SPECIALE SEAFUTURE 2021. Ministro Difesa, Lorenzo Guerini: L’industria del settore vero motore dell’innovazione tecnologica”

La Spezia. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini ha inaugurato, questa mattina, la settima edizione di Sea Future, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone.

L’arrivo del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini al Sea Future 2021

Obiettivo della manifestazione è la promozione dell’industria nazionale di settore evidenziando le capacità della Forza Armata per lo sviluppo di nuove forme di cooperazione in settori collaterali al pilastro operativo della Marina.

Obiettivo della manifestazione è la promozione dell’industria nazionale di settore evidenziando le capacità della Forza Armata per lo sviluppo di nuove forme di cooperazione in settori collaterali al pilastro operativo della Marina.

Report Difesa pubblica, integralmente il discorso del ministro Guerini.

Autorità, civili e militari, rappresentanti dell’Industria, a tutti voi il mio saluto, dell’Italia, delle Forze Armate e mio personale.

Vorrei innanzitutto esprimere il mio ringraziamento a chi ha reso possibile con il proprio impegno lo svolgimento di questa settima edizione del “Sea Future”, finalmente, come è stato ricordato in presenza, dopo le limitazioni dovute alla pandemia, sebbene con le necessarie precauzioni per garantire la sicurezza.

Il ministro Guerini al Sea Future di La Spezia

È importante ritrovarci, ma credo che questo ritrovarci dia anche il senso che c’è un bisogno di cooperazione in chiave di sviluppo e di promozione che questa manifestazione internazionale rappresenta.

Questo bisogno è più forte delle limitazioni che l’emergenza sanitaria ha imposto a tutti noi nell’ultimo anno.

Un aspetto questo che accresce ulteriormente l’importanza di “Sea Future” per il fondamentale segnale di ripresa, che proviene da questo che è certamente un modello di cooperazione, di eccellenza industriale, di competitività, di sostenibilità e di innovazione.

Se li prendiamo tutti insieme questi sono i fattori centrali della nostra sicurezza e i fattori centrali della crescita del nostro Paese.

Credo che sia emblematico che questo segnale provenga dal mare, una risorsa preziosa per l’Italia e per il mondo intero, per la sua capacità di interconnettere culture anche profondamente diverse tra di loro per costruire un luogo di incontro, di conoscenza, di progresso economico e di progresso tecnologico.

Desidero rivolgere il caloroso benvenuto dell’Italia e della Difesa italiana alle moltissime delegazioni delle marine estere.

accordi La loro presenza è la testimonianza del valore che la cooperazione internazionale e la reciproca conoscenza, riversano per perseguire politiche comune che siano tese a garantire la sicurezza degli scenari marittimi.

Saluto e ringrazio anche le tante, tantissime realtà industriali, accademiche, istituzionali, che rendono “Sea Future” un evento davvero singolare nel Mediterraneo.

Catalizzatore di innovazione tecnologica, di progresso scientifico, di sviluppo commerciale ed economico, di valorizzazione responsabile e sostenibile di quella risorsa inestimabile che è il Mare.

Parliamo da alcuni anni di “Secolo blu” e in questo scenario il mare è per il pianeta, in particolare per l’Italia certamente un fattore imprescindibile, abilitante per lo sviluppo economico.

E’ una risorsa energetica, una infrastruttura strategica di trasporto, di comunicazione e patrimonio ecologico, riserva alimentare e un’indispensabile alleato nell’ultima sfida che porterà alla stabilità, all’ordine mondiale dei cambiamenti climatici.

Il mare è uno degli spazi fisici riconosciuti come bene comune dell’umanità, rappresenta il collegamento tra regioni tra loro distanti, tra loro diverse, ma che proprio grazie alla connessione marittima si influenzano reciprocamente.

Questa molteplice valenza strategica pone oggi il mare al centro di un acceso confronto geopolitico, un confronto geopolitico globale e anche al centro della contesa per utilizzo di questo dominio per scopi economici e militare.

