IT SMEREX 2018: a bordo di Nave Anteo con i Sommergibilisti e i Palombari in addestramento congiunto per la ricerca e soccorso di un sommergibile sinistrato e posato sul fondo.

di Lia Pasqualina Stani

    <<Se la Scuola Sommergibili “Rio Corazzi”, dove vengono formati tutti i sommergibilisti italiani è il “cuore” della Componente, la “Sala Storica dei Sommergibilisti” al suo interno ne è l’anima>>. Le parole del C.V. Giorgio Cossiga, Comandante del Comando Flottiglia Sommergibili (COMFLOTSOM), con sede a Taranto presso l’Arsenale Marina Militare, sono cariche di passione, concretezza e fierezza soprattutto quando dice: << Nella Sala Storica sono custoditi gran parte dei ricordi del personale sommergibilista che ha preceduto chi intraprende questa professione, e i valori fondanti della Marina Militare, della Componente stessa e dello Stato italiano. Per il personale che arriva nella Scuola prima della formazione e dell’addestramento, questa Sala è una tappa obbligatoria>>.

“Sala Storica dei Sommergibilisti”

La “Sala Storica” nasce dall’idea del decano dei sommergibilisti, l’Ammiraglio Giuseppe Arena e dell’Ammiraglio Duillio Ranieri: appassionati dei sommergibili e della storia dei sommergibilisti italiani e non, essendo amici fraterni, crearono la Sala nella parte moderna della Scuola. L’Ammiraglio Ranieri è considerato il fondatore della Scuola Sommergibili: riuscì ad ottenere la costruzione della 2°ala ed il 1°Simulatore della Classe Sauro.

Prima che arrivasse la motobarca per raggiungere Nave Anteo, è stato possibile guardare da vicino alcuni degli ausili didattici utilizzati per l’addestramento specifico dei sommergibilisti.

Per sommergibili sempre più evoluti devono corrispondere equipaggi sempre più preparati dal punto di vista tecnico ed affiatati nel lavoro di equipe. La qualità dell’equipaggio è fondamentale per l’efficienza operativa dei battelli. Nel corso degli anni la Marina Militare ha fortemente voluto dotarsi di strumenti addestrativi ed ausili didattici all’avanguardia, in grado di conseguire elevati livelli di addestramento riducendo i tempi ed i costi delle fasi addestrative. Dagli allenatori di immersione e di combattimento, vere e proprie repliche degli ambienti di bordo in grado di riprodurre i comportamenti dinamici e funzionali del sommergibile, sia della classe Sauro che della classe Todaro (U121A) ai vari Simulatori.

Il “Simulatore di falla e fumo” è la ricostruzione di un generico locale ausiliari di un sommergibile, allestito con i simulacri delle apparecchiature e delle tubazioni.  Garantisce l’addestramento del personale delle squadre d’emergenza ad intervenire con le previste dotazioni ed equipaggiamenti, per fronteggiare situazioni altamente degradate di falla e/o fumo. Sotto il costante controllo degli istruttori, la falla simula il cedimento della tubolatura più critica di bordo (refrigerazione generale), mentre il fumo, generato da apparecchiature portatili, riproduce le critiche condizioni d’intervento per gli operatori, non comportando alcun rischio per la salute del personale.

Simulatore garitta di fuoriuscita

Anche il “Simulatore garitta di fuoriuscita”, è una fedele riproduzione della garitta di fuoriuscita di un sommergibile e consente l’addestramento propedeutico alla fuoriuscita dal sommergibile sinistrato, cioè non più in grado di raggiungere autonomamente la superficie e quindi va abbandonato. Si addestra con questo simulatore il personale alla condotta di tutte le operazioni connesse con la fuoriuscita individuale, dalla vestizione dell’apposita tuta Mk11 (che incorpora un piccolo battello gonfiabile) sino all’istante di apertura del portello, dal quale incomincerebbe la risalita in superficie. L’addestramento a quest’ultima fase, richiede una particolare vasca cilindrica profonda circa una trentina di metri, e viene completata periodicamente impiegando apposite strutture messe a disposizione da Marine estere (attualmente Olanda e precedentemente la Norvegia).

