Di Fabrizio Scarinci
ROMA. Negli ultimi decenni, l’importantissimo ruolo che le tecnologie di tipo spaziale e cibernetico hanno ricoperto nel velocizzare e nell’incrementare di efficacia le operazioni militari ha progressivamente fatto sì che attorno ad esse iniziassero a nascere due veri e propri domini operativi, in cui detenere un certo grado di superiorità rispetto all’avversario sarebbe divenuto indispensabile al fine di avvantaggiarsi nei più “tradizionali” spazi di battaglia di tipo aereo, navale e terrestre.
In questo nuovo scenario, il governo dello spettro elettromagnetico, fondamentale sia al fine di interconnettere tra loro e con tutti gli altri questi due domini, sia allo scopo di gestire e proteggere le informazioni diffuse grazie al loro utilizzo, rappresenta un elemento di straordinaria importanza per qualsiasi apparato militare intenzionato a mantenere capacità operative complesse allo stato dell’arte.
Tali concetti sono solo alcuni tra quelli ribaditi nel corso della conferenza “Cyber e Spazio abilitanti per operazioni multidominio”, con cui ELT Group ha voluto illustrare i più innovativi progetti inerenti i settori Spazio, Cyber e “Bio-difesa” presenti nel suo ambizioso piano industriale TENET 2030.
Svoltosi martedì scorso a Roma, presso la sede del Segretariato Generale della Difesa, l’evento ha visto la partecipazione del Direttore di Rivista Italiana Difesa Pietro Batacchi, presente in veste di moderatore, del Segretario Generale della Difesa, Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, del Presidente di ELT Group Enzo Benigni, dell’amministratore delegato della società Domitilla Benigni, del sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Carmine Masiello, del sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale Aurelio Colagrande, del Direttore di TELEDIFE, Generale Angelo Gervasio, del capo reparto C4S e capo Ufficio generale Innovazione e Spazio dello Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Francesco Procaccini, del Direttore del V Reparto di SegreDifesa Luisa Riccardi, dell’amministratore delegato di Cy4gate Emanuele Galtieri, del Vice-presidente per Strategy innovation & transformation di ELT Gianni Maratta e del Vice-presidente del segmento Global Sales & Business Development del Gruppo Paolo Izzo.
La crescita di ELT nei settori Spazio e Cyber
Nel corso del seminario, i rappresentanti dell’azienda hanno avuto modo sia di sottolineare gli indubbi successi da essa riportati nell’ambito di programmi quali Eurofighter, FREMM, U-212 e PPA (lanciati ormai da tempo e al momento in piena fase di svolgimento), sia di illustrare i suoi progetti futuri (e/o appena intrapresi), come quelli inerenti la partecipazione al programma multinazionale GCAP (al momento ancora in fase embrionale), quelli concernenti la commercializzazione dei propri sistemi anti-drone, e, per l’appunto, quelli riguardanti i segmenti Cyber e Space EW.
Tra questi ultimi figurano, in particolare, la sperimentazione del sistema di Electronic Intelligence SCORPIO, messo in orbita il 15 aprile scorso allo scopo di raccogliere dati marittimi non classificati ed analizzarli in un apposito “segmento di terra” collocato nel quartier generale di ELT, quello connesso al futuro sviluppo del sistema stratosferico di Intelligence, Surveillance & Reconnaissance EuroHAPS, la commercializzazione del sistema terrestre Zenithal Jammer, progettato per offuscare i radar ad apertura sintetica di droni e satelliti da ricognizione avversari e, ovviamente, la progettazione di contromisure elettroniche e cibernetiche adeguate a proteggere i sistemi “space based”, che, in futuro potrebbero senz’altro essere oggetto di attacchi particolarmente insidiosi.
Soprattutto con riferimento alle costellazioni satellitari caratterizzate da una certa complessità, infatti, non si può non sottolineare come tutte le loro principali componenti (ovvero piattaforme in orbita, centri di controllo a Terra, sistemi di interconnessione e catene logistiche) possano essere messi fuori gioco sia facendo ricorso a strumenti quali jamming e/o interferenze, sia mediante l’utilizzo del cyberspazio.
Se a questo si aggiunge, poi, che il cosiddetto settore della “Space economy”, già oggi valutato (a livello mondiale) intorno ai 450 miliardi di dollari, presenta un tasso di crescita che lo porterà a superare trilione di dollari entro il 2030, si capisce fin troppo bene come la protezione elettronica, informatica e, se è per questo, anche fisica dei sistemi operanti nello spazio sia destinata a diventare uno maggiori business dell’industria della sicurezza.
Il settore della Bio-difesa
Oltre che delle tecnologie appena elencate, l’incontro è stato anche un’ottima occasione per illustrare i progetti di ELT Group nel cosiddetto settore della “Bio-difesa”.
Sfruttando le proprie competenze riguardo all’utilizzo dello spettro elettromagnetico, in tempi recenti l’azienda è, infatti, riuscita perfino a sviluppare un sistema in grado di inattivare in aria i virus respiratori.
