Prostituzione minorile: aumentano gli adescamenti sui social. Il “child grooming” è la piaga della realtà digitale

Di Flavia De Michetti 

Roma (nostro servizio). Ritorna in modo massiccio la piaga della prostituzione minorile, complici i social.

L’adescamento online è conosciuto anche con il nome di “child grooming”.

Aumenta il child grooming

Si tratta di un fenomeno criminale, di una manipolazione psicologica che una persona adulta usa sui minori, per i quali prova un interesse inadeguato e assolutamente dannoso, che in alcuni casi sfocia in vera e propria ossessione.

Gli adescatori sono predatori che conoscono molto bene il mondo dei ragazzi e mettono in atto un processo di isolamento del minore, con l’intento di attirarlo sempre di più verso di sé e di avere la piena padronanza su ogni suo aspetto psicologico e fisico.

L’avvento di Internet ha avuto un impatto massiccio sulla nostra società,.

Ormai è diventato parte integrante della vita di ognuno di noi, una parte che ci ha reso dipendenti e senza la quale sembra impossibile vivere.

La Rete e i nuovi mezzi informatici hanno i loro pro e i loro contro.

Fra questi ultimi si cela uno degli aspetti peggiori della natura umana: ovvero la pedofilia che consiste nel guadagnare la fiducia del minore per mezzo di un processo organizzato e manipolativo con lusinghe fino ad arrivare alle minacce.

La Rete Internet crocevia di adescamenti per la prostituzione on line

Sono sempre più numerosi gli adulti che tramite profili falsi, promesse di regali e generosi compensi economici, adescano ignare vittime, spesso e volentieri minori.

La fascia più colpita sembra essere quella che va dalla tenera età ai 16 anni.

Questi ultimi sono le vittime perfette da ricattare per ottenere foto, video e prestazioni di tipo sessuale.

In alcuni casi complici di questi delitti sono proprio i genitori.

Non è raro, infatti, che i giovani colpiti provengano da famiglie indigenti, che vedono in questo atto ignobile un’occasione per guadagnare qualche soldo occasionale e forse, a lungo andare, anche una buona stabilità economica.

Un esempio è la storia di un 73enne accusato di prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico arrestato insieme a una donna, sua coetanea, nonna delle due vittime minori.

L’anziana è stata ritenuta responsabile di avere favorito il prosieguo delle violenze e di una tentata estorsione ai danni dell’uomo.

Le indagini sono iniziate quando una delle due ragazze coinvolte ha tentato il suicidio presso la stazione ferroviaria di Paola (Cosenza), esasperata da voci che correvano sul suo conto per presunte relazioni con anziani.

C’è stato anche un tentativo di coinvolgere  la terza sorella, di appena 5 anni, chiedendo il permesso alla madre.

Indagini della Polizia Postale su siti Web

Ogni anno sono centinaia le denunce legate ai crimini riguardo le realtà digitali e purtroppo sono sempre in aumento.

Facebook, Telegram, Instagram, Hangouts, Snapchat ma soprattutto Twitter sono i social più usati.

Proprio su Twitter è stata scoperta, già da tempo, una rete di pedofili che divulgava osceni e agghiaccianti video e immagini di abusi e atti sessuali su bambini e bambine.

Atti di pura violenza su una fascia età compresa tra i 5 ed i 6 anni, costretti a subire e a compiere atti sessuali.

Il problema è molto importante poiché Twitter è accessibile a tutti e non necessita di una registrazione per visualizzare i filmati.

I termini legali del social network sono molto chiari “Non tolleriamo lo sfruttamento sessuale minorile su Twitter. Quando veniamo a conoscenza di link a immagini o contenuti che promuovono lo sfruttamento sessuale minorile, tali contenuti verranno rimossi dal sito senza e segnalati al Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati”.

Eppure, gli utenti che agiscono in questo senso non sembrano affatto preoccupati della riservatezza, utilizzando anzi hashtag per segnalarsi i contenuti interessanti per la loro comunità.

Altri invece hanno profili chiusi e devono autorizzare il follower per far sì che acceda a questo tipo di materiale.

I metodi per tutelare i minori da queste spiacevoli situazioni partono da un’informazione continua sull’utilizzo degli strumenti informatici, soprattutto nei confronti dei genitori.

Occorre anche leggere con attenzione le istruzioni di ogni social era avere prontezza nel denunciare e segnalare qualsivoglia prodotto informatico illegale, video, chat, foto, alle autorità di Polizia.

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