Vertice del Mediterraneo, immigrazione e lotta al terrorismo in primo piano

Di Valeria Fraquelli

Roma. Il Vertice del Mediterraneo che si è svolto ieri a Roma ed ha riunito tutti i Paesi europei che si affacciano sulle coste mediterranee  (Italia, Francia, Malta, Cipro, Grecia, Spagna e Portogallo ) ha portato in primo piano due questioni che sono dibattute da molto tempo: immigrazione e lotta al terrorismo. Per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, infatti, questi temi sono i più caldi perché interessano milioni di cittadini che si trovano a fare fronte ai problemi dell’accoglienza e della convivenza difficile con i migranti.

La conferenza stampa finale del vertice di Roma

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http://www.governo.it/media/vertice-dei-paesi-del-sud-ue-dichiarazioni-alla-stampa-dei-leader/8785

Per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori i sette Paesi del Mediterraneo hanno chiesto a gran voce un’Europa più unita e più solidale che sappia farsi carico di chi ha davvero bisogno di aiuto e allontanare i migranti economici nel pieno rispetto dei diritti umani. Resta sul tavolo anche la questione della riforma del Trattato di Dublino, che prevede che i migranti possano chiedere asilo solo nel Paese di primo approdo.

Sono soprattutto i Paesi dell’Est ad essere tirati in ballo perché il cosiddetto gruppo di Visegrad ha sempre rifiutato categoricamente di accogliere anche un solo migrante sul proprio territorio e si è dimostrato ben poco attento ai diritti umani. Proprio l’accoglienza è un tema molto caro al Presidente francese Emmanuel Macron che ha dichiarato: “ Ormai è inevitabile tendere verso una gestione comune dell’asilo, ma intanto occorre armonizzare le regole europee, correggere rapidamente le incoerenze del regolamento detto di Dublino, consentendo di proteggere meglio le frontiere e di occuparsi più efficacemente dei flussi di arrivo”.

Un’Europa più unita, coesa e in grado di affrontare le sfide del futuro, questo chiedono i sette Paesi del Mediterraneo perché non ci devono essere Stati membri di serie A e Stati membri di serie B, ma solo popoli che vogliono stare insieme davvero e aiutarsi a vicenda. “Abbiamo bisogno di un’Unione Europea che sia più coesa, in cui le differenze fra Nord e Sud e fra Est e Ovest si riducano e il momento per farlo è questo”, ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di conclusione del Vertice.

Il capo del Governo, Paolo Gentiloni

Anche per quanto riguarda la sicurezza i Paesi del Mediterraneo vogliono avere maggiore voce in capitolo: sanno che sono i più esposti al pericolo di infiltrazioni terroristiche e vogliono una maggiore cooperazione per controllare le frontiere e segnalare i possibili sospetti.

Una maggiore condivisione delle informazioni tra i vari Stati e tra i servizi di intelligence nazionali è una possibile soluzione al dilagare del fenomeno dei foreign fighters, persone che si sono radicalizzate ed hanno raggiunto i campi di battaglia di Iraq e Siria. Se ci fosse stata maggiore condivisione di informazioni, alcuni dei terroristi che hanno colpito le grandi città europee mietendo molte vittime avrebbero potuto essere fermati, ed è proprio sulla prevenzione degli atti terroristici che bisogna puntare per rendere l’Europa più sicura.

Le stesse opinioni sono state ribadite da Gentiloni e Macron nell’incontro con i giornalisti, in conclusione del loro incontro bilaterale avvenuto questa mattina in una Roma blindata, pur con tutte le incertezze del clima politico italiano prossimo alle elezioni.

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