Di Mariateresa Levi
Vibo Valentia. Due imbarcazioni cariche di migranti clandestini, condotte da 8 sospetti scafisti, sono state intercettate la scorsa notte sulle coste calabresi al termine di una complessa attività aeronavale che ha visto impegnati un aereo del Comando Operativo Aeronavale -Gruppo Esplorazione Aeromarittima (GEA) di Pratica di Mare (Roma), unitamente a diverse unità navali e un elicottero in forza al Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Vibo Valentia ed al Gruppo Aeronavale (GAN) di Taranto.
Giorni addietro era stato un aereo ATR 72 del GEA a localizzare in mare aperto due imbarcazioni sospette, presumibilmente provenienti dalla Turchia e che stavano facendo rotta verso le coste italiane, iniziando così un’azione di monitoraggio a distanza grazie alle modernissime apparecchiature radar e di ricerca in dotazione al nuovo velivolo delle fiamme gialle.
Come normalmente avviene in questi casi, l’azione di “ombreggiamento” operata in alta quota dall’aereo attiva in mare un dispositivo di contrasto alturiero e costiero all’interno del quale – come verificatosi nella circostanza – partecipano più mezzi navali della GdF pronti ad intervenire una volta che le imbarcazioni sospette entrano nelle acque territoriali italiane, ciò per evitare che gli scafisti sbarchino il loro carico di esseri umani e poi riguadagnino il largo per compiere altre “crociere” sul genere.
Le descritte circostanze si sono ripetute anche la notte scorsa, ma la rete tesa dai Finanzieri aveva maglie troppo strette per sfuggirvi e così – intorno alle 23.00 – nei pressi di Capo Colonna (Crotone) malgrado le condizioni meteomarine fossero in rapido peggioramento, un guardacoste del GAN di Taranto, con l’appoggio di una vedetta del ROAN di Vibo Valentia, ha intercettato la prima delle due imbarcazioni sospette, rivelatasi un veliero di 13 metri battente bandiera degli Stati Uniti con a bordo 43 migranti (5 minori, 3 donne e 35 uomini) di nazionalità iraniana, irachena, siriana, bengalese e pakistana, con in più tre scafisti di presumibile nazionalità ucraina (due uomini e una donna).
La barca è stata dunque bloccata e presa in consegna dai Finanzieri che l’hanno condotta in sicurezza al porto di Crotone.
Stessa scena, ma con un mare ancor più agitato, si è ripetuta intorno alle 2.00 al largo di Spropolo (Reggio Calabria) dove un altro pattugliatore del GAN di Taranto ha incrociato la rotta con un peschereccio presumibilmente egiziano, ormai prossimo alla costa, che aveva bordo una cinquantina di migranti di provenienza mediorientale ed asiatica nonché 5 sospetti scafisti.
Considerata la condizione di mare grosso che non rendeva sicuro il trasbordo dei migranti sull’unità navale della Guardia di Finanza, anche il peschereccio è stato preso in consegna dai Finanzieri e condotto in condizione di sicurezza sino al porto di Reggio Calabria dov’è attraccato intorno alle 8.00 di stamane.
In ambedue i porti di approdo, oltre all’appoggio garantito dai Reparti territoriali GdF, era già pronto il dispositivo di ricezione dei migranti composto da aliquote specializzate della Polizia di Stato che si occupano degli aspetti di polizia giudiziaria correlati all’individuazione ed all’arresto dei trafficanti di esseri umani, nonché da personale sanitario a cui competono le prime cure da prestare nei confronti di sempre possibili feriti e malati, nonché i delicati adempimenti anti-contagio da COVID-19 e da altre malattie infettive.
Gli otto soggetti fermati, ritenuti i possibili responsabili dell’illecito traffico, sono stati dunque messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mentre le imbarcazioni poste immediatamente sotto sequestro.
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