Pubblica Sicurezza: report annuale del Dipartimento. Crescono i reati informatici e i femminicidi

Roma. Nel consueto bilancio di fine anno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha analizzato i dati provenienti dall’attività di tutte le Forze di Polizia per verificare quanto siano cambiate le abitudini criminali, sia a livello nazionale che internazionale nell’era della cosiddetta “nuova normalità”.

Rapporto del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Internoper il 2021

Il repentino spostamento sul digitale non ha, infatti, riguardato soltanto
tutte le procedure organizzative, i processi di lavoro, i metodi di
pagamento ma anche i modus operandi criminali misurati dal termometro delle prime statistiche disponibili.

Dal Rapporto emerge come ci sia stata una lieve crescita dei reati rispetto al 2020, che era stato caratterizzato dal lockdown e dalle pesanti restrizioni nella circolazione.

Nel  2021 ci si è attestati su livelli generali più bassi del periodo pre-pandemia.

I PRINCIPALI REATI

Si assiste, però, ad un aumento del 30,5 % rispetto al 2020 dei reati informatici (come il phishing, gli spyware, i ransomware e il social
engineering, con l’obiettivo di impadronirsi di dati personali non solo per
finalità predatorie).

Ma anche dei reati comuni commessi on line.

In aumento i reati informatici

Il caso più emblematico è costituito dalle truffe, che nel 65,9% dei casi nel 2021 è avvenuta via WEB (quasi 2 truffe su 3).

Per gli omicidi si conferma la tendenza generale: i dati aggiornati al 26 dicembre scorso registrano 289 omicidi (con 4 persone decedute in più dell’anno scorso) ma 25 in meno del 2019 (epoca pre- pandemia).

Cresce invece l’incidenza percentuale sul totale quello delle donne
uccise: 116 vittime nel 2021 (erano 110 nel 2019), di cui 100 uccise
in ambito familiare/affettivo (93 nel 2019).

Di queste ultime, 68 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (67 nel 2019).

Nel corso dell’anno il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale
della Polizia Criminale, ha prodotto una serie di Report sui fenomeni
che destano maggiore allarme sociale, tutti pubblicati sul sito
del Ministero dell’Interno, come quelli sulla violenza contro le donne,
sugli abusi sui minori e sulla criminalità predatoria (furti e rapine).

rapporto-intersettoriale-2020

L’attività si è sviluppata anche attraverso la partecipazione ad osservatori
e gruppi di lavoro, che hanno coinvolto le istituzioni e i soggetti privati
di riferimento, per monitorare i diversi fenomeni criminali ed elaborare
delle strategie di prevenzione mirate alle realtà economiche e sociali in
così rapida evoluzione.

Un’operazione della Polizia di Stato contro dei rapinatori

Organismo tecnico di supporto all’Osservatorio nazionale sul
fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali:

Nei primi nove mesi del 2021, sono stati registrati 541 atti intimidatori
(+16,9% rispetto allo stesso periodo del 2020), 278 casi (51,4%) sono stati censiti nei confronti di sindaci anche metropolitani.

Organismo permanente di supporto al Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti:

Nei primi 9 mesi del 2021 sono stati registrati 156 atti intimidatori (+21%
rispetto allo stesso periodo del 2020), 74 casi (47%) sono stati consumati
tramite social network.

I GRUPPI CENTRALI INTERFORZE

I Gruppi centrali interforze (composti dai rappresentanti di tutte le Forze
di Polizia) che svolgono un’attività di monitoraggio ed analisi volta alla
prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata
negli appalti pubblici, hanno prodotto 194 segnalazioni di criticità alle
Prefetture nei confronti di altrettanti soggetti, con oltre mille approfondimenti richiesti o d’iniziativa e oltre 29.000 interrogazioni alle
banche dati delle Forze di Polizia.

E’ proseguita quest’anno, con l’elaborazione di un quinto Report, l’attività
dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di
infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo
mafioso, istituito subito dopo lo scoppio della pandemia al fine di
contrastare la minaccia della criminalità organizzata d’infiltrazione nel
tessuto socio economico.

In particolare, il Report ha acceso un faro sul fenomeno delle variazioni
societarie come possibili indizi di contaminazione, fornendo uno strumento
di analisi per prevenire i tentativi di alterazione del mercato e di
condizionamento degli appalti e delle gare pubbliche.

L’approfondimento e l’analisi dei dati relativi alle società colpite da interdittiva antimafia hanno restituito un valore in aumento nel periodo Covid tanto del numero di società interdette (+9,7%) quanto del numero delle società interdette che hanno registrato variazioni societarie (+47 %).

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DI POLIZIA

La dimensione globale della pandemia ha dato un nuovo impulso alla
cooperazione internazionale di Polizia.

Il crimine prolifera nei Paesi che hanno minori barriere difensive. Anche in questo ambito il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha dato impulso all’attività di ricerca di latitanti.

Da gennaio a fine novembre 2021 sono stati catturati 1.343 latitanti in 61
Paesi.

Di questi, 705 erano latitanti attivi, vale a dire ricercati dalle Autorità giudiziarie italiane in 51 Paesi:.

In Europa il 16,2% dei soggetti è stato arrestato in Romania, il 13,9 % in Spagna, il 12,3% in Germania, il 10,5 % in Francia e a seguire negli altri Paesi,.

A livello extraeuropeo spicca l’Albania per numero di arresti (65 persone
complessivamente).

I latitanti passivi catturati in Italia sono stati 638, ricercati dalle
autorità di 61 Paesi.

