Medio Oriente: 23 febbraio 1955 quando Gaza divenne terreno di scontro con l’Egitto. Un’area da sempre ritenuta fondamentale per gli aspetti politici e militari

GAZA (STRISCIA DI GAZA) – nostro servizio particolare.  Nella Storia militare di Israele si ricorda un’altra battaglia combattuta a Gaza.

Era il 23 febbraio 1995 quando una squadra (o forse due) fu inviata dai Servizi di intelligence de Il Cairo a Rishon LeZion (una città israeliana situata sulla pianura costiera centrale, a sud di Tel Aviv).

Qui vengono rubati mappe e documenti in una struttura militare.

Il 25 febbraio sempre gli egiziani uccisero un ciclista istraeliano vicino a Rehovot (15 chilometri e Sud-Est di Tel Aviv).

Anche in questo caso, come è avvenuto lo scorso 7 ottobre, i Servizi di intelligence israeliani, in particolare quelli dell’IDF, vengono colti di sorpresa. Sono intercettati alcuni incursori egiziani (uno ucciso) che hanno in tasca un rapporto sui transiti delle Forze Armate israeliane lungo le strade a Sud di Tel Aviv.

In quei giorni è ritornato al Ministero della Difesa, David Ben-Gurion, uno dei padri fondatori del Paese, in sostituzione di Lavon.

Il ministro della Difesa dell’epoca, David Ben-Gurion

Ben-Gurion rappresenta, senza dubbio, l’ala più dura (un falco potremmo dire) del Governo guidato da Moshe Sharret (che guida l’Esecutivo dal 26 gennaio 1954 al 3 novembre 1955, sostituendo lo stesso Ben-Gurion, il quale poi ne riprenderà il posto).

Moshe Sharret con David Ben-Gurion

Ben-Gurion è molto amato dai vertici dell’Israel Defence Forces (IDF) e quando propone il 27 febbraio, una rappresaglia contro un insediamento dell’Esercito egiziano (l’Egitto all’epoca era guidato da Nasser) alla periferia di Gaza riceve il sostegno del suo amico Moshe Dayan (all’epoca capo di Stato Maggiore).

Vengono inviate 2 Compagnie in quell’incursione che passà alla Storia con il nome in codice Mivta Hetz Shabor (Operazione Freccia Nera).

L’OPERAZIONE

Passa dunque alla Storia come la più sanguinosa attività militare compiuta da Israele contro l’Egitto, con fortissime ripercussioni politiche con Il Cairo e in tutto il Medio Oriente.

I soldati dell’IDF hanno l’ordine di colpire una piccola Base del nemico, dove sono ospitati due plotoni di Fanteria.

La Base è situata a un chilometro a Nord della città di Gaza.

La mappa della Striscia di Gaza, oggi

La vicina stazione ferroviaira (a Sud-Ovest) e quella del pompaggio dell’acqua (a Est) sono considerati obiettivi secondari ma entrano comunque nell’azione.

L’incursione dell’IDF vede una parte dei soldati prendere posizione a Sud di Gaza City (nella strada che KhanYunis porta a Gaza, vicino a Wadi Aza). Hanno l’ordine di bloccare eventuali rinforzi egiziani.

L’Operazione Freccia Nera , avviene nella notte tra il 28 febbraio  (lunedì) e il 1° marzo (martedì) 1955.

Sono impiegati circa 120 Paracadutisti (per lo più ufficiali e sottufficiali) con l’ordine di far saltare in aria edifici e tende. L’uccisione dei soldati nemici deve essere fatta solo se questi rispondono all’azione.

Quattro soldati egiziani, appostati, si scontrano con gli incursori a circa 3 chilometri ad Est del target. C’è un breve combattimento e 3 soldati egiziani sono uccisi e un altro ferito.

Ma ormai l’effetto sorpresa è svanito. Il Comandante sul terreno, Sharon decide però che bisogna proseguire.

I Paracadutisti, per colpa di una cartina sbagliata, confondono la stazione di pompaggio con il campo nemico. C’è uno scontro a fuoco e i soldati israeliani sconfiggono gli avversari, occupando la stazione di pompaggio e la Base dell’Esercito egiziano.

Restano sul terreno 14 soldati d’Israele e 15 feriti. Rimangono uccisi anche dei civili: un bambino palestinese di 7 anni e un adulto, due i feriti.

Soldati israeliani

Nel frattempo, grazie al blocco operato dall’IDF sulla strada che KhanYunis porta a Gaza vengono fermati, nel corso di un’imboscata, 4 autocarri con rinforzi egiziani. Ventidue sono i morti e 13 i feriti.

Un Paracadutista israeliano resta ferito leggermente.

Le unità dell’IDF ricevono rinforzi e respingono gli avversari oltre confine, attaccando il campo di Gaza.

LE REAZIONI POLITICHE

Come detto, da questi combattimenti ci sono poi ripercussioni politiche. Si registrano manifestazioni di protesta dei palestinesi che scoppiano nei campi profughi di Gaza contro le autorità egiziane e gli ufficiali locali dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) e dell’UNTSO ((United Nations Truce Supervision Organization).

Rifugiati palestinesi a Gaza nel 1955

Restano uccisi 4 palestinesi. Due mezzi dell’ONU sono incendiati e altre proprietà delle Nazioni Unite distrutte.

L’Egitto come risposta aumentà il proprio contingente nel Sinai e nella Striscia di Gaza (anche con 250 Guardie nazionali) come deterrente in caso di nuovo attacchi dell’IDF.

Quanto avvenuto a Gaza fa infuriare Nasser che per tutta risposta organizza, d’accordo con i vicini del Libano, della Siria e della Giordania le cosiddette Squadre di liberazione (già presenti contro gli inglesi nella zona del Canale di Suez dopo la rivoluzione degli Ufficiali Liberi del 1952) passate alle storia come “Fedayn”.

La proposta di Ben-Gurion di conquistare la Striscia di Gaza viene bocciata dal capo del Governo, Sharret. E lo stesso Consiglio dei ministri il 3 aprile 1955 boccia la proposta del ministro della Difesa con 9 voti contro, 2 astenuti e 4 a favore.

Ben-Gurion, come si dice, non accetterà questa sconfitta politica.

L’incursione di Gaza passa alla Storia del Medio Oriente anche per un altro aspetto: quello delle relazioni tra Israele ed Egitto.

Da questo momento i due Stati non cercano più di accordarsi e corrono verso una guerra.

L’anno successivo, Moshe Sharret ormai non più al governo del Paese ricorda che quell’incursione di febbraio aveva posto fine a contatti segreti per arrivare alla pace.

Il Cairo, da parte sua, risponde nell’agosto 1955 con la campagna dei Fedayn, compiendo una serie di offensive lungo la frontiera.

I combattimenti di Gaza costituiscono anche una rincorsa agli armamenti che coinvolge l’Unione Sovietica, allargando il conflitto.

Da questo momento il Medio Oriente torna, dunque, alla ribalta non solo come Teatro Operativo regionale ma internazionale in quella che poi diverrà la Guerra Fredda.

 

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