Elezioni presidenziali USA: il voto inviato per posta può decidere chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca. Il Texas resta in mano repubblicana

Di Paola Pellegrino

Washington. Nessuna onda blu democratica. È questa l’unica certezza dopo la lunga notte delle elezioni americane.

Nonostante i correttivi messi in atto dopo le elezioni del 2016, i sondaggi si sono rivelati ancora una volta fallaci e gli Stati Uniti appaiano adesso un Paese in bilico.

I due sfidanti: Trump e Biden

Per la prima volta dopo 24 anni l’Arizona si tinge di blu. Un risultato importante, che probabilmente risente del cambio generazionale, in uno Stato che fino a 4 anni fa appariva inespugnabile per i democratici e che oggi assegna i suoi 11 grandi elettori all’ex vice Presidente di Barack Obama.

Il Texas rimane invece repubblicano e Trump incassa con sollievo i 36 voti elettorali del Lone Star State che da decenni non sembravano così contesi.

Il Presidente americano Donald Trump

Mentre la West Coast si conferma democratica. Il Presidente strappa al rivale anche l’Ohio, lo Stato che nel 2004 decretò la vittoria di George W. Bush.

Cruciale il risultato di Trump in Florida, swing state per eccellenza e sede di un confronto serrato tra i due candidati alla Casa Bianca.

Qui la strategia di Biden di puntare al sostegno delle minoranze non ha funzionato e oltre a non costituirsi la coalizione etnica auspicata dal democratico, sono state proprio le contee del sud abitate a maggioranza dai latinos a premiare Trump.

Non soltanto i cubani quindi, ma anche una cospicua parte degli elettori portoricani hanno scelto di riconfermare il Presidente in carica, che vede un notevole allargamento della sua base elettorale.

La partita è ancora aperta e tutta l’attenzione è ora sul Midwest, il cuore industriale del Nord America.

Dei tre Stati nevralgici ancora senza vincitore, soltanto il Wisconsin nel 2016 aveva votato per Hillary Clinton, mentre Michigan e Pennsylvania avevano a sorpresa voltato le spalle alla candidata democratica attribuendo un’inaspettata vittoria al magnate di New York.

Ma il margine dei voti nello Stato dei Grandi Laghi era già allora assai risicato, mentre in Pennsylvania, sebbene Trump sia sicuro del sostegno delle contee interne profondamente conservatrici, è dubbio se l’affluenza nelle grandi città, normalmente più vicine ai valori democratici, sarà tale da riuscire a incoronare Biden.

A questo proposito grande incognita è il cosiddetto “voto per posta”.

Una modalità di esprimere il proprio consenso per corrispondenza nata ai tempi della Guerra Civile americana per permettere ai soldati al fronte di prendere parte alle elezioni.

Ma, nell’ultima campagna elettorale, la preferenza per il voto postale si è rivelata molto più forte per i democratici che, in ragione della pandemia, si sono battuti per estenderlo a più Stati possibile.

Non è un caso quindi che il Presidente abbia preso posizione in senso contrario definendolo “fraudolento” e passibile di brogli.

Posizione che ha ribadito nel suo discorso dalla Casa Bianca nel quale si dice sicuro di essere il vincitore minacciando contestazioni e battaglie legali qualora i democratici tentassero di “rubare la vittoria”.

Ma la mossa era attesa e Biden lo aveva già anticipato dicendosi ottimista e invitando i suoi sostenitori ad “avere pazienza”.

Mentre lo spettro delle elezioni del 2000, dove si era dovuto aspettare ben 35 giorni prima della nomina del Presidente, spaventa gli americani, i toni si fanno sempre più tesi e si comincia a temere anche per l’ordine pubblico.

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