azienda varesina specializzata nella fabbricazione di macchinari per l’industria della plastica che, proprio in tal modo, aveva trovato la chiave di volta per celare e sottrarre al Fisco italiano ingentissimi ricavi.ù

HM Revenue Customs

I finanzieri agli ordini del Generale Stefano Cosimo De Braco, stavano infatti conducendo una più ampia attività investigativa sulla posizione di consulenti fiscali che operano a livello internazionale, e per arrivare alla scoperta della frode transnazionale in questione hanno dovuto attivare i previsti canali di cooperazione internazionale al fine di eseguire – anche in territorio estero – diverse perquisizioni effettuate negli ambiti territoriali di competenza da parte dell’HM Revenue and Custom a Londra, della Luxembourg Police nonché della Polizia Cantonale del Ticino, tutto ciò sulla scorta di una specifica rogatoria internazionale richiesta dalla Procura milanese.

Luxembourg Police

Grazie alle prove acquisite, gli investigatori della GDF hanno così potuto dimostrare come l’impresa italiana finita nell’indagine avesse trasferito in maniera fraudolenta parte dei propri ricavi, che aveva successivamente dirottato su conti esteri “off-shore” attraverso un sofisticato meccanismo di frode, nello specifico messo in atto avvalendosi dell’interposizione fittizia e dell’utilizzo strumentale di “limited companies” aventi sede in Inghilterra nonché nelle suddette British Virgin Islands, consentendo così alla stessa società varesina di evadere – tra il 2010 ed il 2018 – imposte per oltre 9,5 milioni di euro.

Polizia Cantonale Ticino

Allo stato sono due i soggetti che risultano indagati, a vario titolo, per i reati di frode fiscale aggravata dalla finalità di consentire a terzi la commissione del delitto di riciclaggio, nonché per il contributo fornito al fine di commettere illeciti da parte di un più articolato gruppo criminale attivo tra Regno Unito, Lussemburgo, Svizzera e Isole Vergini Britanniche.

Tra le disponibilità cautelate dal Pubblico Ministero titolare dell’indagine figurano beni mobili, immobili ed altri valori finanziari.

 

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