Guerra Israele-Hamas: intervento del capo del Governo Giorgia Meloni al Senato. Nessuna causa potrà mai giustificare un’aggressione terroristica scientemente preordinata e organizzata per colpire civili innocenti

ROMA. Si aprirà, domani a Bruxelles, il Consiglio europeo.

E nel suo intervento, oggi al Senaato, il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni ha tracciato le linee guida italiane, partendo da quanto sta accadendo, dal 7 ottobre scorso, in Israele.

Il discorso del capo del Governo, Giorgia Meloni (FOTO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)

“L’Unione Europea – ha esordito – è chiamata a dare risposte forti e urgenti alle difficoltà che la sfidano, dall’interno e dall’esterno. Non sarà quindi un Consiglio di routine, non mi aspetto nemmeno un Consiglio per così dire semplice, ammesso che ne siano mai esistiti. La discussione sarà inevitabilmente condizionata dai terribili eventi che hanno insanguinato il Medio Oriente”.

La sede dell’Unione Europea a Bruxelles

E dopo avere reso omaggio alle vittime dell’attacco terroristico di 18 giorni fa e testimoniato la sua vicinanza ai loro parenti, il capo del Governo ha aggiunto: “La ferocia che abbiamo visto e il tentativo di disumanizzare quello che si ritiene essere il nemico sono concepibili solo quando il fanatismo religioso e ideologico riesce ad obnubilare la ragione e annichilire il senso di umanità. Da italiani, e da europei, è un qualcosa che ci spaventa molto, perché sono immagini che abbiamo già visto più volte nella nostra storia, e che ha assunto la forma più atroce nella persecuzione del popolo ebraico”.

“Per questo – ha proseguito – non può esserci nessun’ambiguità nel condannare nel modo più fermo i crimini dei quali Hamas si è reso responsabile. Non può esserci nessun distinguo sulla condanna ad ogni forma di antisemitismo, compresa quella di matrice islamica e quella che viene camuffata da avversione allo Stato d’Israele. Non devono esserci dubbi nel sostenere il diritto di Israele a esistere e a difendere i propri cittadini e i propri confini, in linea con il diritto internazionale”.

Tutto questo fa parte della “posizione del Governo italiano e che il Governo italiano ha espresso in ogni sede, dal Consiglio Europeo – che ha dimostrato grande unità con la dichiarazione congiunta dello scorso 16 ottobre – fino alla conferenza internazionale tenutasi a Il Cairo la scorsa settimana. E questa impostazione continua e continuerà a guidare la nostra azione. Allo stesso tempo, siamo molto preoccupati dalle conseguenze che il conflitto scatenato da Hamas sta avendo, in particolare sulla popolazione civile palestinese, e dal conflitto su larga scala che ne può generare”.

Il capo del Governo, Giorgia Meloni al vertice de il Cairo (FOTO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)

La partecipazione del nostro presidente del Consiglio alla conferenza in Egitto, come unico Paese membro del G7 a livello di leader, è stata dovuta al fatto che Palazzo Chigi considera “vitale, in questa fase, il dialogo con i Paesi arabi e musulmani. L’Italia svolge storicamente un ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo Medio Oriente per impedire che si cada nella trappola di uno scontro tra civiltà che avrebbe conseguenze inimmaginabili”.

“E uso volutamente la parola trappola – ha spiegato –  perché sono persuasa che la barbarie degli attacchi di Hamas – con miliziani che si mettono una telecamera sulla fronte per riprendere scene impensabili, come la decapitazione di neonati – avesse un obiettivo preciso. E chiaramente quell’obiettivo non era e non poteva essere difendere il diritto del popolo palestinese, che invece viene usato e calpestato dai gruppi fondamentalisti come Hamas e dai loro atti terroristici, ma procurare piuttosto un conflitto molto più esteso, costringendo Israele a una reazione contro Gaza che minasse alla base ogni tentativo di dialogo, che creasse un solco incolmabile tra Israele, Occidente e Paesi arabi, alcuni dei quali coraggiosamente avevano tentato invece di normalizzare i rapporti con lo stato ebraico attraverso gli accordi di Abramo”.

