SPECIALE. Cinema: concluso il “Guerre e Pace Film Fest” di Nettuno. Il vincitore Daniele Esposito racconta i particolari del suo lavoro

NETTUNO (ROMA) – dal nostro inviato. Il cortometraggio “Venti minuti” di Daniele Esposito ha vinto la 20^ edizione del “Guerre e Pace Film Fest”,  conclusosi nei giorni scorsi al Forte San Gallo di Nettuno (Roma).

Il vincitore Daniele Esposito

Il nostro giornale è stato media partner dell’evento.

I tre giurati Stefania Bianchi (direttrice artistica del Festival), Martina Riva (giornalista di Sky Cultura) e Filippo Soldi (sceneggiatore e regista) hanno premiato l’opera con la seguente motivazione: “Il corto racconta in modo originale ed emotivamente coinvolgente uno degli episodi più drammatici della Storia. La coincidenza tra il tempo che viene dato alla famiglia per abbandonare la propria vita e la durata del cortometraggio fa sì che il tempo dello spettatore sia lo stesso dell’azione, creando un cortocircuito fortissimo tra il nostro presente e la tragedia della Storia”.

I tre giurati. Martina Riva (a sinistra), Stefania Bianchi (al centro) e Filippo Soldi (a destra)

Report Difesa ha intervistato il regista.

Un suo commento da vincitore…

Sono molto contento di avere partecipato a questo Festival. Sono molto contento che esista un Festival come questo. Sono contento che il lavoro sia stato apprezzato dalla giuria ma anche dal pubblico.

Perchè raccontare in un cortometraggio la storia del 16 ottobre 1943?

Perchè a parte i romani e chi conosce Roma non tutti conoscono quanto avvenuto quel giorno, quando furono rastrellati 1.022 ebrei.

Il 16 ottobre 1943 il rastrellamento del Ghetto di Roma

Con Annabella Calabrese con la quale abbiamo scritto la sceneggiatura (nel film interpreta Lea Pavoncello, attrice https://www.reportdifesa.it/speciale-cinema-al-guerre-e-pace-film-fest-di-nettuno-sul-grande-schermo-la-drammatica-storia-del-rastrellamento-del-ghetto-ebraico-di-roma-del-1943-e-la-celebre-battaglia-di-midway-del-1942/)  abbiamo pensato che ci fosse una necessità di portare avanti la memoria di questa giornata.

E anche di trasmetterla a chi non la conoscesse.

Nella sceneggiatura si nota un grande lavoro di scrittura…

Sì, abbiamo studiato e abbiamo ritrovato il biglietto che i nazisti consegnavano alle famiglie ebree.

E leggendo la frase finale che dava appunto 20 minuti per preparare  le proprie cose e uscire di casa ci è venuta in mente l’idea di ambientare il cortometraggio in questo spazio di tempo.

Una foto del biglietto che venne consegnato agli ebrei il 16 ottobre 1943. (Credit Museo Ebraico di Roma)

Avete voluto raccontare, in particolare, la storia della famiglia di attori. Perchè?

Abbiamo voluto raccontare al figura del cosiddetto “attore pompiere”. Molti attori ebrei, dopo le leggi razziali, furono costretti a smettere di recitare, almeno ufficialmente.

E così sostituivano all’ultimo (come se dovessero appunto spegnere il fuoco e di qui la dizione di attori pompieri Ndr)  un attore titolare malato o indisposto.

Ci siamo rifatti alla figura di Arnoldo Foà, celebre “attore pompiere” (lavorò in compagnie teatrali molto prestigiose quali la Cervi-Pagnani-Morelli-Stoppa, la Ninchi-Barnabò, l’Adani-Cimara, la Maltagliati-Cimara NDR) e poi grande artista in vari generi: teatro, cinema, doppiaggio, televisione, radio.

Arnoldo Foà

Volevamo raccontare un lato dimenticato di quel periodo storico.

E’ stato anche un buon espediente narrativo per giocare con i bambini, evitando di finire nel clichè de “La vita è bella” ma siamo andati su altri toni.

Ho notato un ottimo uso della fotografia ma anche della scenografia. In particolare ho notato le prese elettriche proprie dell’epoca. Dove avete girato la pellicola?

La location è stata a Viterbo, Purtroppo ma devo dire anche per fortuna gli appartamenti del centro storico di Roma non sono rimasti come all’epoca, invece in quella città sì.

Le prese elettriche le abbiano proprio rifatte. In verità, quelle prese le ho montate proprio io e sono contento che le abbia notate.

Con la scenografa Isabel Passayan abbiamo fatto un grande lavoro, così come con tutti gli altri.

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