La missione italiana in Niger tra lotta al terrorismo ed impegno umanitario

Di Valeria Fraquelli 

Niamey. La lotta al terrorismo in Niger rimane sempre il primo e più importante obiettivo.

Dopo che un attacco jihadista sferrato poco tempo fa ha causato l’uccisione di più di 71 soldati nigerini e ua riunione d’urgenza del G5 Sahel a guida francese anche i nostri soldati impegnati in quel difficile Paese sanno che contro il terrorismo non bisogna perdere tempo.

La questione sicurezza rimane prioritaria perchè i terroristi si nascondono ancora nel deserto nigerino e lasciano dietro di sé devastazioni e distruzione ed è per questo che i nostri militari addestrano le forze locali molto scrupolosamente.

L’addestramento è essenziale per anticipare le mosse dei terroristi ed evitare nuove perdite tra militari e civili e per garantire la sicurezza in una delle aree più difficili del nostro pianeta.

Ma l’impegno dei nostri soldati riguarda anche un lavoro umanitario che non ha eguali e mira a garantire ai civili una vita dignitosa e degna di essere vissuta.

In Niger non c’è nulla e anche l’accesso ai servizi di base è difficile se non impossibile.

La mancanza di risorse tocca tutti, nessuno escluso, e la grande corruzione che interessa il Paese impedisce la crescita e lo sviluppo di cui il Niger avrebbe un disperato bisogno.

I Paracadutisti nigerini sul C-130 italiano

I nostri militari costruiscono scuole per formare i cittadini di domani, per fare sì che bambini e ragazzi possano costruirsi il loro mondo stando nel loro Paese natale, senza essere costretti ad intraprendere un lungo e pericoloso viaggio che molto spesso può rivelarsi fatale.

Affidarsi ai trafficanti di esseri umani vuole dire essere sottoposti a qualunque genere di umiliazione e per le ragazze comincia un incubo fatto di violenze, destinato a non finire mai.

Gli aiuti devono essere dati a chi ne ha davvero bisogno, e i nostri soldati sono in prima linea per evitare che ciò che viene mandato in Niger dalle istituzioni internazionali e da varie associazioni caritatevoli venga sprecato.

Il compito delicato, e allo stesso tempo pieno di soddisfazioni, nell’organizzare e supervisionare la distribuzione di generi di conforto è di certo uno dei più importanti e fondamentali per la stabilità del Niger.

I farmaci donati al governo idel Niger

È un compito determinante anche se si vuole limitare l’immigrazione perchè dare reali possibilità ai giovani nigerini di costruirsi un futuro nel loro Paese natale, senza cadere nelle trappole e nelle false promesse dei trafficanti di esseri umani, senza contare che giovani che studiano e che lavorano non cadono vittime degli islamisti perchè sanno distinguere la religione professata nel modo corretto da una falsa interpretazione del Corano come quella che viene fata dai terrroristi radicalizzati.

Le attività CIMIC riguardano proprio tutti questi aspetti e spaziano dalla donazione di farmaci e altri strumenti sanitari all’apertura du nuove scuole che tengano i giovani lontani dalle strade e dai falsi predicatori.

Queste attività vedono i nostri militari in prima linea e continueranno a svogersi sulla stessa linea.

Un Paese come il Niger ha un bisogno estremo di stabilità e solo così si possono garantire quelle condizioni di pace tanto cercate.

I nostri soldati svolgono un’opera di lotta e mediazione, di negoziato e di dialogo con tutti gli attori presenti in Niger, cercando di essere inclusivi per fare sì che tutte le parti si sentano chiamate in causa, non abbandonate né messe in secondo piano.

Le attività di CIMICi servono a fare sentire le parti in causa parte di una comunità che ha bisogno di tutti e che si stringe, far fronte comune contro il terrorismo e la radicalizzazione.

Cooperare tra civili e militari per ottenere dei risultati accettabili, aiutare e lottare contro gli ultimi residuati delloStato islamico, sono questi i pilastri fondamentali delle attività di cooperazione civile e militare.

 

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