“La strategia dei fondamentalisti per cancellare lo Stato di Israele dalla faccia della terra – ha detto Meloni ai senatori – è una strategia di lungo periodo: rendere Israele una terra inospitale, dalla quale scappare se si vuole vivere in pace, se si vuole avere il diritto di far crescere i propri figli, e il processo di normalizzazione che stava avvenendo nella regione comprometteva quella strategia.

E dobbiamo essere consapevoli degli schieramenti in campo. Da una parte c’è chi lavora ad un processo di normalizzazione dei rapporti nel Medio Oriente e per una prospettiva di collaborazione sempre più stretta tra tutti i soggetti in campo; dall’altra c’è chi ha interesse ad alimentare lo scontro e a sottolineare i punti di divisione”.

“Nel mondo arabo e, con forme e intensità diverse – è ancora il capo del’Esecutivo di centro-destra a illustrare – al di fuori del mondo arabo. E tutti coloro che sono dalla parte giusta di questo scontro devono lavorare insieme per impedire una escalation del conflitto. Un’estensione che porterebbe con sé il rischio di coinvolgimento di nuovi attori regionali a partire da Libano e Siria, potenze come l’Iran, fino ai grandi player geopolitici come Russia e Cina che di certo non disdegnerebbero vedere distolte le attenzioni dell’Occidente da altri scenari critici”.

Un passaggio doveroso è stato poi fatto dal capo del Governo sui civili di Gaza.

Profughi palestinesi a Gaza

“I diritti del popolo palestinese e le istituzioni che lo rappresentano legittimamente , a partire dall’Autorità Nazionale Palestinese – ha evidenziato – sono essi stessi vittime della politica di Hamas, e le due cose non devono essere sovrapposte. Nessuna causa potrà mai giustificare il terrorismo. Nessuna causa potrà mai giustificare un’aggressione terroristica scientemente preordinata e organizzata per colpire civili innocenti del tutto estranei alle dinamiche militari. Nessuna causa potrà mai giustificare il rapimento o l’uccisione, casa per casa, di donne e bambini.

Di fronte ad azioni di questo tipo, uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il proprio diritto all’esistenza, alla difesa e alla sicurezza dei propri cittadini e dei propri confini. Ma la reazione di uno stato non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta. Uno Stato fonda la sua reazione sulla base di precise ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza e tutelando la popolazione civile. Questo è il confine nel quale la reazione di uno stato di fronte al terrorismo deve rimanere, e sono fiduciosa che sia anche la volontà dello Stato di Israele. Siamo consapevoli che il punto di equilibrio tra una reazione necessaria e una sproporzionata, in un contesto nel quale Hamas di fa volutamente scudo della popolazione civile, sia in assoluto la cosa in assoluto più difficile, ma perseguire questo equilibrio è la principale delle nostre responsabilità”.

Milizie di Hamas

Meloni ha anche fatto appello a Israele affinché vengano preservati i luoghi di culto nella Striscia, a partire da quelli cristiani.

“La nostra priorità immediata rimane l’accesso umanitario – ha sostenuto il presidente del Consiglio dei ministri – indispensabile per evitare ulteriori sofferenze della popolazione civile ma anche esodi di massa che contribuirebbero a destabilizzare il Medio Oriente e in ultima istanza anche l’Europa”.

Il Governo italiano ha accolto con favore l’istituzione, da parte israeliana, di una zona umanitaria nella Striscia di Gaza, così come la decisione della Commissione Europa di triplicare gli aiuti umanitari europei a Gaza, portandoli ad oltre 75 milioni di euro.

“Sulle polemiche dei giorni scorsi sulla possibile sospensione degli aiuti europei di assistenza allo sviluppo – sono ancora parole del capo del Governo – voglio specificare che si tratta esclusivamente di una revisione degli stessi per escludere che anche solo un euro possa arrivare ad Hamas. Si tratta di somme rilevanti – 1,17 miliardi di euro per il periodo 2021-2024 – che contribuiscono per oltre il 10% al bilancio dell’Autorità Nazionale Palestinese e che ben testimoniano l’impegno europeo in Medio Oriente. Da parte italiana poniamo la massima attenzione alla destinazione degli aiuti, oltre 45 milioni di euro tra il 2022 e il 2023 e ulteriori 58 milioni di crediti in aiuto. E ci impegniamo a verificare sistematicamente che, in nessun modo, organizzazioni terroristiche ne possano beneficiare”.

