Guerra Israele-Hamas: basta soldi all’ANP se continuerà il sostegno al gruppo terroristico. Dura lettera del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich a Netanyahu

GERUSALEMME. Non arriveranno più soldi all’Autorità nazionale palestinese (ANP) se continuerà il sostegno ad Hamas.

Abu Mazen, Presidente dell’ANP

Lo ha detto, oggi, il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich che ha riferito di avere dato incarico al suo Dicastero di sospendere i trasferimenti di fondi all’Autorità Palestinese e di avere esortato utto il Governo a rivalutare la politica sul trasferimento dei soldi.

Bezalel Smotrich, ministro delle Finanza

“Vorrei informarvi che ho dato istruzioni al Ministero delle Finanze di interrompere il trasferimento dei pagamenti questo mese”, ha scritto Smotrich al primo ministro Benjamin Netanyahu.

Il ministro chiede poi che l’Esecutivo discuta la politica israeliana sul trasferimento dei fondi raccolti per conto dell’Autorità Palestinese – come stabilito dagli accordi di Oslo del 1993 – alla luce del “sostegno degli alti funzionari dell’Autorità palestinese agli orribili massacri dell’organizzazione terroristica nazista Hamas”-

Per Smotrich L’ANP ha dimostrato, ancora una volta il fatto, “di essere un’organizzazione che sostiene il terrorismo. Pertanto, al di là del collegamento di questi fondi alla Striscia di Gaza e ai suoi residenti, questi soldi vengono utilizzati per attività contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini”-

“È inconcepibile – ha concluso nella sua missiva – che in questa realtà si continuino a trasferirli come se nulla fosse successo”.

E sempre sul fronte economico, anche un gruppo di circa 300 economisti ha scritto una lettera al primo ministro Benjamin Netanyahu e al ministro delle Finanze Smotrich affinché rimuovano, immediatamente, tutte le voci di spesa non essenziali dal bilancio statale, per far fronte all’incombente crisi economica dovuta alla guerra con Hamas.

“Non capite la portata della crisi economica che l’economia israeliana sta affrontando – hanno spiegato -. Il proseguimento dell’attuale condotta danneggia l’economia israeliana, mina la fiducia dei cittadini nel sistema pubblico e la capacità dello Stato di Israele di riprendersi dalla situazione in cui si è trovato”.

Tra i firmatari, ci sono il prof. Jacob Frenkel, ex governatore della Banca d’Israele, Rony Hezkiyahu, ex supervisore delle banche della Banca d’Israele e contabile generale, Yair Avidan, ex supervisore delle banche, Haim Shani, ex direttore generale del Ministero delle Finanze, Prof. Eugene Kandel, ex presidente del Consiglio economico nazionale, l’ex vice governatore della Banca d’Israele Prof. Eitan Sheshinski, il Prof. Leo Leiderman dell’Università di Tel Aviv.

Nella lettera hanno chiesto un cambiamento fondamentale nell’ordine delle priorità nazionali e una massiccia deviazione dei finanziamenti verso la gestione dei danni del conflitto, l’aiuto alle vittime e il ripristino dell’economia.

E hanno concluso la missiva con questo consiglio: il bilancio per il 2024 deve essere aperto e aggiornato sulla base di una serie di priorità che riflettano le esigenze dell’intera economia alla luce della guerra.

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