Simulatore Rush Escape

Nella IT SMEREX 2018 è stato coinvolto il sommergibile Romei, Classe Todaro tipo U212A, e con il C.V Cossiga, il T.V Carlo Faggiana, capo nucleo pubblica informazione del Comando Flottiglia Sommergibili, il C.F. Zefferino, capo reparto operazioni della Scuola Sommergibili e con il T.V. Fina, nella parte esterna della Scuola, abbiamo visto il “Simulatore Rush Escape”. I sommergibili classe Todaro (U212A) dispongono di un altro sistema di abbandono del sommergibile sinistrato, alternativo alla fuoriuscita individuale. Questo simulatore infatti, consente di addestrare il personale alla condotta di tutte le operazioni connesse a questo tipo di procedura, sino al superamento del portello, lasciando, in analogia a quanto avviene per gli equipaggi classe Sauro, il completamento dell’addestramento con la fase di risalita in superficie da eseguire presso centri dedicati, messi a disposizione da Marine estere (Norvegia o Olanda).

È il momento di lasciare la Scuola Sommergibili. La motobarca è stata posizionata vicino la banchina del Molo Sauro. Ad accompagnarci a bordo di nave Anteo per assistere alle operazioni della “fase reale (di simulazione)” della SMEREX 2018, c’erano il T.V. Carlo Faggiana e il C.F. Zefferino.

La prima fase dell’esercitazione è la “fase seriale” svoltasi precedentemente, serve a testare i singoli mezzi di soccorso, progressivamente uno per volta con il sottomarino.

Comandante Nave Anteo C.F. Gianluca Petrosillo

A bordo di nave Anteo ad accoglierci c’era il comandante, C.F. Gianluca Petrosillo. Nave Anteo, la più grande nave di supporto subacqueo, svolge il compito di nave appoggio subacqueo per gli incursori del COMSUBIN. È equipaggiata per svolgere operazioni di soccorso e salvataggio a favore di personale di navi danneggiate e sommergibili sinistrati a notevoli profondità, operazioni antincendio e per la localizzazione degli scafi. Possiede una camera di decompressione multipla per soccorso embolizzati, una sala medica con un’equipe medica specializzata in fisiopatologia subacquea. È dotata di quattro tipi di imbarcazioni di diverso tipo e dimensioni con compiti di appoggio alle operazioni subacquee e di supporto alle operazioni di posa e recupero del campo boe. È impiegata per attività di ispezione del fondale: per le investigazioni, riprese video e fotografiche fino alla quota di 300 metri utilizza il ROV (remotely operated vehicle), minisottomarino telecomandato dotati di telecamera rilasciato in acqua che consente la visione da bordo della nave delle condizioni del DisSub.

Obiettivo della SMEREX 2018 è stato quello di testare la catena di allarme ed il sistema nazionale di ricerca e soccorso basato sul sistema satellitare impiegato normalmente per la ricerca e localizzazione di navi in difficoltà denominato COSPAS-SARSAT, verificando il corretto svolgimento di tutte le procedure per trarre in salvo l’equipaggio di un sottomarino posato sul fondo a seguito di un’avaria.

Il ruolo di DisSub (Distressed Submarine, battello sinistrato) è stato rivestito dal sommergibile Romeo Romei del COMFLOTSOM, stanziato a Taranto. Nello specifico il battello ha simulato di trovarsi in una condizione che ne impediva la riemersione (un’avaria alle casse di zavorra, un incendio a bordo etc). L’esercitazione inizia quando come da procedura, individuato il punto su cui adagiare il sommergibile il comandante, nello specifico per il Romei è il Capitano di Corvetta Fabio Casamassima, decide di rilasciare una boetta SEPIRB (Submarine Emergency Position Indication Radio Beacon) tramite il lanciafumate di bordo e bisogna attendere i soccorsi. È una manovra che l’equipaggio deve eseguire con eccessiva perizia per non danneggiare lo scafo che deve toccare il fondo prima di prua e successivamente di poppa.

