ANKARA (nostro servizio). Da Ankara a Damasco. Gli interessi portano la Turchia verso la Siria.
E’ un cambiamento radicale nelle relazioni tra i due Paesi, in mezzo a grandi cambiamenti geopolitici.
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che potrebbe incontrare il suo omologo siriano Bashar al-Assad per promuovere la pace e la stabilità in Siria, un anno dopo un incontro tra i ministri della Difesa dei due Paesi.
I capi della Difesa e i massimi ufficiali dell’Intelligence russa, turca e siriana hanno tenuto dei colloqui a Mosca un anno fa, nel corso del più alto livello di contatto ufficiale tra i due acerrimi rivali in oltre un decennio.
“Turchia, Russia e Siria hanno avviato un processo a Mosca – ha affermato il Presidente turco, parlando nella capitale Ankara, aggiungendo che i ministri degli Esteri dei tre Stati dovrebbero riunirsi presto in un altro formato trilaterale – . Dopodiché potremmo incontrarci come leader russo, turco e siriano, a seconda degli sviluppi. Il nostro obiettivo è stabilire pace e stabilità nella regione”.
Mensur Akgun, professore di relazioni internazionali, ha affermato che il recente cambiamento di approccio di Ankara nei confronti di al-Assad deriva da importanti cambiamenti nelle dinamiche nella regione rispetto a 11 anni fa, quando i legami tra i due Paesi furono ufficialmente interrotti al culmine della Primavera araba.
Ritiene inoltre che la Russia abbia svolto un ruolo chiave nell’avvio del recente dialogo tra i due acerrimi rivali.
“Come risultato dello sviluppo di relazioni speciali tra la Turchia e la Russia, Mosca ha perseguito maggiormente gli interessi di Ankara nelle sue relazioni con la Siria, esercitando pressioni sul governo di al-Assad in questa direzione”, ha detto Akgun ad Al Jazeera.
L’analista politico Ahmed Rifaat Youssef, direttore delle notizie di Damascus Radio, ha confermato durante il suo colloquio con la rete di notizie Sham News Info in onda su Melody FM, che esiste un ampio segmento del popolo turco che nutre un grande amore per la Siria, riferendosi ad un celebrazione tenutasi a Istanbul alla presenza di circa mezzo milione di turchi a sostegno della Siria, durante la quale sono state trasmesse canzoni patriottiche siriane.
Ci sono due ragioni principali per questa manovra: la prima è la possibilità che gli Stati Uniti si ritirino dalla Siria e dall’Iraq, la leadership turca ha informazioni su questo ritiro, e la seconda è il rapido sviluppo della mappa geopolitica della regione ,sulla base di ciò che sta accadendo a Gaza.
Il Presidente Erdogan è stato esortato soprattutto da quello egiziano El Sisi a migliorare le relazioni con la Siria.
Il progetto pianificato dagli Stati Uniti era la caduta della Siria entro tre mesi, ma ha resistito per 13 anni.
I ministri degli Esteri dei Paesi della NATO avevano fissato delle date per celebrare la caduta di Damasco, mentre la Siria è ancora in piedi.
La svolta di Erdogan non è arrivata solo a causa degli sforzi russi o delle circostanze interne turche, ma è stata imposta dai fatti sul campo.
Il ripristino delle relazioni tra Siria e Arabia Saudita è il risultato di una vera e propria impasse che gli Stati Uniti stanno attraversando, dopo la crisi israeliana.
Le basi americane nella regione sono diventate obiettivi della resistenza ed è in corso un’importante decisione per allontanare gli americani dall’Asia occidentale.
Turchia e Siria hanno sperimentato profonde differenze su varie questioni in questi 11 anni, ma c’è una questione importante nelle relazioni tra i due Paesi che sembra essere l’ostacolo più importante nel processo di normalizzazione.
Il sostegno di Ankara all’Esercito siriano libero è una delle questioni impegnative nelle relazioni di entrambi gli Stati-
Nel quadro delle relazioni turco-siriane vanno considerate in particolare altre due questioni: quella della sicurezza dei confini e quella dei rifugiati siriani in Turchia.
Circa la prima, i militari turchi sono riusciti a creare una fascia di sicurezza di circa 300 chilometri lungo la frontiera che rappresenta un cuscinetto di salvaguardia tra elementi curdo-siriani e potenziali guerriglieri del PKK in territorio turco.
Trattandosi di territorio siriano la sua eventuale restituzione a Damasco, che lo rivendica, non potrà non comportare garanzie per la parte turca di controllare sconfinamenti destabilizzanti
Per quanto riguarda la seconda , si calcola che all’incirca 4 milioni di rifugiati siriani si trovino in Turchia , di cui la maggior parte nelle grandi città e non in campi di raccolta
Ciò ha provocato forti tensioni con la popolazione locale, cavalcate soprattutto dai partiti di opposizione che accusano Erdogan di aver concesso a molti di essi la cittadinanza turca per ricavarne vantaggi elettorali .
Il problema comunque persiste e una futura intesa turco-siriana non potrà non comportare il rimpatrio dei rifugiati .
La questione dei rifugiati sarà risolta in collaborazione e coordinamento tra la Turchia, la Russia e la Cina, poiché la decisione della Turchia di ripristinare le relazioni con la Siria è irreversibile e legata alla sicurezza nazionale turca.
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