Palermo. “L’Italia continuerà ad assicurare il suo massimo impegno e mi auguro che tutti i partecipanti possano fare altrettanto”. Intervenendo, oggi, alla sessione plenaria della Conferenza di Palermo, il premier Giuseppe Conte ha sottolineato che il nostro Paese continuerà a “fare la sua parte” per quanto riguarda richieste di “assistenza tecnica, anche sul piano del training”. Augurandosi che “gli esiti di questa Conferenza e lo spirito di Palermo non si esauriscano oggi e qui, ma si traducano in un impegno concreto a portare avanti l’agenda con costanza e determinazione”, il Premier ha ha chiarito che il summit non ha la “la pretesa di fornire, la soluzione alla crisi libica” ma, “nel pieno rispetto della ownership libica del processo”, si pone l’obiettivo di “accompagnare costruttivamente il Paese verso la fine del lungo periodo di transizione”.

Giuseppe Conte e Gassam Salamè (Photo credit: Salvatore Pappalardo)
Un quadro nel quale per Conte è essenziale “sostenere il cessate il fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l’attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati”. Da qui l’invito rivolto dal premier alla Comunità internazionale affinché offra un “sostegno concreto alla creazione e al dispiegamento di forze di sicurezza regolari”.
Centrale è, per Conte, il ruolo delle Nazioni Unite “stella polare del processo di stabilizzazione della Libia”. I prossimi passi da compiere, per il Premier, sono, infatti, indicati dal “Piano di azione ricalibrato che il Rappresentante Speciale Salamé ha presentato al Consiglio di Sicurezza l’8 novembre scorso e che l’Italia sostiene”. Tutto ruota intorno alla “prospettiva delle elezioni, punto nevralgico di tale Piano” che – come ha sottolineato Conte – “resta cruciale che possano svolgersi nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza, oltre che di quelle legislative e costituzionali, con una prospettiva temporale che guarda auspicabilmente a primavera del 2019”. In quest’ottica – ha aggiunto il Premier – appare fondamentale “contribuire al miglioramento del quadro di sicurezza, non solo per rendere concreta la prospettiva elettorale, ma anche per continuare a tenere alta l’attenzione sulle minacce che ancora affliggono il Paese, prima fra tutte la minaccia terroristica, specialmente nel sud del Paese, dove proliferano ancora traffici illeciti, movimenti estremisti e reti di trafficanti di esseri umani”.
Al termine della Conferenza, incontrando i giornalisti, Conte ha commentato la scelta della Turchia di richiamare la propria delegazione, abbandonando in anticipo Palermo, in reazione alla sua esclusione dalla riunione informale del mattino che ha visto tra i suoi protagonisti il premier italiano, il primo ministro libico Fayez al Sarraj, il generale Khalifa Haftar e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.
“Mi è dispiaciuto che la delegazione turca si sia allontanata – ha affermato Conte –. Ma stando a quanto scritto nel loro comunicato non ce l’hanno affatto con l’Italia”. Il Premier ha, poi, specificato che quanto successo “non altera il clima positivo di questo incontro” aggiungendo che “far convergere a Palermo 30 paesi significa esporre questo incontro a qualche fibrillazione e alle particolari sensibilità tra alcuni paesi”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti Conte ha confermato la disponibilità dell’Italia al dialogo “con tutti gli attori libici” aggiungendo che “se ci fossero interlocutori privilegiati, daremmo un contributo negativo alla stabilizzazione della Libia”. Il Premier ha affermato che l’Italia ha “una linea di politica estera ben precisa” e “un perimetro di alleanze ben definite” volto a promuovere la stabilità senza “alimentare le divisioni”.
Parlando degli interessi italiani in Libia Conte ha affermato che il nostro Paese “non intende rivendicare alcuna leadership sul piano economico, politico o altro” aggiungendo che, pur essendo disponibile “a valutare tutte le forme di aiuto e cooperazione che si potranno sviluppare in futuro, anche economica è prematuro ragionare su strumenti di cooperazione specifica per i nostri imprenditori”.
Nessun commento, da parte di Conte sulla non piena partecipazione del generale libico Khalifa Haftar che, lasciando Palermo prima della conclusione dei lavori, ha affermato di non aver partecipato alla Conferenza e aver ristretto la sua presenza agli incontri con i ministri europei. “Sono stato sempre convinto che venisse perché è una persona d’onore” si è limitato a dire il Premier.
Tra le tematiche affrontate in conferenza stampa particolare attenzione stata dedicata al tema dell’immigrazione. “È ovvio che ci aspettiamo da una stabilizzazione della Libia una più facile gestione dei flussi migratori, un più efficace contrasto al terrorismo e al traffico di esseri umani” ha affermato Conte aggiungendo che l’immigrazione non è solo un problema dell’Italia ma di tutti i Paesi limitrofi.
Positivo, in conclusione, per Conte il bilancio della Conferenza di Palermo: “Non dobbiamo illuderci, ma sono state poste premesse importanti per la stabilizzazione della Libia, un passo avanti verso questo percorso molto articolato che le Nazioni Unite hanno delineato”, ha affermato.
Un incontro che, nelle parole del Premier, “ha fatto emergere un’analisi largamente condivisa dai libici” e “un’ampia condivisione da parte della comunità internazionale”. Elementi essenziali, secondo Conte, per favorire quel “processo di stabilizzazione che deve essere rimesso interamente ai libici, unici padroni del loro destino”.
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