Napoli. Il Comprensorio Palazzo “Salerno-Ascoli-Croce”, sede elle Forze Operative Sud, è stato intitolato alla Medaglia al Valor Militare, Generale Armando Vittorio Diaz che portò l’Italia alla vittoria nella I Guerra Mondiale dopo la terribile sconfitta di Caporetto (1917). E’ stata scoperta dal Generale di C. A. Luigi Francesco De Leverano, Comandante delle Forze Operative Sud, di un nipote di Diaz, alla presenza del Sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano una targa di intitolazione del Palazzo ed una che riporta il “Bollettino della Vittoria”.

Un momento della cerimonia a Palazzo Salerno, ora intitolato ad Armando Diaz
Nel corso di un convegno storico-culturale sulla figura del Generale, il professor Guido D’Agostino, presidente dell’Istituto Campano della Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea “V. Lombardi” ha analizzato ila figura di Diaz uomo, militare e politico.
Report Difesa lo ha intervistato.
Professore, Luigi Cadorna ed Armando Diaz, due grandi Generali ma con qualcosa di differente nella gestione dei fatti della I Guerra Mondiale. Quali sono queste differenze?
Sia Cadorna che Diaz venivano entrambi da tradizioni militari. Non si discostavano molto sul piano strategico ma, direi più su quello tattico e questo alla fine si rivelerà vincente. Cadorna aveva una visione ottocentesca della guerra, anche se egli accusava gli altri di questo. Aveva l’idea di un Esercito che si fronteggiava faccia a faccia. Certo morivano tanti soldati ma secondo il suo pensiero, alla fine, il nemico sarebbe stato sconfitto da questo enorme numero di persone lanciate all’attacco.
Mentre Diaz ha preferito un altro modo di combattere?
Diaz è quello che elabora la strategia di attirare il nemico su un falso obiettivo. La vera differenza, la carta vincente tra i due Generali è però sul lato umano di Diaz.
Cosa si intende per lato umano?
Si intende il rispetto per i suoi subalterni, le decisioni partecipate, la dignità riconosciuta ai soldati. Personalmente non perdono quanto disse Cadorna dopo Caporetto sostenendo che i responsabili di quanto avvenne furono “soldati vigliacchi ed influenzati dalle cattive propagande (socialiste e cattoliche ndr)”.
Quale fu l’errore fatale di Cadorna?
Ripeto, la relazione umana. Il napoletano Diaz batte 50 a 0 il rigido piemontese Cadorna. Il Re Vittorio Emanuele III sosteneva Diaz, tanto che sostituirà Cadorna, passando poi il comando a Diaz.
In tutta la storia di Caporetto, una figura che resta sempre nell’ombra è quella del Generale Pietro Badoglio. Il quale aveva avuto ordine di mettersi sulla difensiva e non lo fece. Perché del suo ruolo in quella sconfitta si parla poco?
La storiografia sostiene che Cadorna non aveva una grande considerazione neppure degli alti gradi dei suoi ufficiali. La seconda ragione potrebbe essere il fatto che Badoglio abbia avuto un ruolo, negli anni successivi, nella storia italiana. C’è però una curiosità da raccontare.
Quale?
Quando, nel 1922, la Marcia su Roma provocò imbarazzi e problemi, il Governo decise di dichiarare lo stato d’assedio. Il più acceso fautore di questa scelta fu Pietro Badoglio. Mentre Armando Diaz fu contrario all’uso della forza. Sulla figura di Badoglio giocano tante influenze di varia natura legate all’intero arco della sua carriera. Certamente Badoglio fu un personaggio sfuggente, non solo perché cambiò varie volte posizioni, seguendo il vento delle circostanze. E poi c’è tutta la questione legata all’8 settembre 1943 (http://www.ibiblio.org/pha/war.term/093_01.html; http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/8_settembreh.htm) .
Dove alle nostre truppe. si ricorderà, non furono date direttive. .
Professore, tornando un attimo ai fatti di Caporetto vorrei parlare della figura di Erwin Rommel, giovane Tenente ci inflisse notevoli perdite il 26 ottobre 1917. Un suo commento?
E’ stato un grande militare. In verità gli storici non gli hanno dato la giusta attenzione. E’ un personaggio di primo piano. Un tipo di combattente più autentico di altri che invece si dividono tra potere politico e campo militare. Rommel non si interessava di politica ma faceva il mestiere delle armi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA