Difesa: la razione K italiana al primo posto per completezza e qualità del cibo. Al secondo e terzo posto quella francese e tedesca. Lo evidenzia un articolo The Guardian

Di Paola Ducci*

ROMA (nostro servizio particolare). Nel novembre 2014 il quotidiano inglese The Guardian ha riportato i risultati di una particolare cena di beneficenza a Kabul a favore delle scuole in Afghanistan, i cui concorrenti erano le razioni da combattimento che sono state chieste a ogni contingente (ad eccezione di quello statunitense per il divieto di donare le razioni) e successivamente valutate da una commissione composta da diplomatici, funzionari e operatori umanitari.

La razione K francese

La razione italiana si è aggiudicata il primo posto: si è dimostrata infatti la migliore per completezza e qualità del cibo, unica a contenere anche un cordiale  giudicato un ottimo stravecchio.

Al secondo e terzo posto si sono posizionate la razione K francese e quella tedesca.

La razione K tedesca

Le razioni K sono state studiate e approntate  inizialmente negli USA per diffondersi poi nel mondo e  sono utilizzate dall’Esercito Italiano dal 1952.

La razione K italiana

 

L’alimentazione dei soldati nei Teatri di guerra è essenziale sia da un punto di vista  nutrizionale  che  psicologico.

Un’alimentazione equilibrata, in linea con le esigenze nutrizionali e  caloriche ma  con un gusto e  un aspetto accattivante e appetibile produce nel sistema nervoso centrale una serie di sostanze  psicotrope  appaganti, come la dopamina e la serotonina, fondamentali per il benessere  psicofisico del militare.

Nei decenni la razione K italiana è cambiata, si è adattata alle nuove esigenze e alle recenti scoperte in ambito nutrizionale.

L’Esercito italiano, comprendendo l’importanza di un regime alimentare che tenga i soldati in condizioni fisiche ottimali, ha modificato l’apporto calorico totale iniziale  portandolo da 3.650 a 4.000 Kcal, per garantire e soddisfare la minima esigenza energetica, esigenza che parte da una base di circa 2.500 calorie quotidiane pro capite.

Le razioni K sono formate da una confezione ultracompatta e in ciascuna sono contenuti tre moduli: colazione, pranzo e cena. Non necessitano di riscaldamento termico, poiché sono autoriscaldanti: esercitando infatti una lieve pressione si innesca una reazione chimica che scalda il contenuto. In questo modo si evita la presenza  del fornello da campo, alleggerendo il kit di mezzo chilo.

Lo studio dietetico ha stabilito che questi menu garantiscano circa il 28% di energia totale a colazione, il 50% a pranzo e il 22% a cena.

La colazione comprende pane o cracker, due porzioni di marmellata di frutta, una barra di cioccolato, una porzione di biscotti e una barretta energetica, oltre a gelatine di frutta, caffè e the liofilizzati.

Il pranzo prevede primo e secondo piatto, grissini, dessert, energy drink e barrette energetiche, ma anche tortellini al ragù, pasta e fagioli, tonno e piselli, wurstel e tacchino, oltre a macedonia e anche compresse di crusca.

A cena è previsto un pasto più leggero, con un involucro contenente la portata principale e poi cracker, grissini, cereali e fruit bar alternati a seconda dei diversi menu e anche minestrone in scatola, insalata di riso e pollo.

E’ presente  anche il sacchetto bevanda cappuccino, gomme da masticare senza zucchero per l’igiene orale ( in alcuni casi anche lo spazzolino), compresse per purificare l’acqua, stuzzicadenti e salviette umidificate.

Tutte le razioni K dei vari Paesi NATO sono differenti tra loro, ma quella più equilibrata e apprezzata dalla giuria a Kabul è stata quindi la razione italiana, la stessa che stiamo oggi fornendo ai militari ucraini.

La razione K di Singapore

La razione che si è aggiudicata invece l’ultimo posto in classifica è stata quella di Singapore, valutata così  la qualità e  la quantità degli alimenti proposti.

Le offerte nel pacchetto di Singapore erano scarse nonostante la sua reputazione di cucina di alta qualità.

Ai militari singaporiani viene proposta una razione da  combattimento piuttosto spartana contenente solo tre piatti: uno di spaghetti di pollo Szechuan,  un piatto di funghi, basilico, riso e pollo e uno di  latte di soia con dessert di fagioli rossi.

Una nota di costume è la presenza di patè di cervo nella razione francese e di prosciutto e calamari in quella spagnola.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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