Criminalità: la realtà e la percezione dei reati in una ricerca congiunta di Eurispes e Criminalpol. Gli italiani sono molto preoccupati per il furto nelle loro case

Di Benedetta la Corte

ROMA (nostro servizio). “La criminalità, tra realtà e percezione” è il titolo di una ricerca congiunta realizzata dall’Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali (Eurispes) e dalla Direzione Centrale Polizia Criminale (Criminalpol) della Polizia di Stato.

La presentazione della ricerca

L’indagine è stata rilevata, sul territorio nazionale fra gennaio e febbraio di quest’anno, da un campione di 1.026 cittadini ed è stata e presentata nel corso di un workshop, tenutosi nei giorni scorsi a Roma.

L’analisi si avvale dell’esperienza congiunta delle Forze di Polizia italiane e della ricerca scientifica, ed approfondisce, in modo accurato, il livello di sicurezza percepito dai cittadini in riferimento sia alla propria persona che all’ambiente circostante.

RISCHIO PERCEPITO

Il “rischio percepito” ossia la paura di subire un reato è legato sia alla percezione soggettiva che al sentire comune generato dall’incertezza dell’attuale crisi globale.

Un ruolo chiave d’influenza sociale percettiva si gioca all’interno dell’ambiente mediatico dove tutti i giorni veniamo sommersi da immagini e da messaggi di violenza: omicidi, guerre, ospedali, morti, e ciò può abituarci quasi da renderci indifferenti e disorientati davanti alla realtà.

Questi fattori insieme possono compromettere, inoltre, la nostra fiducia verso il futuro ma anche verso il prossimo.

Alcuni dati della ricerca

I REATI CHE PREOCCUPANO GLI ITALIANI

Fra i crimini che preoccupano di più gli italiani sul piano della sicurezza, c’è il furto in abitazione (26,6%), segue con notevole distacco l’aggressione fisica (17,7%) e, successivamente, la paura di subire uno scippo o un borseggio (11,1%).

Gli italiani temomo gli scippi

Il furto di dati personali su Internet preoccupa il 9,9% dei cittadini, mentre raggiungono percentuali intorno al 7% la truffa, il furto sull’auto in sosta e la rapina.

Teme in particolare il furto dell’auto, della moto e del motorino il 5,8% del campione, il 4,8% ha paura di subire violenza sessuale e il 2,9% di subire altri reati.

Dal confronto con i risultati ottenuti dalle indagini realizzate dall’Eurispes negli anni precedenti emerge che la paura di subire un furto in abitazione è sempre stata la principale preoccupazione degli italiani, benché sia diminuita negli ultimi sei anni (-8,2% dal 2017) e l’aggressione fisica è stabile al secondo posto seppur con un andamento altalenante (era al 20,8% nel 2019).

I risultati cambiano in base all’età dei rispondenti.

I più preoccupati riguardo al furto in abitazione, sono gli over 64 (31,8%); e all’area in cui vivono, gli italiani che risiedono al sud (38,4%), hanno più paura di subire un furto nella propria abitazione; mentre al Nord-Est è maggiore invece la paura di subire un’aggressione fisica (25,4%).

QUAL E’ IL DATO (REALE) NON LEGATO ALLA PERCEZIONE?

Il Servizio di Analisi Criminale rappresenta una fonte preziosa di dati statistici derivanti da analisi strategica dei fenomeni criminali. I dati forniti, dal 2007 fino al 2022 (anche se di quest’ultimo anno i dati risultano non consolidati, e dunque suscettibili a variazioni), mostrano un andamento altalenante dei delitti sino al 2013, segnando una flessione dal 2014 al 2020.

Nel biennio 2021- 2022 si ha una risalita, con un picco nel 2022 (+3,8%, rispetto al 2021) dove si sono registrati 2.183.045 delitti commessi, ma una diminuzione complessiva rispetto al 2019 (periodo pre-pandemia).

L’aumento dei reati nel 2022 ha riguardato soprattutto i furti (+17,3%), le estorsioni (+14,4%), le rapine (+14,2%), i reati sessuali (+10,9%); mentre, risultano in diminuzione lo sfruttamento della prostituzione e della pornografia minorile (-24,7%), l’usura (-15,8%) e il contrabbando (10,4%).

Le Immagini di una rapina in una gioielleria

PERCEZIONE DEI REATI INFORMATICI

Bisogna evidenziare l’accelerazione tecnologica avvenuta durante il periodo pandemico che ha fatto registrare un significativo tasso di crescita dei reati informatici ed aperto il dibattito sulle questioni relative alla violazione della privacy e dell’accesso ai dati personali.

La percentuale degli italiani che affermano di sentirsi minacciati dal furto di dati personali su Internet è raddoppiata rispetto al 2019.

Anche la percezione della pericolosità del reato è cambiata, infatti, il furto dei dati personali è considerato un reato più pericoloso rispetto al passato (56,2%) superando il furto in abitazione (53,1%) che scivola al terzo posto dopo la truffa (53,5%).

QUAL E’ IL DATO REALE?

I dati raccolti sulla percezione dei reati informatici sembrano coincidere con quelli reali, infatti oltre un quinto degli italiani; negli ultimi anni, afferma di essere stato vittima di truffe di acquisti online (21,6%).