Una contesa che si esprime storicamente, ma in modo crescente ed accelerato anche nella dimensione tecnologica ed industriale che vede nel Mediterraneo allargato, come è stato prima ricordato dall’Ammiraglio Cavo Dragone, la nostra area di previdente interesse strategico, uno dei suoi teatri principali dove la tutela degli interessi nazionali non può prescindere da un utilizzo del mare continuo, libero, sicuro e sostenibile, come essenziale fattore di sicurezza di stabilità e di prosperità tra i popoli per garantire la sicurezza di un contesto così complesso e così interconnesso e perseguire il proprio ruolo attivo e consapevole.

L’Italia necessita di rafforzare la cooperazione e le relazioni con paesi amici e alleati, disporre di capacità militari, tecnologicamente avanzate, di preservare competenze scientifiche e industriali in grado di supportarle secondo modelli di sviluppo sostenibile a salvaguardia dell’ecosistema marittimo.

“Sea Future” è parte di tutto questo.

L’incontro, qui oggi, delle Marine, delle culture marittime, con le eccellenze delle tecnologie legate al mare, in questo contesto straordinario che è l’Arsenale militare marittimo di La Spezia, riassume idealmente una storia ultracentenaria di progresso tecnologico ed industriale legato al mare e allo sviluppo e al mantenimento delle capacità di cui il Paese e la Difesa devono disporre per tutelare i propri interessi e il proprio ruolo internazionale della dimensione marittima.

Dalle prime nave costruite in questo Arsenale fino alla FREMM, che vediamo qui ormeggiata, unità di riferimento di livello mondiale per la cantieristica militare ad alta tecnologia e la capacità di difesa in campo marittimo.

La FREMM che è l’esempio concreto dei prodotti della cooperazione internazionale, delle sinergie tra la Marina militare e l’industria della costante ricerca dell’innovazione tecnologica, di politiche lungimiranti interministeriali, di investimento, associati a innovative strategie per lo sviluppo e al procurement di capacità militari comuni.

Sono questi i fattori centrali della politica industriale con cui la Difesa intende concorrere agli obiettivi di “Sea Future” ed è per questo che ho inteso rafforzare nella recente direttiva per la politica industriale della Difesa.

L’industria della Difesa italiana, qui rappresentata a livello di eccellenza, è una delle più competitive realtà nazionali, incubatore e motore di innovazione tecnologica, patrimonio di conoscenza e di occupazione qualificata in grado di coniugare essenziali aspetti di sicurezza e proiezione internazionale dell’Italia, con un effetto trainante anche per l’economia nazionale.

Sono fermamente convinto, lo ripeto spesso, che in questa eccellenza industriale risieda una parte importante della sovranità tecnologica di cui l’Italia deve disporre per le proprie esigenze di difesa e di sicurezza e per presentarsi come partner strategico nei principali programmi a dimensione internazionale in cui vogliamo e dobbiamo essere protagonisti.

La direttiva per la politica industriale, che ho poc’anzi citato, cerca di delineare gli obiettivi e le azioni che il dicastero intende perseguire per esprimere il pieno potenziale di questa risorsa essenziale del Paese a partire dal rilancio degli investimenti in un’ottica strategicamente complementare alla cooperazione e all’export.

Proprio questa direzione, voglio sottolinearlo, qui davanti a voi, davanti anche all’industria, il rifinanziamento del fondo per gli investimenti della difesa previsto dall’ultima legge di bilancio ci ha consentito di promuovere mirate strategie per associare lo sviluppo delle capacità militare di cui il Paese necessita al consolidamento dei relativi settori tecnologici industriali, proiettando investimenti stabili in ricerca e innovazione, con le più ampie ricadute sul piano economico e occupazionale.