C.V. Stefano Russo, Capo di Stato Maggiore del Comando Sommergibili della Marina Militare

<<Tutto parte da un segnale di allarme>> ha spiegato il C.V. Stefano Russo, Capo di Stato Maggiore del Comando Sommergibili della Marina Militare alle dirette dipendenze del Comando in Capo della Squadra Navale. E proseguendo: << Quando il sommergibile lancia la boetta SEPIRB, questa raggiunge la superficie e invia un segnale di soccorso, contenente i dati dell’unità, attraverso il circuito COSPAS-SARSAT. Tramite la stazione ricevente, il segnale viene inoltrato al Comando Sommergibili della Marina Militare di Roma (MARICOSOM). E la centrale operativa di MARICOSOM, la “Submarine Allerting Autority” ricevuto e valorizzato il segnale di allarme del sommergibile sinistrato e posato sul fondo, a sua volta lo invia al COAN, la centrale operativa del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV). Il COAN è una centrale attigua alla centrale operativa sommergibili in modo tale da consentire a CINCNAV e in modo particolare alla “Submarine Search e Rescue Autority” di coordinare per gli assetti nazionali i soccorsi, per arrivare rapidamente sul luogo e procedere al soccorso ed evacuazione del personale del sommergibile attraverso i vari strumenti di soccorso, la cui scelta dipende sia dalle condizioni metereologiche e dalle condizioni (eventuali inclinazioni o danni allo scafo etc.)in cui è il sommergibile>>.

Gli assetti predisposti, Nave Anteo ed il personale del GOS (Gruppo Operativo Subacqueo) vengono mobilitati quando è stata accertata la criticità. Nave Anteo, dipende dal Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”. Dispone di numerosi assetti di intervento e di soccorso per il personale che si trova all’interno di un sommergibile sinistrato.

Il ruolo di soccorritore nella IT SMEREX 2018 è stato affidato all’Unità che nei pressi della verticale del DisSub (posatosi a circa 35-40 metri di profondità nelle acque di Marina di Ginosa) ha provveduto alla messa in acqua del campo boe: un sistema di ormeggio su quattro punti di cui l’unità è dotata e che permette alla stessa di operare in condizioni di stabilità e sicurezza.

Capitano di Corvetta Giovanni Torraco, palombaro della Marina Militare, Responsabile delle operazioni subacquee

Raggiunta la sala operativa della Nave, ad attenderci c’era il Capitano di Corvetta Giovanni Torraco, palombaro della Marina Militare che a bordo dell’Unità per la Smerex 2018 ha svolto il ruolo di Responsabile delle operazioni subacquee. Tramite schermata video, utilizzando le immagini trasmesse dal ROV, è stato possibile assistere alle prime operazioni di soccorso sul DisSub. Il C.C Torraco ha spiegato ogni fase nel dettaglio.

Siamo nella “fase rescue” della SMEREX 2018: solo dopo la ricerca del sommergibile è possibile procedere al soccorso e salvataggio dell’equipaggio.

Localizzato il DisSub per avviare tutte le procedure di soccorso ed evacuazione del personale, il primo requisito necessario è che il battello sia adagiato sul fondo. Per proseguire si deve essere certi di poter rigenerare l’aria all’interno del battello sia con i sistemi di ricambio di emergenza in dotazione al sommergibile che tramite un impianto di rigenerazione dell’aria, presente su nave Anteo. Occorre garantire un sistema di ventilazione per prolungare le capacità di sopravvivenza dell’equipaggio con l’immissione di aria pulita all’interno e consentire di procedere e organizzare contemporaneamente le operazioni di soccorso.

ASD in avvicinamento alloggio Manichetta per inviare aria al DisSub

Dopo la fase di approntamento iniziale, compreso anche l’avvio delle comunicazioni con il battello tramite telefono subacqueo, per garantire la ventilazione si passa alla fase di collegamento manichette (ARS, Auxiliary Rescue Submarine) tramite le quali la nave fornisce aria all’equipaggio. Questo tipo di attività è svolta dal personale GOS che per l’occasione utilizza uno scafandro rigido articolato tipo ADS (Atmospheric Diving System) con cui è possibile raggiungere una profondità di 300 metri. Si utilizza sempre l’ADS anche con la tecnica delle “immersioni profonde in saturazione”. Dalle immagini era visibile all’interno dell’ADS, l’operatore subacqueo che ha collegato le manichette al sommergibile: una invia aria pulita e l’altra riassorbe l’aria carica di anidride carbonica, in modo da riequilibrare i valori percentuale di ossigeno e anidride carbonica. Le manichette sono piene d’acqua ed essendo un’esercitazione, prima di inviare aria al sommergibile, bisogna svuotarle da bordo di nave Anteo. Lo svuotamento dell’acqua è una manovra tecnica usata solo in esercitazione, in quanto il sommergibile Romei è perfettamente funzionante ed è solo in simulazione. In una situazione reale di soccorso la procedura di collegamento delle manichette avviene in un intervallo di tempo più rapido. Quando tutto è pronto si invierà aria al battello. Quindi sul fondale contestualmente all’ADS c’è anche un ROV.