Concepita interamente in Italia, questa interessante soluzione, nota come “E4Shield”, si basa essenzialmente sull’utilizzo di onde elettromagnetiche ad una frequenza nociva per gli agenti patogeni ma del tutto innocua per gli esseri umani.
Sebbene il suo obiettivo iniziale fosse quello di contrastare la diffusione del Covid-19, contro il quale è riuscita ad ottenere risultati di inattivazione in aria di circa il 90%, la valenza universale del principio fisico su cui essa si basa permette di pensare a un suo utilizzo anche contro altre tipologie di virus respiratori, quali, ad esempio, alcuni ceppi dell’influenza stagionale.
Solo poche settimane fa, questi promettenti risultati hanno indotto ELT e Lendlease, società globale di investimento e real estate, a costituire “E4life”, una nuova azienda che, oltre a portare avanti ulteriori sperimentazioni sulla scia di quanto fatto finora, avrà anche il compito di lavorare, attraverso importanti collaborazioni di carattere industriale, alla realizzazione del primo sensore capace di rilevare in tempo reale virus e altri agenti patogeni presenti nell’aria.
L’importanza di innovare al fine di restare competitivi
Ovviamente, la chiave per non perdere l’immenso know-how a cui si è brevemente accennato pocanzi e rimanere competitivi in un mondo caratterizzato da un’evoluzione tecnologica talmente rapida che, come spiegato dallo stesso Presidente Benigni, sorprende talvolta anche gli stessi tecnici, consiste certamente nella volontà di investire.
Tra le varie iniziative finalizzate alla prosecuzione della sua crescita, all’ampliamento della sua gamma di prodotti e alla semplificazione delle fasi inerenti la loro sviluppo, ELT si prepara a mettere in campo una serie di laboratori all’avanguardia dedicati al “fast prototyping” e a fare un uso sempre maggiore della tecnologia del “digital twin”, che consiste nella creazione di un gemello digitale del prodotto da sviluppare al fine di rendere più rapido, sicuro ed efficiente il suo processo di sperimentazione.
Come accennato dall’amministratore delegato Domitilla Benigni, inoltre, si lavorerà anche al fine di migliorare ulteriormente il già ottimo livello di collaborazione esistente tra le varie aziende del Gruppo per mettere “a regime” nel modo migliore possibile tutte le conoscenze di cui esso è in possesso nei vari campi in cui opera.
Nondimeno, è anche necessario ricordare come i soli investimenti, soprattutto nei settori delicati come quelli a cui si è fatto riferimento, non possano bastare.
Per crescere nel campo della Difesa e in quelli ad esso contigui, ogni azienda necessita, infatti, del supporto di tutto il sistema-Paese, che non può non trarre vantaggio, sia a livello economico che a livello geopolitico, dalla conservazione di una base industriale solida e all’avanguardia.
La collaborazione militare-aziendale nei settori Cyber e Space EW
Dello stesso parere anche i militari, che sono, ovviamente, ben consci della straordinaria importanza strategica insita nel poter fare affidamento su aziende in grado di supportarli con tecnologie “sovrane” anche e soprattutto con riferimento a settori all’avanguardia come quello spaziale e quello cibernetico; due domini trasversali a tutte le Forze Armate in cui, come accennato in precedenza, le sfide principali consistono nell’ottenimento del miglior livello di connettività possibile, nel più rapido ed efficiente utilizzo possibile dei dati raccolti e nella protezione degli stessi.
Nel contesto attuale, affermare che la differenza tra vittoria e sconfitta (o, quantomeno, tra successo e insuccesso) nell’ambito di diverse tipologie di conflitti armati interstatuali dipenda in buona parte dalla disponibilità o meno di tali capacità non è affatto un qualcosa di peregrino (basti pensare anche a quanto accaduto in Ucraina nelle fasi iniziali della guerra attualmente in corso). Per tale ragione esse dovrebbero essere considerate come dei veri e propri “fattori abilitanti”, senza i quali i militari potranno fare ben poco.
Come sottolineato nel corso dell’evento, sarà, dunque, fondamentale, nel prossimo futuro, stabilire forme di cooperazione sempre più strette tra Forze Armate e realtà aziendali come ELT Group allo scopo di stabilire le reali necessità della Difesa e il modo migliore di soddisfarle da parte dei loro fornitori.
Naturalmente, però, vale anche la pena ricordare come questa strada non potrà mai essere percorsa in modo proficuo senza che tutti acquisiscano una vera e propria “mentalità multidominio”.
Come sottolineato dal Generale Portolano, infatti, il miglioramento delle capacità operative derivante dall’utilizzo dei diversi domini non è una semplice somma di diverse componenti ma piuttosto un loro prodotto, che consente l’ottenimento di risultati efficaci solo in presenza della giusta sinergia.
Una sinergia che potrà esserci solo se agli investimenti di cui si è parlato finora si accompagnerà un corretto bilanciamento di tutte componenti dello strumento militare.
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