Non si tratta solo di entità degli investimenti, si tratta di continuità, si tratta di certezza, si tratta di proiezione finanziaria su archi che consentano di essere protagonisti dei principali progetti di cooperazione industriale nel campo della Difesa e di essere protagonisti come Paese, salvaguardando la propria sovranità nel salto tecnologico che tutta la realtà militare a livello globale sta compiendo e per la componente marittima e il suo cluster tecnologico e industriale sono in avvio programmi di grande importanza perché in questa visione prospettica il settore marittimo, assume chiaramente una rilevanza strategica.

Innanzitutto, per la dualità dell’ambiente Marino e delle relative tecnologie in grado di generare benefici per molteplici settori industriali ed economici, in particolare nella sfida della transizione ecologica.

Per la difesa, inoltre come ci dimostra la crescita di questo evento, che oggi inauguriamo, il settore marittimo è un catalizzatore della cooperazione con altri paesi nella definizione di requisiti comuni, delle sinergie tra le Marine e l’industria per l’innovazione tecnologica nello sviluppo di capacità sempre più evolute, delle collaborazioni industriali e delle relative opportunità commerciali.

Come detto, in questo ambito la presenza oggi di così tante delegazioni dimostra inoltre come l’internazionalizzazione dell’industria nazionale costituisca sempre di più una componente essenziale del Paese, perché consente il rafforzamento del ruolo dell’Italia nella relazione bilaterale e multilaterali e lo sviluppo di una politica comune volta alla sicurezza, alla stabilità degli spazi marittimi e a rendere sostenibile lo sviluppo tecnologico del settore.

La difesa è consapevole che anche in un quadro di investimenti interni più stabile ed efficace il consolidamento strategico dell’industria nazionale non potrà infatti prescindere da un costante incremento delle opportunità di collaborazione governativa e industriale in un’ottica pienamente integrata e complementare.

Per questo ci siamo dotati degli strumenti ordinativi necessari per perseguire in maniera più strutturate ed efficace l’implementazione di accordi G to G che ritengo costituiscono uno strumento essenziale per valorizzare in maniera piena questo potenziale e per polarizzare anche le sinergie che un evento come questo contribuisce a generare.

E la collaborazione tra le Marine di diversi Paesi ne rappresenta certamente il motore.

Nel cercare comune esigenze operative e conseguenti capacità tecnologiche, è certamente una grande opportunità per le forze armate di Paesi alleati ed amici, per interoperare a tutela di un ambiente così strategico, così ampio e complesso da non poter essere gestito più solo da singole nazioni, neanche dalle più potenti ed avanzate.

Da questo io credo dipenderà in buona parte il futuro del pianeta in termini di prosperità economica, di sicurezza e di stabilità geopolitica.

Il mare sarà sempre determinante a livello nazionale per la crescita tecnologica del Paese nel momento in cui l’industria di settore affronta le sfide globali lanciate dalla competitività della transizione digitale ed all’ecosostenibilità.

Voglio qui ringraziare quindi la nostra Marina Militare per gli standard davvero elevati di eccellenza che ha saputo esprimere in ogni circostanza e che hanno contribuito a consolidare la solida reputazione di altissima qualità e affidabilità dell’Italia e della sua intera filiera tecnologica, scientifica ed industriale, testimoniata anche dal successo di questa manifestazione e voglio ringraziare, consentitemi, tutte le Forze Armate per lo straordinario lavoro che quotidianamente realizzano a servizio del Paese e il suo interesse di sicurezza e della stabilità internazionale.

Auguro a tutti voi, buon lavoro, auguro a “Sea Future” grande successo, il successo che merita, e che sarebbe il coronamento migliore degli sforzi che sono stati realizzati per consentirci di vivere questo momento e auguro al nostro Paese, successo, impegno, risultati per il bene comune, per la prosperità, per la sicurezza, per la stabilità, per la ripresa, nostra e di tutta la comunità internazionale. Grazie e buon lavoro.

 

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