A livello europeo per lo più da Romania (27,6%), Germania (16,3%) e Francia (9,3%).

Dei 1.343 latitanti, 65 sono stati arrestati attraverso la rete ENFAST
(European National Fugitive Active Search Team) il network che opera sulle 24 ore e che collega i team che si occupano della ricerca e cattura a
livello internazionale dei ricercati (+35% del 2020 quando erano stati 48).

Dei latitanti catturati 139 soggetti appartengono al crimine organizzato e
38 ad organizzazioni mafiose (6 a Cosa Nostra, 6 a ‘ndrangheta, 9 a camorra, 2 a mafie pugliesi e 15 a mafie straniere).

Grande eco mediatico, quest’anno, l’arresto di 10 terroristi in Francia
nell’ambito dell’Operazione “Ombre Rosse” e del terrorista Endri Elezi in
Italia, fornitore delle armi della strage di Nizza del 2016, rintracciato a
Caserta dove faceva il bracciante agricolo.

Diversi gli arresti di latitanti per delitti sessuali, il più noto dei quali
Luciano Scibilia.

E’ stato rintracciato a Santo Domingo, unico italiano presente
nella lista dei 19 “predatori sessuali” più ricercati nella lista stilata da
EUROPOLl e diffusa anche attraverso il sito http://eumostwanted.eu, Most Wanted Fugitives.

Nell’arco dell’anno sono stati rimpatriati 522 detenuti con servizi di linea
e con 17 tra voli charter e di Stato.

L’Ufficio nazionale per il recupero dei beni (Asset Recovery Office –
A.R.O.) costituito presso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di
polizia (SCIP) ha consentito il sequestro di beni per un valore di oltre
36,5 milioni di euro in 11 Paesi (+ 29% rispetto al 2020): il 20% in
Svizzera, 17% nel Principato di Monaco, 10% a Malta e in percentuale minore negli altri Stati.

Il progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) promosso
dall’Italia insieme ad Interpol e avviato già nel 2020, ha fatto registrare
importanti risultati operativi: 17 latitanti catturati nel 2021 (26
dall’inizio del progetto) con figure criminali di estrema pericolosità, come
Rocco Morabito, Vincenzo Romeo e Francesco Pelle.

La casa dove abitava Morabito in Uruguay

Risultati resi possibili dalla cooperazione internazionale di polizia e dalla rete promossa da I CAN con 11 Paesi aderenti oltre all’Italia (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay).

Una materia particolarmente delicata riguarda le 71 indagini in corso sulle
sottrazioni di minori, portati all’estero da uno dei due genitori (+14%
rispetto al 2020) con tre bambini riconsegnati all’avente diritto.

Le cronache si sono occupate soprattutto della tragedia del piccolo Eitan,
rimasto orfano a seguito della tragedia del Mottarone, rapito dal nonno
materno e riportato in Italia all’inizio di dicembre dalla zia materna, con
l’attività di cooperazione internazionale di Polizia decisiva nell’arresto a
Cipro di Alon Abutbul Gabriel complice del nonno.

Altrettanto interesse ha suscitato il caso della bimba di un anno di una
coppia italiana, nata in Ucraina con tecniche di maternità surrogata,
abbandonata dai genitori, riportata in Italia dallo SCIP insieme alla Croce
Rossa italiana e ora affidata ad una famiglia di Novara.

Le attività della Direzione centrale della polizia criminale del
Dipartimento della Pubblica Sicurezza, hanno giocato un ruolo di primo piano  in ambito europeo.

Il 21 e 22 settembre scorso, il nostro Paese ha, infatti, promosso insieme ad EUROPOL e con il sostegno della Commissione europea, il Law Enforcement Forum con l’obiettivo di prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata nei fondi del Next Generation EU.

All’incontro hanno partecipano i vertici delle Forze di polizia di 24 Paesi europei, le Agenzie europee CEPOL e OLAF e la Procura europea (EPPO) per creare una rete per scongiurare l’interferenza criminale nell’attuazione delle riforme e dei contenuti dei Piani approvati dal Consiglio dell’Unione Europea (Recovery and Resilience Plans).

Agenti OLAF

Il meeting ha rappresentato l’evoluzione del Working Group Covid 19,
promosso dall’ Italia e da EUROPOL insieme ad altri 9 Paesi europei, che si
è riunito due volte nel 2021 per affrontare temi strategici del periodo
pandemico come il rischio di  infiltrazione della criminalità organizzata
nella distribuzione dei  vaccini, le frodi relative ai sostegni economici
nazionali e le minacce per i minori, sia con vittime che come autori di
reati.

Il 25 novembre è stato assegnato all’Italia il premio europeo per l’innovazione (European Innovation Procurement Awards – EUIPA 2021), per il Cyber Security Operations Center, la sala operativa realizzata presso l’Ufficio Protezione Dati della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che si colloca al primo posto nella categoria della leadership nell’approvvigionamento.

Si tratta di una struttura d’avanguardia, finanziata da fondi europei e
inaugurata nell’aprile scorso, per la prevenzione e l’intervento tempestivo
sugli incidenti informatici alle banche dati delle forze di polizia, di
natura accidentale, naturale o dolosa, come gli attacchi hacker.

Una struttura hardware e software di ultima generazione che, grazie alla
formazione mirata di analisti ed operatori appartenenti alla quattro Forze
di Polizia.

Lavora attraverso protocolli standardizzati perché la reazione
all’incidente informatico sia la più tempestiva e risolutiva.

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