Il protocollo di trattamento per i pazienti con COVID-19, tra certezze e futuri scenari di ricerca

Di Pierpaolo Piras*

Roma. Ormai è allarme in tutto il mondo.

Il responsabile è un Coronavirus (Covid-19, acronimo dell’inglese “Coronavirus Disease 19) virus a RNA, un microrganismo dotato di una spiccata invasività e affinità patologica per le vie respiratorie degli esseri umani.

Il Covid-19 si è espanso in tutto il mondo

Il virus ha fatto capolino improvvisamente alla fine del 2019 e per la prima volta sulla scena mondiale.

Il virus si è diffuso, l’ano scorso, dalla Cina

Fin dalle prime battute di questo evento pandemico, la comunità scientifica è rimasta attonita, in mancanza di riferimenti e precedenti clinici, specie per quanto atteneva gli strumenti terapeutici da adottare.

Nel Covid-19, questa la definizione nosologica del Coronavirus in causa, bisognava al più presto studiare una terapia medica capace, se non altro , di allungare il decorso della grave patologia respiratoria, facilitando così un recupero delle condizioni di salute.

Emoodiafiltrazione in un paziente in terapia intensiva

È notorio che a tutt’oggi non esistono farmaci ad azione diretta sui virus in generale.

Grazie alla esperienza maturata in questi mesi e centinaia di migliaia di Pazienti trattati in tutto il mondo, oggi la terapia del Covid-19 è basata sull’osservanza di un protocollo farmacologico  approvato da tutte le più autorevoli società scientifiche.

ANTIBIOTICI

Non sempre viene raccomandato l’uso di antibiotici nella polmonite ad etiologia virale.

Tuttavia, esistono circostanze cliniche che li richiedono allo scopo di prevenire o curare infezioni batteriche sovrapposte, oppure ancora stati di sepsi (diffusione del microrganismo nell’organismo).

In queste circostanze, l’AZITROMICINA, appartenente alla famiglia dei Macrolidi, ha dimostrato una certa efficacia anche per il significativo effetto antinfiammatorio sulle vie respiratorie nel Covid.

L’AZITROMICINA ha dimostrato la sua efficacia

CORTICOSTEROIDI (o CORTISONICI)

Grazie alla formidabile esperienza maturata nelle rianimazioni di tutto il mondo, è stato dimostrato che i cortisonici possono essere somministrati nelle prime fasi dell’infezione, per una durata non superiore a 3-5 giorni, limitatamente a quei malati che mostrano un veloce deterioramento delle condizioni respiratorie con aggravamento della saturazione di ossigeno nel sangue.

A questi si aggiungono coloro che presentano un aggravamento degli aspetti radiologici polmonari emersi con la TAC,

A questo scopo si è affermato il Methilprednisolone,  somministrato ad una dose non superiore a 0,5-1 mg/Kg/al giorno per i casi clinici di media gravità  e di 1-2 mg/Kg/ al giorno per quelli più gravi per il suo benefico effetto sulla intensa infiammazione (Tempesta citochinica) scatenata dal virus.

I dosaggi più elevati sono sconsigliati per la ben nota e possibile diminuzione delle difese immunitarie causata dagli steroidi.

Ultimamente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)  ha presentato un ulteriore cortisonico, il Desametazone, come farmaco salva vita in Pazienti intubati in Rianimazione per Distress Respiratorio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha presentato un ulteriore cortisonico, il Desametazone,

FARMACI ANTIVIRALI

Remdesivir

Ha dimostrato di essere utile nella profilassi verso varie specie virali (compresi il Covid-19 e l’Ebola).

È un farmaco antivirale ad ampio spettro.

Il Remdesivir è un farmaco antivirale ad ampio spettro.

Il meccanismo d’azione si basa sulla capacità di bloccare l’azione di un enzima (la polimerasi RNA dipendente) dall’RNA virale, ostacolandone la replicazione.

Utilizzato in uno dei primi casi dell’epidemia negli Stati Uniti, ha dimostrato una defervescenza della sintomatologia oggettiva e soggettiva già dopo pochi giorni.

In altre ricerche in doppio cieco, il Remdesivir ha ottenuto risultati positivi rispetto al placebo.

Esso può essere considerato nelle forme cliniche moderate in una dose d’attacco di 200 mg somministrata per via endovenosa e 100 mg nella terapia di mantenimento.

