COVID-19, L’ESERCITO ITALIANO E’ SEMPRE VICINO ALLA GENTE

Di Francesco Ippoliti*

Roma. In questo periodo di emergenza nazionale, nella lotta contro il COVID 19 dove l’incertezza della vita è alquanto presente, si sente il dovere di ringraziare tutto il personale dell’Esercito Italiano per la loro silenziosa opera a supporto e completamento di chi ogni giorno cerca di salvare le vite umane: quell’enorme schieramento di medici e personale socio-sanitario definiti correttamente sia angeli che eroi.

Militari dell’Esercito e operatori della Protezione civile imbarcano materiale sanitario a bordo di elicotteri

La Forza Armata, oltre allo svolgimento delle proprie missioni all’estero, in patria, nel silenzio della propria missione, sta operando con decine di migliaia di uomini e donne, in ogni grado e funzione, in tutti gli angoli del paese, riuscendo a fornire la sicurezza che il popolo italiano necessita, il sostentamento alla complessa macchina della Protezione Civile e l’integrazione necessaria alle strutture sanitarie nazionali.

Per quanto attiene la sicurezza è presente con i suoi 7 mila uomini dell’Operazione “Strade Sicure”, al fianco delle Forze di Polizia, un’organizzazione complessa e articolata che prevede una coordinazione con lo Stato Maggiore della Difesa, le Prefetture, le Regioni ed i sindaci con lo scopo di garantire la quotidiana tranquillità alla popolazione.

Controlli di documenti

La sicurezza è un elemento che non si può quantificare, non è un oggetto palpabile, è come la libertà che abbiamo perso in questi giorni, ne conosciamo il valore quando ci viene a mancare.

E queste persone, che spesso vediamo in silenzio lungo le strade, son presenti per questo motivo, riescono a farci dono di un valore importante e inestimabile.

Ma la macchina per questa operazione è alquanto articolata. Si deve pensare che per rendere operativi 7000 uomini e donne si deve conglobare un bacino di almeno 20-24 mila soldati, tra quelli che sono impiegati, in recupero capacità operative, quelli in preparazione e quelli in approntamento.

Questo è uno dei numerosi sforzi della macchina Esercito.

Per il sostentamento alla complessa macchina della Protezione Civile sono state attivati decine di migliaia di soldati e numerose unità, da livello Reggimento fino alle Grandi Unità Complesse.

I nostri soldati stanno utilizzando centinaia di mezzi e strutture. Oltre alle tristi immagini della città di Bergamo, dove decine di autocarri trasportavano le bare dei deceduti del Coronavirus, ben poco si è visto nei media i numerosi assetti specializzati impegnati.

Soldati in una città

Ospedali da campo a Piacenza e Crema, donazioni di sangue, velivoli sofisticati come l’UH-90, per citare qualche esempio, un elicottero medio, vanto per la nostra Aviazione dell’Esercito impegnato con successo in Afghanistan ed in Iraq che operano ininterrottamente per rifornire le strutture ospedaliere di materiali sanitari indispensabili.

Oppure un analogo velivolo attrezzato con il sistema di biocontenimento Isorak 36-2, per il trasporto in sicurezza di ammalati gravi, una capacità unica ed una risorsa importante per il sistema sanitario nazionale.

Ancora, sono stati messi a disposizione numerosi assetti di unità speciali, come il 7° Reggimento NBC, un’importante possibilità nazionale e NATO per le capacità di rilevamento e bonifica che hanno affiancato i colleghi russi inviati grazie alla generosità del Presidente russo Vladimir Putin.

E’ stato convertito lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze che ha avviato la produzione di tonnellate di disinfettanti per le strutture sanitarie nazionali.

Lo Stabilimento, unica officina farmaceutica nazionale, è una delle poche strutture che riesce a produrre medicinali orfani, medicinali cioè che curano le malattie rare (circa 6-7 mila) e che non vengono prodotti dalle case farmaceutiche per il loro limitato interesse commerciale.

Ed ancora velivoli del tipo Dornier per il collegamento con le isole per il trasporto di ogni necessità, il Policlinico “Celio” di Roma, il cui personale sanitario è stato impegnato in numerose missioni all’estero ( e tutt’ora anche in Libia) e la struttura della Cittadella militare della Cecchignola per una quarantena decorosa per chi necessita.

Una delle corsie del Policlinico militare del Celio

E tutto questo con lo sforzo della componente trasmissioni, una rete di specialisti che assicurano i collegamenti sia in fonia che dati in tutto il territorio nazionale, sia per gli assetti dell’Esercito che per la Difesa nel suo insieme impiegati in questa emergenza.

Da sottolineare che la rete dati è fondamentale per quella che viene chiamata la medicina a distanza, ove è possibile intervenire da altre strutture sanitarie in remoto. In questa importante rete i collegamenti sono stati dispiegati in maniera ridondante in modo da assicurare sempre il collegamento voluto.

E tutti questi uomini e donne, nei loro gradi e nelle loro funzioni, svolgono il compito assegnato in silenzio, con quello spirito di corpo ed abnegazione che li rendono unici ed un vanto per la nostra nazione.

Addirittura decine di tecnici specializzati e del Corpo Tecnico dell’Esercito sono stati inviati presso la ditta SIARE di Bologna per l’assemblaggio di ventilatori polmonari, una risorsa vera che ha permesso un incremento considerevole nella produzione per questi sistemi considerati dei veri e propri salvavita nelle unità di terapia intensiva.

In tutta questa macchina complessa, ogni Comandante, in ogni grado, è sempre al suo posto e dirige con sapienza le attività cui è chiamato.

Lo dimostra il vertice, il Generale Salvatore Farina, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, uno dei pochi capaci nell’incarico, che, seppur colpito dal coronavirus (come riportato dalle agenzie di stampa), nella sua quarantena è sempre stato presente ed ha continuato a dirigere il sistema Esercito.

Ed oggi è guarito (https://www.reportdifesa.it/42165-2/).

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina incontra i militari dell’Operazione Strade Sicure

Già aveva dimostrato tale dote lungimirante quando era in comando della Brigata Trasmissioni, una Grande Unità con assetti sparsi in tutta l’Italia, dalle montagne del settentrione alle isole. La sua capacità di comando e controllo era costante con la presenza, tra l’altro, nelle regolari e frequenti videoconferenze.

E tutti gli altri Comandanti che, coordinando le proprie strutture, hanno dato continuità ad un apparato complesso ed indispensabile in questo momento di crisi nazionale.

Gli uomini non sono mai stati lasciati soli, ricevendo il giusto e corretto appoggio nello svolgimento del proprio compito.

In sintesi, l’Esercito Italiano è cresciuto e sempre più è uno strumento validissimo, indispensabile e credibile. E’ sempre presente quando il popolo chiama, quando vi è necessità, quando serve una macchina attendibile ed immediata.

Ecco perché spesso alla parola Esercito si affianca lo slogan “CI SIAMO SEMPRE” perché è sempre pronto e disponibile e sanno che le loro famiglie ci sono e supportano, in silenzio, l’operato di questi uomini e donne uniche.

GRAZIE

*Generale di Brigata Esercito (Aus)

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