Bielorussia: il caso Raman Protasevich scuote l’Unione Europea. In agenda una serie di provvedimenti anti Lukashenko

Di Pierpaolo Piras

Minsk. Ci sono voluti il dirottamento di un aereo e il rapimento di un giornalista per scuotere l’Europa dalla sua annosa compiacenza verso la Bielorussia.

Oltre alle severe sanzioni (per ora solo annunciate), la risposta dell’Unione Europea dovrebbe includere il sostegno alla società bielorussa e la riconsiderazione di Nord Stream 2.

Insomma, il tempo delle blande dichiarazioni dei funzionari della UE è finito.

L’antefatto 

Un volo commerciale Ryanair in viaggio da Atene, capitale della Grecia, a Vilnius, capitale della Lituania, il 23 maggio è stato costretto con uno stratagemma ad atterrare a Minsk, capitale della Repubblica della Bielorussia.

All’equipaggio è stato detto che c’era una bomba a bordo. Alla fine della vicenda è risultato che l’ordigno non c’era.

Invece, a bordo c’era Raman Protasevich, un giornalista, attivista e editore indipendente del canale online di opposizione, Nexta.

Raman Protasevich e la sua fidanzata Sofia Sapega

Dopo l’atterraggio, Protasevich è stato tradotto in carcere da agenti della polizia.

Più tardi, è apparso in un video alla televisione di Stato, in precarie condizioni fisiche e psichiche.

Era stato chiaramente costretto a confessare dopo l’accusa di aver leso gli interessi e la sicurezza della Bielorussia.

Nulla di nuovo: è lo stesso triste spettacolo che hanno dato di sé i dissidenti messi sotto tortura durante l’era comunista.

Ma oggi siamo nel 2021. Queste cose stanno accadendo in un Paese che confina con l’Unione Europea.

Si tratta di uno Stato formato da 9,5 milioni di persone, dove dallo scorso agosto si svolgono numerose e pacifiche proteste popolari contro le ultime elezioni presidenziali che l’opposizione considera truccate.

Da quella data, Alexander Lukashenko, Presidente della Bielorussia dal 1994, ha ordinato la reazione violenta delle forze di polizia: migliaia di giovani e anziani, uomini e donne, studenti, lavoratori e persino artisti sono tuttora in stato di detenzione.

I mezzi di comunicazione indipendenti subiscono una severa e mortificante censura.

Alexander Lukashenko, Presidente della Bielorussia dal 1994

La reazione della UE

Fino al rapimento di Protasevich, la reazione dell’Unione Europea a quanto stava avvenendo in Bielorussia è stata tiepida e distaccata.

Sono state imposte alcune sanzioni economiche a funzionari di alto livello, tra cui lo stesso Lukashenko, nonché ad alcune imprese e ai loro dirigenti. E tutto è finito lì.

Immediatamente si è creata la percezione che l’UE fosse del tutto impotente.

Indipendentemente dalle misure adottate dai leader europei, nonostante lo straordinario coraggio dei cittadini bielorussi, il futuro del Paese era nelle mani di un regime violento e screditato, ma sostenuto da Mosca.

Ma la deviazione illegale dell’aereo Ryanair, il rapimento di Protasevich e la presenza di quattro russi sul volo hanno finalmente forzato la mano dell’UE.

La sicurezza del suo spazio aereo e dei suoi passeggeri e la reazione dell’Unione sono state davvero messe alla prova da Lukashenko.

Le misure della Unione Europea

Al Consiglio europeo del recente 24 maggio, i leader dell’UE hanno concordato un elenco di azioni in risposta al dirottamento.

Hanno chiesto l’immediato rilascio di Protasevich e della sua fidanzata Sofia Sapega.

Hanno inoltre convenuto di vietare alle compagnie aeree bielorusse lo spazio aereo dell’UE e gli aeroporti europei.

Ci sarà anche una nuova serie di sanzioni mirate che verranno comminate in futuro.

L’obiettivo è quello di isolare  Lukashenko con la massima efficacia.

Se fosse così facile

E’ noto che il potere di Lukashenko è totalmente sostenuto dal Presidente russo, Vladimir Putin.

Lukashenko e Putin

Finora, Mosca non ha avuto alcuna intenzione di favorire l’evoluzione della Lituania verso una democrazia compiuta ed un rispettato Stato di diritto.

Questo è il motivo per cui l’UE deve compiere passi più coraggiosi, evitando di isolare ancora di più quella maggioranza della  popolazione bielorussa che vuole sia elezioni eque e libere che la fine del regime autoritario di Lukashenko.

Indipendentemente dalle intenzioni di Putin nei confronti della Bielorussia, i portavoce della UE dichiarano che non verrà accettato un ritorno allo status quo ante del passato.

La strategia futura dell’Unione

Al di là del nuovo ciclo di sanzioni, l’Unione Europea, con il sostegno degli Stati Uniti, sembra che adotterà una duplice strategia.

La prima azione sarà quella di sostenere i cittadini bielorussi.

Le sanzioni non sono mai chiare.

Nel caso della Bielorussia, potrebbero fare una grande differenza se l’intenzione di isolare Lukashenko fosse accompagnata dall’aiutare i cittadini e l’opposizione del Paese.

La Lituania e la Polonia stanno già dando un grande sostegno. Varsavia è diventata un hub per la trasmissione di notizie sulla Bielorussia attraverso la rete “Belsat”, fondata diversi anni fa.

L’UE potrebbe fornire visti per coloro che subiscono persecuzioni o i dissidenti del regime che rischiano l’arresto .

Potrebbe finanziare scuole e Università per i bielorussi che vogliono studiare in Europa.

Potrebbe fornire assistenza legale a coloro che sono in carcere.

Potrebbe dichiarare apertamente il sostegno a tutti i prigionieri politici dietro le sbarre.

Per tenere informati i bielorussi, potrebbe utilizzare meglio i social media, uno strumento che Lukashenko sta smantellando ogni giorno di più.

Per quanto riguarda i sindacati i cui leader hanno coraggiosamente dichiarato azioni di sciopero e proteste (pur conoscendo le rappresaglie che hanno dovuto affrontare) l’UE potrebbe istituire un fondo economico di sostegno per coloro che sono stati licenziati per le misure repressive e persecutorie da parte del regime.

Il sostegno per la Bielorussia

Questa è un’opportunità che l’Unione Europea ha per sostenere la società bielorussa nel suo complesso.

A tale proposito, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha promesso il 24 maggio un pacchetto economico e di investimento da 3 miliardi di euro (3,7 miliardi di dollari) “pronto a partire per la Bielorussia, quando diventerà democratica”.

La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen

La politica di Bruxelles nei confronti di Vilnius dovrà inevitabilmente considerare anche la  componente russa , il 6,31% della popolazione secondo il censimento del 2001.

Se la Russia continuerà a sostenere Lukashenko con tale cinismo, in particolare fornendo assistenza in materia di intelligence e sicurezza, l’UE e gli Stati Uniti e Putin devono riconoscere che i giorni del regime di Lukashenko sono finiti.

Perché non c’è un’alternativa politica più plausibile  e accettata dalla comunità internazionale, specie europea.

La seconda possibilità per l’UE, gli Stati Uniti, e in particolare la Germania, è quella di esercitare una forte influenza su Putin utilizzando il progetto transnazionale, per certi versi ancora compromesso, del gasdotto “Nord Stream 2”.

A tutt’oggi la conduttura principale di trasporto del gas russo è quasi completa.

Sebbene l’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, abbia revocato la minaccia di sanzioni alle aziende coinvolte nel progetto – per il bene delle relazioni con la Germania – questo è il momento di rivedere tale decisione.

Il caso Protasevich fa riflettere i rappresentanti del Parlamento europeo, il quale deve prepararsi  ad avere efficaci piani d’azione e d’intervento futuri.

Il temporeggiare nell’azione politica con dittatori come Lukashenko non è un’opzione.

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