Vige ancora la controindicazione dell’uso in età pediatrica, nelle gestanti, nei lattanti e in coloro con insufficienza moderata-grave delle funzioni epatiche e/o renali.

Il Remdesivir è indicato nei Pazienti ricoverati che richiedono assistenza respiratoria supplementare.

Sulla base dei risultati raggiunti, il 10 maggio scorso la Food and Drug Amministration  degli Stati Uniti ha formalizzato l’approvazione per il suo uso nei casi più gravi , anche se in necessaria associazione al resto della terapia anti covid-19.

Lopinavir(LPV) / Ritonavir(RTV)

Sono due farmaci antivirali.

Entrambi agiscono inibendo l’attività di alcuni enzimi proteasici, indispensabili al metabolismo virale.

Sono considerati antivirali minori, probabilmente per la ancora scarsa produzione di lavori scientifici sulla loro efficacia.

Il loro livello è ancora in buona parte sperimentale.

Durante le prove in vivo hanno determinato una sensibile efficacia nel migliorare i parametri di funzionalità respiratoria. Di recente uno studio randomizzato ne ha dimostrato la inefficacia.

I ricercatori li tengono comunque in osservazione.

Oseltamivir

Conosciuto in Cina dove è stato utilizzato in alcuni focolai di Influenza.

Nella stessa nazione , in alcuni studi non è stato osservato alcun beneficio supplementare.

Si attendono ulteriori prove.

Favipiravir  

È attivo contro i virus a RNA. Anch’esso è stato utilizzato come antivirale alternativo in alcuni focolai d’infezione influenzale resistente in Giappone.

Si assume per via orale in Pazienti con infezione lieve-moderata, al dosaggio di attacco pari a 1800mg due volte al giorno passando a 400mg/ bis in die nel mantenimento.

Al momento attuale i farmaci antivirali hanno una considerazione limitata ai casi lievi e moderati. La comunità scientifica è piuttosto orientata a saggiare e valutare l’efficacia di una combinazione tra loro di antivirali oppure in unione con altre categorie di farmaci ad effetto sinergico.

 FARMACI IMMUNOMODULATORI

Tocilizumab

Sostanzialmente è un anticorpo monoclonale IgG, sottotipo 1, attivo verso il recettore dell’Interleuchina 6 , ovvero una particolare proteina prodotta dai Linfociti T e dai Macrofagi ) capace di modulare la risposta immunitaria nei casi di infezione e di eventi traumatici.

Viene di fatto considerato nelle infezioni lievi e moderate da coronavirus, in Pazienti con difficoltà respiratorie .

Il dosaggio base è di 8 mg/Kg/die in un’unica soluzione per infusione endovenosa lenta o per via sottocutanea.

Clorochina e derivati

Conosciuta come farmaco antimalarico fin dall’inizio del XIX secolo, ha manifestato un effetto antivirale ad ampio spettro, attivo al dosaggio di 500 mg ogni 12 ore.

Agisce nocivamente sul microrganismo aumentando il livello di acidità all’interno del corpo virale, lo stesso richiesto per il connubio biologico virus/cellula umana. Inoltre, previene la glicosilazione del recettore SARS-CoV in vitro, miglioramento della polmonite e della clearance renale.

La clorochina , in diversa associazione con alcuni suoi derivati come la idrossiclorochina) può avere effetti immunomodulatori e ha la capacità di sopprimere la massiccia risposta immunitaria all’infezione da coronavirus (tempesta di citochine) indotta da mediatori come IL-1, IL-6 e IL-10 (IL= Interleuchina).

Terapie supplementari

Eparina

E’ un amino saccaride a basso peso molecolare ottenuto dalla frazione attiva dell’Eparina, utilizzata nelle forme di tromboembolismo venoso.

Il riscontro di analogo fenomeno nel microcircolo vascolare polmonare con secondaria e grave compromissione della respirazione alveolare, ne ha deciso l’utilizzo nel Covid-19.

E’ un amino saccaride a basso peso molecolare ottenuto dalla frazione attiva dell’Eparina

Viene somministrata ai Pazienti nei quali la frequenza respiratoria è superiore a 30 al minuto, la saturazione di ossigeno nel sangue è inferiore a 93%  a riposo e la PaO2/FiO2 (Emogasanalisi su prelievo arterioso) inferiore a 300 mmHg. .

Altre soluzioni terapeutiche relative alle indicazioni e dosaggi possono variare da caso a caso.

 

*Specialista in Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico-Facciale

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