Serbia: la storia di Milunka Savic che combattè con coraggio nella Guerra dei Balcani del 1912. Il valore di questa donna è stato però dimenticato anche nel suo Paese

Di Paola Ducci*

BELGRADO (nostro servizio particolare). Durante la Guerra dei Balcani, nel 1912, un soldato si fece notare per  il coraggio e  la temerarietà mostrati  in prima linea,  rischiando la vita allo scopo di  difendere la propria terra e la propria famiglia.

Milunka Savic in uniforme

La cosa  straordinaria di questo gesto è che a compierlo fu sì un soldato, ma questo soldato era una donna: Milunka Savic.

Savic è conosciuta per  essere stata la donna più decorata nella storia militare.

Peccato che questa definizione non renda  giustizia alla sua storia e alla sua tragica fine. Il suo coraggio e il suo medagliere fu presto dimenticato da tutto il mondo in una sorta di incuria e  di rimozione internazionale.

Nata nel 1892 in un paesino vicino a Novi Pazar, in Serbia, Milunka decise – illegalmente – di prendere il posto del fratello chiamato in guerra ma malato di tubercolosi.

Si tagliò i capelli e ingannò tutti combattendo coraggiosamente e ricevendo la sua prima medaglia per la battaglia di Bregalnica.

Ferita durante gli scontri fu ricoverata in ospedale e qui si rivelò che Savic, il valoroso Savic, era in realtà una donna.

Ma Milunka voleva rimanere in zona di guerra comunque, e non certo come infermiera.

Venne quindi rinviata in fanteria dove divenne  una dei migliori militari della sua generazione, con un carnet  di medaglie e menzioni speciali davvero straordinario.

Nel 1914, dopo la battaglia di Kolubara, le venne conferita la stella dell’Ordine di Karadorde, la più alta decorazione del Regno di Serbia.

Ne ricevette una seconda nel 1916 quando catturò da sola ben 26 soldati bulgari.

Un’immagine di Mliunka Savic

A queste seguirono numerose decorazioni guadagnate sul campo, anche conferite da altre Nazioni: due volte la Legion d’Onore francese, e la Croce di San Giorgio russa.

Venne inoltre insignita della Croix de Guerre francese 1914-1918 con Palma, unica donna al mondo ad essere decorata con questa medaglia per il servizio nella Prima Guerra mondiale.

Quando fu congedata, nel 1919, la Francia le offrì un ottimo pensionamento di guerra ma Savic rifiutò di trasferirsi e  decise di rimanere a Belgrado, nella sua terra, precisamente in un suburbio della città, Vozdovac, dove lavorò come impiegata postale prima e donna delle pulizie poi.

Nonostante fosse  un’eroina internazionale il suo nome sparì rapidamente dai radar dell’opinione pubblica non solo serba ma mondiale, fino a  cadere nel dimenticatoio nel periodo fra le due guerre.

Milunka Savic a Parigi nel 1931

All’inizio della Seconda Guerra mondiale, ormai consapevole di non poter più essere in alcun modo arruolata, Savic si occupò degli aiuti e appoggi logistici ai partigiani jugoslavi.

Durante il conflitto venne internata dai nazisti per 10 mesi nel campo di concentramento di Banjica, dove resistette e sopravvisse a condizioni estreme  fino a  quando, alla fine della guerra, tornò a Vozdovac.

Qui Savic ricevette finalmente una  pensione di Stato, che era il massimo che  ci potesse aspettare per un eroe militare, ma nella sua vita civile comunque modesta e difficile continuò a fare la differenza, come solo un combattente vero sa fare, adottando molti  bambini orfani che vivevano in strada e prendendosene cura.

Nel 1972 ebbe un infarto e morì un anno dopo in condizione di totale indigenza.

Milunka Savić  è stata una  donna straordinaria capace di combattere valorosamente sui campi di battaglia ma non è stata in grado di lottare contro la  profonda  e vergognosa ingratitudine  che il mondo e soprattutto il suo Paese ha avuto nei suoi confronti.

Come essere umano, ancorché  per essere stata la  donna più decorata nella Storia militare, Miluka Savic meritava davvero molto ma molto di più di quello che ha avuto nella sua coraggiosissima vita.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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