Strage di Nassiriya (Iraq): Venti anni fa l’attentato dove morirono 28 persone, di cui 19 italiani. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ricorda: “Lo Stato non dimentica le persone che lo hanno servito”

ROMA. Sono trascorsi 20 anni dalla strage di Nassiriya (Iraq). Un camion carico di 400 chili di tritolo e di liquido infiammabile esplose all’entrata della base “Maestrale” della città irachena, dove i Carabinieri e l’Esercito italiano avevano stabilito il proprio Quartier generale.

L’attentato di Nassiriya

Restarono uccise 28 persone – tra cui 19 italiani – e il conto sarebbe potuto essere ben più alto se non fosse intervenuto il Carabiniere Andrea Filippa, di guardia, che impedì agli attentatori di entrare.

Gli italiani uccisi erano 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, un cooperante internazionale e un regista che era lì per girare un documentario.

Nel marzo 2003, una coalizione internazionale, composta principalmente da militari britannici  e statunitensi, doveva rovesciare il regime di Saddam Hussein, accusato di volersi dotare di armi di distruzione di massa e di appoggiare il terrorismo islamista.

A maggio l’operazione era sostanzialmente finita, così l’ONU chiese a tutti i Paesi di sostenere la rinascita dell’Iraq.

Saddam Hussein

L’Italia partecipò con l’OperazioneAntica Babilonia”, di stanza proprio a Nassiriya, nel Sud del Paese.

Il nostro paese doveva occuparsi di attività peacekeeping. Gli obiettivi principali erano il concorso al ripristino di infrastrutture pubbliche e alla riattivazione dei servizi essenziali; le rilevazioni radiologiche, biologiche e chimiche, la Polizia militare, il concorso all’ordine pubblico, la gestione aeroportuale e le attività di bonifica con l’impiego anche della componente cinofila.

Ed ancora il sostegno alle attività dell’ORHA (Office of Reconstruction & Humanitarian Assistance ), il controllo del territorio e il contrasto alla criminalità.

Ed oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è  intervenuto a Roma alla Santa Messa, celebrata nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli in suffragio dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace, officiata dall’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, Monsignor  Santo Marcianò.

 

”Anche dopo 20 anni – ha detto rivolgendosi ai familiari dei Caduti – lo Stato non dimentica le persone che lo hanno servito. Oggi è il momento del ricordo, non è giusto fare una classifica dei morti. Non esiste un Caduto di serie A e uno di serie B. Una legge si cambia. Non si deve infangare il momento del ricordo. Oggi è il tempo del ricordo, ci inchiniamo di fronte ad ognuno di loro, all’esempio che hanno dato e quanto ci hanno insegnato”.

Il discorso del ministro della Difesa, Guido Crosetto

L’Italia ricorda i Caduti anche attraverso l’impegno degli oltre 12 mila militari nel mondo per difendere la pace e la libertà.

La Santa Messa è stata il momento conclusivo della giornata celebrativa, preceduta dalla deposizione di una corona di alloro presso il Sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria.

Dopo l’omaggio commosso e tradizionale, il ministro Crosetto ha salutato i familiari dei Caduti presenti.

Hanno presenziato alla cerimonia autorità politiche, religiose, il capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Guseppe Cavo Dragone e i vertici delle Forze Armate.

Alcune delle autorità presenti, oggi, alla Santa Messa celebrata nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli in suffragio dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace

Le celebrazioni sono iniziate al mattino a Parco Schuster, presso il Monumento dei Caduti di Nassiriya, eretto nel 2008 in loro memoria, dove Crosetto ha reso omaggio ai Caduti nell’attentato alla base militare italiana “Maestrale” e salutato i loro familiari presenti.

Con loro anche il presidente della Regione Lazio, Antonello Aurigemma e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore