Guardia di Finanza: sequestro patrimoniale da 3 milioni di euro nei confronti di un imprenditore già coinvolto nel noto “Sacco di Palermo”

Di Armando Modesto

PALERMO. Il suo passato lo aveva già visto parte attiva nel famigerato e cosiddetto “Sacco di Palermo”, una colossale speculazione edilizia che ha sfregiato il capoluogo siculo permettendo alla criminalità organizzata, oltre che a politici e imprenditori collusi con “cosa nostra”, incredibili guadagni sui quali il competente Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto un nuovo sequestro patrimoniale da oltre 3.000.000 di euro.

A far luce sull’ennesimo patrimonio occulto di origine criminosa sono stati i Finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria (NSPV), i quali sono riusciti a dimostrare agli inquirenti come gli 8 immobili (tra cui quattro ville di pregio) ubicati in Palermo e nelle disponibilità del preposto, fossero in posizione di stridente incompatibilità con quanto dallo stesso dichiarato.

Gli agenti della Guardia di Finanza durante il sequestro

L’uomo non è peraltro nuovo a queste inchieste anche perché – tra la fine del 2021 e gli inizi del 2022 – era già stato raggiunto da altri analoghi provvedimenti di sequestro, a seguito dei quali gli erano state sottratte più che ingenti disponibilità finanziarie per un volume di 35 milioni di euro, e che hanno fatto da preambolo a questo ulteriore provvedimento ablativo del Tribunale palermitano (valore stimato in oltre 3 milioni di euro).

Nel complesso i Finanzieri del NSPV hanno dunque applicato i sigilli a 8 immobili, 16 polizze assicurative per un controvalore di circa 2 milioni di euro, 7 depositi titoli per un controvalore di oltre 1,2 milioni di euro, quote di fondi di investimento (alcune delle quali detenute all’estero) per oltre 3 milioni di euro e 11 conti correnti bancari e postali con un saldo complessivo superiore a 500.000 euro, ai quali si aggiungono disponibilità finanziarie detenute all’estero per oltre 25,5 milioni di euro, depositate queste su rapporti di conto esteri intestati allo stesso imprenditore palermitano nonché a fondazioni a lui riconducibili con sede nel tranquillo Liechtenstein.

Gli agenti della Guardia di Finanza durante le attività d’ufficio

Come premesso sopra tali indagini di natura economico-patrimoniale hanno permesso di individuare, attraverso l’analitica ricostruzione e comparazione di tutte le entrate e le uscite conseguite dai soggetti esaminati, evidenti sproporzioni tra le fonti lecitamente conseguite e dichiarate, i costi sostenuti nell’arco temporale analizzato e le non piccole disponibilità liquide detenute dagli stessi.

Va comunque precisato che il procedimento per l’applicazione delle misure di prevenzione nei confronti dell’imprenditore palermitano è attualmente in corso, e che le disponibilità sino ad oggi sequestrate verranno definitivamente acquisite al patrimonio dello Stato soltanto ad intervenuta confisca definitiva.

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