ROMA. Il sindacato USMIA Carabinieri interviene sulla proposta di Fratelli d’Italia che punta a differire l’i Segretario Generale, Carmine Caforio,nei casi riconducibili alla legittima difesa o all’adempimento del dovere.

Il segretario generale, Carmine Caforio, riconosce positivamente il segnale politico ma avverte: rinviare un provvedimento formale, seppure ritenuto “atto dovuto”, non basta e occorre essere cauti.

La proposta del partito di maggioranza prevede accertamenti preliminari del Pubblico Ministero entro sette giorni, prima di procedere all’eventuale iscrizione nel registro degli indagati. In assenza dei presupposti per l’archiviazione, per l’operatore scatterebbe l’avviso di garanzia.
E Caforio pone una domanda chiara: “Se il Pubblico Ministero ritiene che non vi siano le condizioni per l’archiviazione, cosa accade all’operatore colpito dall’avviso di garanzia? Chi si fa carico di tutelare lui e la sua famiglia da quel momento fino alla fine del calvario” giudiziario?”.
Il rischio dell’iscrizione differita, evidenzia Caforio, potrebbe incidere allo stesso modo — se non con maggior peso — su chi la subisce: il differimento, infatti, finirebbe per alimentare aspettative o giudizi frettolosi, influenzando l’andamento dell’intero iter giudiziario e acuendo le ripercussioni anche in ambito amministrativo.
Una condizione che esporrebbe l’operatore a una pressione maggiore, anche mediatica, ponendolo in una situazione di fragilità più marcata rispetto all’attuale sistema.
Caforio ribadisce: no allo scudo penale, sì a una serie di clausole non negoziabili per i fatti derivanti dall’adempimento del dovere.
Tra queste, la tutela legale – comprese le spese per gli accertamenti tecnici – da attivare immediatamente all’atto della notifica dell’avviso di garanzia, attraverso una procedura rapida e semplificata, con copertura integrale e anticipo dei costi, così da evitare un aggravio economico per l’operatore indagato.
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