Polizia di Stato: contro la violenza sulle donne al via la campagna “Questo NON è amore”

ROMA. Da anni la campagna della Polizia di Stato “Questo NON è amore” vuole rappresentare uno strumento concreto di ascolto e di divulgazione, non solo per le donne ma per tutti coloro che vogliano essere parte attiva di un cambiamento.

Non basta indignarsi alla violenza, ma è necessario lavorare concretamente tutti insieme contro ogni forma di omertà e rassegnazione.

Campagna della Polizia di Stato “Questo NON è amore”

In occasione della campagna della Polizia di Stato “Questo NON è amore” è stato presentato un dossier con i risultati sulla violenza di genere.

Secondo i dati di quest’anno, finora disponibili, 85 donne sono vittime di reato, ogni giorno, in Italia.

Il numero di vittime di sesso femminile, come è illustrato nella ricerca, è quattro volte superiore a quello di di sesso maschile.

Il dossier evidenzia un dato: il 55% dei casi è rappresentato dalla persona con la quale si vive.

“Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio – scrive il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella presentazione del dossier – Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo, assicurando le necessarie risposte in tema di sicurezza, protezione e recupero”.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

“I maltrattamenti domestici, le minacce, gli atti di stalking, le violenze e gli omicidi che colpiscono le donne sono delitti che si caratterizzano spesso per una relazione affettiva, attuale o passata, fra l’autore e la vittima – aggiunge Vittorio Pisani, capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza – E l’esistenza di questo legame condiziona inevitabilmente il comportamento della donna, perché alla sua sofferenza ed ai suoi bisogni si aggiungono un isolamento e una paura di denunciare quando l’auto- re non è uno sconosciuto”.

Nella ricerca della Polizia di Stato si sottolinea come il senso di colpa o la vergogna per la fine di una relazione affettiva, la dipendenza economica, il timore per le reazioni o per le conseguenze sui figli condizionano le scelte della donna, in contesti sociali che a volte non incoraggiano ad affrancarsi da umiliazioni e violenze di ogni tipo.

Il capo della Polizia, Vittorio Pisani

“E così, l’operatore di Polizia, chiamato a intervenire – spiega Vittorio Pisani – non si inserisce in un’ordinaria dinamica delittuosa, tra autore e vittima, ma deve essere preparato a superare i silenzi e la reticenza, avendo la capacità di offrire nel contempo aiuto anche laddove non venga richiesto”.

“Molto è stato fatto negli ultimi anni –  spiega Alessandro Giuliano, Direttore Centrale Anticrimine – sono state varate importanti norme come quelle sul codice rosso, che imprime un’accelerazione alle indagini su questa tematica. Sono stati introdotti strumenti preziosi come l’ammonimento del Questore, la
cui efficacia è plasticamente dimostrata dalla bassa percentuale di recidive”.

Alessandro Giuliano, Direttore Centrale Anticrimine

Sono stati realizzati anche strumenti informatici che consentono agli equipaggi delle Forze dell’Ordine, al momento dell’intervento, di conoscere in tempo reale eventuali condotte maltrattanti pregresse.

Sono stati messi in campo anche percorsi di recupero dei maltrattanti destinatari di ammonimento.

“Si è poi molto investito sulla formazione di investigatori specializzati in questo settore – conclude Alessandro Giuliano – e persino sulla realizzazione, negli uffici di Polizia, di spazi adeguati, dedicati all’ascolto delle vittime di abusi”.

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