L’Italia è molto preoccupata per la sorte degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, anche se il giovane cittadino italiano Nir Forti, e i due coniugi italo-israeliani Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron sono morti. E il nostro Paese continua lavorare insieme a propri partner e alleati per l’uscita dei civili stranieri ed europei, in particolare da Gaza.

“Abbiamo 19 connazionali – ha ricordato il presidente Meloni – che attendono di uscire ed un rapido ripristino del valico di Rafah, attualmente inagibile e pericoloso, è un passaggio essenziale sul quale lavoriamo con costanza. Su tutti questi obiettivi sono personalmente impegnata in una fitta rete di contatti e incontri, così come il ministro degli Esteri, per continuare a incoraggiare i partner arabi, e le altre parti interessate, a svolgere un ruolo costruttivo per evitare un ulteriore allargamento del conflitto. In questi giorni mi sono confrontata più volte con il primo ministro israeliano Netanyahu, ho parlato con il Presidente israeliano Herzog, con il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, con il primo ministro libanese Mikati, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zaied, l’Emiro del Qatar Al Thani, il Re Abd Allah II di Giordania, il Presidente egiziano Sisi, il Presidente algerino Tebboune e il Re del Bahrein Hamad. E ho partecipato alle riunioni del Quint (gruppo decisionale informale composto dagli Stati Uniti d’America e dal G4 (Francia, Germania, Italia e Regno Unito Ndr) con i leader di Usa, Regno Unito, Francia, Germania”.

Il Presidente egiziano Al Sisi

In tutti i contesti, e con tutti gli interlocutori, l’Italia ha sottolineato l’importanza di contribuire alla de-escalation del conflitto e riprendere quanto prima un’iniziativa politica per la regione, non solo per risolvere l’attuale crisi ma per arrivare ad una soluzione strutturale sulla base della prospettiva “Due popoli, Due Stati”.

“Una prospettiva – ha ricordato Meloni – che deve avere come presupposto, da parte di tutti gli attori presenti nella regione, il riconoscimento all’esistenza e alla sicurezza dello Stato d’Israele. Su questo, c’è totale convergenza di vedute e di intenti tra gli Stati Membri della UE. Personalmente sono convinta che lavorare concretamente, e con una tempistica definita, a una soluzione strutturale per la crisi Israelo palestinese sarebbe anche il modo più efficace possibile per svelare il bluff di Hamas agli occhi dei palestinesi e contribuire a sconfiggerlo”.

Questa crisi in Medio Oriente, riguarda direttamente l’Italia, l’Europa e tutto l’Occidente.

“Non solo per le conseguenze che potrebbe creare – ha spiegato il capo del Governo – ma anche perché un mondo nel quale saltano non solo il diritto internazionale ma anche le più elementari regole di convivenza tra Stati e popoli, è un mondo che rischia di piombare nel caos. È quello che il Governo italiano sostiene fin dall’inizio con la guerra d’aggressione della Russia all’Ucraina ed è quello che ribadiamo anche oggi in quest’Aula: un mondo in cui non esistono più linee rosse invalicabili è un mondo meno sicuro e meno giusto per ciascuno di noi, non solo per gli Stati e i popoli direttamente coinvolti nei conflitti”.

“L’allargamento del disordine nello scenario mondiale conviene solo a chi ha interesse a metter fine al complesso sistema di regole sul quale si basa la convivenza pacifica tra gli Stati – ha evidenziato -. E non è un caso che non ci sia stata una specifica condanna da parte della Federazione Russa del feroce attacco di Hamas e che, addirittura, risultino apprezzamenti da parte di Hamas per la posizione del Presidente Putin sulla questione. Anche per questa ragione, il Consiglio europeo intende confermare il suo convinto sostegno al popolo ucraino che da 608 giorni combatte per la libertà e l’indipendenza della propria Nazione. Non dobbiamo commettere l’errore di affievolire il nostro comune sostegno alla causa ucraina”.

IN COPERTINA: FOTO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

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