Il secondo reato informatico più diffuso risulta essere la richiesta di denaro da parte di persone che si fingono parenti o amici in difficoltà (18,7%), mentre al terzo posto la sottrazione di dati di autenticazione come nome, password, riferimenti bancari ecc. (17,8%).

Questa analisi, fino ad ora riportata, nasce dal Protocollo di intesa sottoscritto dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale (Criminalpol) con l’ausilio del Servizio di Analisi Criminale, e l’Eurispes, al fine di condividere percorsi di studio e analisi e condurre ricerche ed approfondimenti congiunti sui vari fenomeni criminali.

“La sicurezza rappresenta – ha spiegato il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – uno degli argomenti centrali nella comunicazione politica e in quella degli organi d’informazione. Ma è necessario distinguere tra rischio reale e rischio percepito, categorie che spesso non collimano, l’uno basato su dati oggettivi e misurabili, l’altro condizionato da dinamiche soggettive come la paura e l’incertezza del futuro”.

Il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara nel corso della presentazione della ricerca

Uno degli ostacoli nella raccolta dati può essere sormontato tenendo conto di un parametro fisso che riguarda la propensione a denunciare da parte di chi ha subito un reato.

LE MANCATE DENUNCE

In questo studio è emerso che soltanto il 43,8% sporge denuncia mentre il 56,2% decide di non intraprendere alcuna azione.

Altro fattore da prendere in considerazione per distinguere fra realtà e rischio percepito sono le violenze sommerse, quelle più difficili da rilevare, come la violenza domestica e sessuale nei confronti delle donne che hanno registrato un incremento durante la pandemia.

Rispetto a queste due ultimi reati, per esempio, soltanto l’8,2% ha sporto denuncia presso un ufficio di Polizia o ai Carabinieri.

Una donna denuncia ai Carabinieri un caso di violenza

E questo è un dato da tenere ben presente perché spesso si tende a non dare “giusto peso” ai cosiddetti “reati spia”, ovvero gli atti persecutori e i maltrattamenti che si manifestano con la violenza fisica, sessuale, ma anche attraverso alcune forme più subdole di violenza come quella psicologica ed economica, spesso interiorizzate passate per “normale”.

Il numero di tali delitti nel 2022 è in decremento dopo un trend in progressivo incremento nel quadriennio 2019-2022.

I REATI NEL CORSO DELLA PANDEMIA DA COVID-19

Qual è stato l’andamento (reale) di questi delitti in Italia durante la pandemia da COVID-19?

Come ha osservato Il Prefetto Vittorio Rizzi, vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Direttore Centrale della Polizia Criminale: “la sfida ambiziosa che si propone questa indagine è quella di fornire un’analisi basata su dati concreti e una visione d’insieme che offra una corretta interpretazione dei fenomeni, al di là dei luoghi comuni e dei facili allarmismi”.

Il Prefetto Vittorio Rizzi, vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Direttore Centrale della Polizia Criminale

Nel 2021 e nel 2022 si è registrato un incremento dei delitti e delle violenze sessuali, in particolare nel 2022 (+3,8%), ma da un confronto con i dati pre-pandemia nel 2019, i delitti commessi nel 2022 risultano in diminuzione. Sicuramente la limitazione di movimento ha influito su questo.

I delitti commessi tra il 2007 e il 2022

La violenza domestica circoscritta all’ambito familiare è un dato sensibile vista la maggiore “vicinanza fisica” che per paradosso ha probabilmente prodotto una lontananza esacerbando quello che era già un “legame tossico”.

Occorre sempre tenere a mente che spesso questi reati non vengono denunciati, bisogna sempre considerare una percentuale superiore rispetto a quella rilevata.

Ritornando alle statistiche, facendo riferimento al quadriennio 2019-2022, si evidenzia che gli atti persecutori e i maltrattamenti contro familiari e conviventi mostrano un significativo decremento nel 2022, mentre si evidenzia un incremento della criminalità minorile.

Si nota invece una diminuzione nell’ultimo anno per quello che concerne i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che da 148 scendono a 139 (-6%).

Il totale degli omicidi commessi passa da 304 nel 2021 a 314 nel 2022 (+3%).

In generale, però, si registra negli anni un calo di questo reato, basti pensare che erano il doppio nel 2007 (632).

Gli omicidi volontari commessi tar il 2007 e il 2022

Tutti noi avvertiamo il bisogno di sicurezza, una necessità primaria, ma spesso “l’occhio vede solo quello che la mente è preparata a comprendere”, diceva H.L Bergson e dunque viene da sé che la percezione ha bisogno del supporto di dati tangibili per spiegare la realtà ma anche per far comprendere l’evoluzione di alcuni fenomeni sociali.

A proposito di percezione l’Italia è più sicura di ciò che si pensa, secondo i dati ISTAT, aggiornati al 2020,il nostro Paese è uno di quelli  dell’Unione europea in cui, per entrambi i sessi, l’incidenza degli omicidi è più bassa.

Quindi se il tasso degli omicidi si riflette su quello della sicurezza reale possiamo affermare che l’Italia è un Paese sicuro.

 

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