Di Michele Toschi
Bologna. Erano “ufficialmente” destinate a due ospedali campani, nonché ad un’associazione di volontari della Protezione Civile operante sul territorio umbro, le 70 mila mascherine che la Guardia di Finanza di Bologna, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha requisito presso l’interporto del capoluogo emiliano dopo aver scoperto che solo una piccola parte di questi dispositivi sarebbe finito alle citate strutture pubbliche e di volontariato.
Sono questi i contorni dell’ennesima “furbata” che si è tentato di realizzare sui dispositivi di protezione individuale (DPI), e che in questo caso doveva essere attuata indicando sulle documentazioni doganali una destinazione finale invece piuttosto che un’altra (alla quale sarebbe invece finita la parte più consistente della fornitura).
A scoprire tale falso documentale, messo evidentemente a punto per eludere provvedimenti di requisizione di questi DPI – peraltro disposti con specifico decreto del Dipartimento della Protezione Civile per evidenti questioni di emergenza sanitaria nazionale – sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale di Ancona, i quali, sulla scorta di specifici controlli attuati su aziende importatrici, hanno avvisato i colleghi bolognesi circa l’imminente arrivo di una grossa partita di mascherine del tipo “FFP3” provenienti dalla Cina.
Controlli che sono evidentemente tesi a favorire l’approvvigionamento di questi materiali da parte delle strutture ospedaliere pubbliche maggiormente impegnate nel contrastare l’epidemia da COVID-19, ma anche ad evitare i già troppo diffusi quanto ripetuti fenomeni speculativi connessi alla vendita (a prezzi spropositati) delle ancora richiestissime mascherine di protezione.
L’escamotage in questo caso utilizzato dall’importatore del carico è così andato completamente a vuoto, mentre per lui è stata emessa una denuncia per violazione dell’articolo 483 del Codice Penale (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico) reato per il quale sono previsti fino a due anni di reclusione.
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