GERUSALEMME. Sette anni fa già si sapeva tutto. Secondo un documento redatto dall’ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman, nel 2016, era stato previsto l’assalto di Hamas, cosi come è avvenuto il 7 ottobre scorso.
Lo sostiene, oggi, il quotidiano Yedioth Ahronoth (https://www.ynetnews.com/category/3083).
Il giornale pubblica, infatti, un ampio stralcio di 11 pagine di questo report che avvertiva sui piani di Hamas di sfondare il confine di Gaza, invadere le comunità nel Sud di Israele, uccidere e prendere ostaggi,
Dalla lettura del report si capisce che gli attacchi del 7 ottobre erano stati già pianificati ma non si è dato seguito a un’operazione per fermarli.
Sempre secondo la stampa israeliana, il documento fu trasmesso a tutti i funzionari diplomatici e di sicurezza, ma l’allora capo di Stato maggiore dell’IDF, il ministro Gadi Eisenkot, e il primo ministro Benjamin Netanyahu non lo considerarono uno scenario altamente fattibile.
Liberman spiegava nel documento che “rinviare la decisione di effettuare un attacco preventivo su Gaza a dopo giugno 2017” sarebbe stato “un grave errore con conseguenze di vasta portata e, per certi aspetti, anche peggiori delle conseguenze della guerra dello Yom Kippur, quando si tratta di effetti sul fronte interno israeliano, sulla coscienza dei cittadini israeliani, sull’immagine e sullo status di Israele nell’area”.
Quello che era stato previsto è che Hamas intendesse spostare il prossimo confronto in territorio israeliano spostando forze considerevoli e altamente qualificate (la Nakba, per esempio) conquistando al contempo una città israeliana (o anche delle città) intorno a Gaza e di prendere in ostaggio le persone per colpire “gravemente la coscienza e la morale dei cittadini di Israele.”
Come si ricorderà, il 7 ottobre, un sabato circa 2.500 terroristi si infiltrarono via terra, mare e aria, uccidendo oltre 1.400 persone, la maggior parte dei quali civili, nelle loro case e durante un festival musicale all’aperto.
Hamas e le fazioni terroristiche alleate rapirono oltre 200 persone, tra cui circa 30 bambini, portandoli nella Striscia di Gaza, dove sono ancora prigionieri magari sotto uno dei tanti tunnel.
Intanto, sul fronte umanitario della gurra tra Israele e Hamas, questo pomeriggio a New York, si terrà una riunione di emergenza, su richiesta degli Emirati Arabi Uniti, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
All’ordine del giorno, l’incursione di terra israeliana a Gaza e la difficile situazione umanitaria dei palestinesi.
Gli Emirati Arabi Uniti sono il rappresentante arabo nel Consiglio. E sono uno dei 10 membri eletti del Consiglio che lavorano su una nuova risoluzione sulla guerra Israele-Hamas.
Ricordiamo che finora sono stati respinti 4 progetti di risoluzione: uno su cui hanno posto il veto gli Stati Uniti, uno su cui hanno posto il veto Russia e Cina e due che non sono riusciti a ottenere il minimo di 9 voti favorevoli.
Prima di Gaza si parlerà di Sahara Occidentale e di Colombia.
L’Assemblea Generale, dove non sono previsti veti, venerdì ha adottato una risoluzione con 120 voti favorevoli, 14 contrari e 45 astensioni, chiedendo una tregua umanitaria che porti alla cessazione delle ostilità.
Mentre le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono giuridicamente vincolanti quelle dell’Assemblea Generale no. Ma rappresentanto un importante barometro dell’opinione mondiale.
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