ASD posiziona la manichetta nello specifico alloggio

Successivamente a queste operazioni di primo intervento per l’evacuazione del personale di bordo si possono utilizzare due dei principali strumenti di cui dispone nave Anteo: la campana Mc Cann e il minisommergibile SRV 300.

L’utilizzo della “campana MC Cann”, prevede la messa a mare del campo boe in condizioni metereologiche favorevoli. È uno dei mezzi di soccorso più affidabili, in grado di raggiungere circa 120 metri. Può trarre in salvo 6 persone alla volta e si impiega su battelli inclinati fino a 10°. Per agevolare la posa sulla mastra del battello in difficoltà, la nave deve portarsi sulla verticale del DisSub. Smaltita l’acqua all’interno della campana, ottenuto l’effetto “ventosa”, si procede all’apertura dei portelli ed al passaggio del personale nella stessa. Richiusi i portelli e separata la campana dal sommergibile, si procede alla riemersione ripetendo la manovra per il personale restante.

Minisommergibile SRV 300 ospitato in un compartimento a poppa dell’Unità

Per operazioni a quote superiori, fino a 300 metri di profondità, nave Anteo dispone del minisommergibile SRV 300, ospitato in un compartimento a poppa dell’Unità e messo in mare tramite argano. Come la campana apponta sulla mastra del sommergibile in corrispondenza del portello. Espulsa l’acqua all’interno della “gonna” di collegamento, inizia il trasferimento del personale. Può trasportare fino a 11 persone. L’SRV può operare su battelli inclinati sino a 45°.

All’interno del Minisommergibile SRV 300

Queste attività richiedono concentrazione e ulteriore perizia da parte del personale altamente qualificato del GOS.

A bordo di Nave Anteo presente anche il responsabile dell’International Submarine Search and Rescue Liason Office (ISMERLO), il capitano di Fregata Gennaro Vitagliano per coordinare la risposta all’emergenza, assicurando sempre il necessario expertise nel campo della ricerca e del soccorso, aggiornando i database per fornire informazioni a livello globale per la gestione degli assetti necessari. L’ISMERLO è un hub che raccorda le esigenze, garantendo e coordinando le necessarie azioni finalizzate alla ricerca ed il soccorso di un sommergibile. Nella realtà l’allerta viene data attraverso il sito web ISMERLO e da quel momento partono la ricerca e le procedure standard.

C.F Manuel Minuto, Capo dei Servizi Addestramento del Comando Flottiglia Sommergibili

<<La IT SMEREX 2018 è un’esercitazione che consente di riunire le eccellenze della Marina Militare in un’operazione complessa: quella del soccorso di un sottomarino>> ha detto il C.F Manuel Minuto, Capo dei Servizi Addestramento del Comando Flottiglia Sommergibili. In conclusione:<<Quindi si uniscono le capacità di nave Anteo e le capacità del GOS con l’expertise del personale sommergibilista. A bordo di Nave Anteo, la mia presenza e quella del mio team, serve a supportare la nave in queste attività, perché queste operazioni di soccorso non possono prescindere anche dalla conoscenza degli impianti e dei sistemi a bordo di un sottomarino. La SMEREX 2018 oltre ad avere carattere internazionale, ha coinvolto anche la Marina Militare Greca con il sottomarino Matrozos per assistere alle varie procedure di intervento data la specificità di nave Anteo e vede l’Italia e la Marina Militare, leader nel settore.>>.

 

(Foto dell’Autrice)

 

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