DAMASCO. Nei giorni scorsi, presunti militanti dello Stato Islamico hanno tentato un attacco suicida con un VBIED (dispositivo esplosivo improvvisato trasportato da veicoli) contro le Forze democratiche siriane (SDF) nella campagna di Hasakah.
Fortunatamente l’attacco è stato sventato quando i soldati delle SDF hanno intercettato e circondato in tempo l’aggressore.
Invece di arrendersi, il militante jihadista si è fatto esplodere.
Si tratta del quarto attacco VBIED, registrato in Siria, dall’inizio di questo mese.
Questi atatcchi erano stati già previsti dagli analisti visti i movimenti degli jihadisti in particolare a Deir Ezzor.
L’ondata di attacchi VBIED è iniziata a maggio scorso in seguito a un complesso assalto suicida VBIED al checkpoint al-Hindi delle SDF a Shahil.
Da allora, i combattenti dell’Isis hanno mostrato la tendenza a utilizzare gli IED trasportati dai veicoli per massimizzare il loro impatto, soprattutto nelle aree urbane.
Inoltre, questo attacco segna, per la prima volta, in 4 giorni che i militanti hanno utilizzato un IED motociclistico.
Gli IED per motociclette forniscono mobilità.
E consentono agli aggressori di eludere il rilevamento e colpire con precisione i bersagli.
Richiedono, inoltre, risorse minime per essere dispiegate, il che le rende un’arma preferita dai militanti negli ambienti urbani.
Sebbene sia degno di nota il fatto che le SDF siano riuscite a contrastare questo attacco in tempo, ci sono incongruenze nei dettagli riportati.
In primo luogo, se le SDF avessero effettivamente circondato l’aggressore, non è chiaro il motivo per cui non siano state segnalate vittime durante l’incidente.
In secondo luogo, la foto fornita mostra solo la motocicletta, senza alcun segno del corpo dell’aggressore nelle vicinanze.
Se l’aggressore avesse fatto esplodere gli esplosivi prima di essere arrestato, avrebbero dovuto esserci vittime e resti visibili a sostegno di questa affermazione.
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