Coldiretti: Ucraina, +53% prezzi grano dopo 1 mese di guerra

Roma. Non solo carburanti, il prezzo del grano per il pane è balzato del 53% dopo un mese di guerra in Ucraina, ma ad aumentare del 30% è stata anche la soia e dell’11% il prezzo del mais e del 6% destinati all’alimentazione degli animali negli allevamenti.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base delle quotazioni alla borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale del commercio dei prodotti agricoli.

“A pesare è – sottolinea la Coldiretti – la chiusura dei porti sul Mar Nero, i quali impediscono le spedizioni e creano carenza sul mercato mondiale dove Russia e Ucraina insieme rappresentano il 28% degli scambi di grano e il 16% di quello di mais a livello mondiale secondo il centro Studi Divulga.”

“Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – nei paesi più sviluppati, sta alimentando l’inflazione, ma a rischio c’è la stabilità politica di quelli più poveri con i prezzi del grano che si collocano sugli stessi livelli raggiunti negli anni delle drammatiche rivolte del pane, che hanno coinvolto molti Paesi, a partire dal nord Africa (come Tunisia, Algeria ed Egitto, il maggior importatore mondiale di grano e dipende soprattutto da Russia e Ucraina).

“Non è un caso – specifica l’Associazione – che la Tunisia abbia pubblicato in gazzetta Ufficiale un decreto presidenziale, relativo alla lotta alla speculazione per colpire operazioni di deposito o occultamento di beni e merci, con l’obiettivo di creare una penuria o turbativa del mercato.”

Un’emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia, un Paese deficitario, il quale importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais, di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti, dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais, con una quota di poco superiore al 13%, garantendo anche il 3% dell’import nazionale di grano secondo lo studio Divulga.

“Un’emergenza destinata a durare poiché – riferisce la Coldiretti – l’Ucraina ha annunciato che, per effetto della guerra in primavera riuscirà a seminare meno della metà della superficie a cereali, per un totale di 7 milioni rispetto ai 15 milioni previsti prima dell’invasione Russa.”

Una notizia che è stata accompagnata dall’ annuncio del Ministro dell’Agricoltura ucraino, Roman Leshchenko, sulla necessaria limitazione delle esportazioni nazionali per garantire la sopravvivenza della popolazione.

“Un blocco che – conclude la Coldiretti – riguarda anche l’esportazione di fertilizzanti dall’Ucraina che, lo scorso anno, ne ha esportati 107mila tonnellate in Italia, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.”

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